Un pasto fuori casa per un allergico può trasformarsi in una roulette russa. Spesso infatti non c’è modo di conoscere nei dettagli gli ingredienti utilizzati e, soprattutto, di avere un valido aiuto da parte del personale. È esperienza comune per i diretti interessati, e ora è anche dimostrato da uno studio pubblicato su Clinical & Experimental Allergy, condotto sul campo dagli allergologi della Brighton & Sussex Medical School, che ha dato un esito con risvolti talvolta grotteschi.
I ricercatori britannici hanno intervistato proprietari, cuochi e camerieri di 90 ristoranti di Brighton: solo in un caso su tre il personale aveva avuto una formazione specifica in merito alle allergie alimentari, e poco più della metà riusciva a nominare almeno tre allergeni, ma l’80 per cento si diceva certo si sapere che cosa fare per assicurare un pasto sicuro ai clienti.
Invitati a scendere nel particolare, però, hanno gli intervistati mostrato tutta la loro (pericolosa) ignoranza: il 38 per cento di loro, infatti, riteneva che in caso di reazione allergica basti bere molta acqua per diluire l’allergene e diminuire l’intensità della crisi, mentre il 23 per cento pensava che basse dosi di allergene siano sempre sicure.
Il 16 per cento, inoltre, ha affermato che la cottura è sempre sufficiente a eliminare il pericolo, mentre il 21 per cento che rimuovere la sostanza incriminata da un piatto pronto sia una misura sufficiente a scongiurare ogni rischio. E, ciò che è più grave, il 12 per cento ignorava il fatto che una reazione allergica può essere anche mortale, se non si interviene per tempo con misure opportune.
«Questi risultati – ha commentato Christopher Weiss, vice presidente del Food Allergy and Anaphylaxis Network britannico – ne ricalcano altri pubblicati negli anni scorsi e riguardanti gli Stati Uniti e altri paesi. La buona notizia è che, rispetto a cinque anni fa, la sensibilità su questo tema è molto aumentata, come dimostra il fatto che più della metà di chi lavora nella ristorazione valuta molto positivamente la possibilità di ricevere una formazione specifica».
Anche per questo, spiega ancora l’allergologo, in Gran Bretagna la National Restaurant Association e il Food Allergy and Anaphylaxis Network hanno realizzato diversi poster e materiali informativi in cui vengono spiegati i principi fondamentali delle allergie alimentari, della loro prevenzione e dei rimedi da mettere in atto in caso di reazione grave.
Dal canto loro, sottolinea Weiss, gli allergici hanno imparato a prevenire e sempre più spesso telefonano e si informano prima di cenare in un ristorante, oppure lo fanno sperimentare ad amici e parenti. In attesa di un miglioramento della sicurezza, insomma, ci si affida (anche) al fai da te.
Agnese Codignola
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