Mela verde su un tavolo di legno circondata da bucce di mela

Da non confondere con i cosiddetti ‘superfood’, gli alimenti funzionali sono cibi che contengono vari componenti bioattivi con proprietà benefiche e protettive per l’organismo. Tali sostanze possono trovarsi naturalmente nei prodotti o essere aggiunte durante il processo di lavorazione. Uno degli alimenti più famosi per il mantenimento del benessere è la mela, frutto ricco, soprattutto nella sua polpa, di pectina, una fibra solubile utile per ridurre l’assorbimento di zuccheri e grassi, caratteristica grazie alla quale il consumo abituale di questo cibo possa avere degli effetti benefici sulla prevenzione del diabete e delle malattie cardiache.

Altro alimento funzionale naturale è il broccolo, contenente glucosinolati che modulano gli enzimi coinvolti nel metabolismo di alcune sostanze cancerogene, acido ascorbico utile nel ridurre lo strato ossidativo delle cellule, polifenoli che svolgono un importante ruolo nelle funzioni cognitive e carotenoidi preziosi antiossidanti. Ulteriori categorie di alimenti funzionali sono quelle che, durante il processo industriale, subiscono l’aggiunta di determinate sostanze come nel caso del latte addizionato con omega-3 o l’eliminazione di un componente come accade con il burro a ridotto contenuto di colesterolo; sono anche quelle in cui uno o più componenti sono stati modificati oppure quelle in cui è stata aumentata la biodisponibilità di una particolare sostanza.

La storia degli alimenti funzionali

Il merito di aver introdotto per primo il concetto di ‘cibo funzionale’ spetta al Giappone. Negli anni Ottanta il Paese prese la decisione di arginare l’aumento dei costi della sanità pubblica legato all’occidentalizzazione della dieta, principale causa dell’esponenziale incremento di alcune patologie collegate alle nuove abitudini alimentari. Nel 1991 il ministero della Salute del lavoro e del welfare giapponese introdusse il regolamento degli alimenti funzionali chiamato Food for Specified Health Uses (Foshu), una normativa che precisa quali sono le indicazioni necessarie per definire un alimento ‘functional food’. Il marchio Foshu fu ottenuto anche da Fibe-Mini, un soft drink arricchito di fibra e vitamina C lanciato sul mercato nel 1988 da Otsuka Pharmaceutical. Successivamente sotto l’egida della Commissione Europea fu redatto il documento Scientific concepts of functional foods in Europe, che definisce le caratteristiche necessarie in Europa per definire i cibi come alimenti funzionali.

Tra le pagine dell’atto si legge che il functional foodsvolge una o più azioni benefiche nell’organismo al di là degli effetti nutrizionali in modo da migliorare lo stato di salute generale e/o ridurre il rischio di malattie”. Inoltre vengono indicate la necessità di dimostrare gli effetti salutari, l’esigenza che il cibo rimanga tale (non sono incluse pillole o capsule) e che tali alimenti facciano parte di una dieta normale ed equilibrata. Viene ricordato anche che un alimento potrebbe non essere funzionale per tutte le tipologie di popolazione, ma solo per particolari gruppi, per esempio, in base all’età.

Ragazza mostra un broccolo
I broccoli sono considerati alimenti funzionali naturali perché contengono molte sostanze benefiche per la salute

Alimenti funzionali e salute

Sebbene la categoria di alimento funzionale abbia lo scopo di identificare i prodotti con effetti benefici sulla salute scientificamente riconosciuti, tale concetto fa sorgere degli interrogativi che vanno al di là della salubrità del cibo. Se conoscere quali sostanze sono preziose per mantenere uno stato di salute è molto importante, la creazione di prodotti addizionati potrebbe disincentivare o quantomeno disabituare l’osservanza di una dieta sana. Perché cercare di mangiare alimenti che naturalmente contengono omega-3 quando è possibile bere il latte arricchito? A rispondere a questa come ad altre domande è Laura Rossi, nutrizionista e ricercatrice del Crea – Alimenti e Nutrizione.

Attraverso una dieta corretta è possibile integrare tutte le sostanze necessarie per la salute oppure gli alimenti funzionali sono necessari?
Gli alimenti funzionali non sono necessari se si osserva una dieta varia e bilanciata. Gli alimenti funzionali, che ricordo essere quei cibi che naturalmente o perché addizionati contengono uno o più elementi in grado di promuovere la salute, rappresentano un’offerta commerciale il cui impatto sull’organismo va necessariamente valutato caso per caso.

Il concetto di alimento funzionale è più utile ai consumatori o alle aziende alimentari?

L’interesse per l’industria alimentare è alto e legittimo. L’obiettivo è vendere e il concetto di alimento funzionale stimola il consumatore a comprare un prodotto invece che un altro. L’utilità per l’acquirente dipende da vari fattori: se si ha una carenza particolare ha senso optare per un alimento che ha subito un’aggiunta o una sottrazione. Per esempio, se si ha una mancanza di iodio, è utile scegliere il sale iodato, oppure se si segue una dieta vegana, è bene optare per una bevanda vegetale a cui è stato addizionato il calcio.

Mano che aggiunge sale a un piatto di verdure
L’acquisto e il consumo di un alimento funzionale addizionato ha un’utilità quando c’è una reale esigenza dell’organismo

Focalizzando l’attenzione sulla funzionalità di un alimento si corre il rischio di trattare il cibo come una merce qualunque?
Che il cibo abbia un importante valore culturale è indubbio, ma la mia maggiore preoccupazione rispetto ai prodotti funzionali è un’altra: che si tenda a medicalizzare l’alimentazione. La nutrizione ha un impatto sulla salute fortissimo, ma questo non deve portare a concentrarsi solo sui singoli elementi contenuti nel cibo. Questa medicalizzazione fa sì che l’alimento venga considerato come la somma dei suoi componenti tralasciando la globalità della dieta.

Frutta e verdura o pillole?

Mangiare tanta frutta e verdura è importante per prevenire alcune patologie, ma lo stesso effetto non lo si ottiene assumendo il complesso dei suoi componenti. Infatti è probabile che, se si segue una dieta ricca di vegetali, si consumino meno zuccheri semplici e grassi. Detto ciò non bisogna essere assoluti, perché il potenziamento di un cibo può avere la sua utilità. Negli Stati Uniti, per esempio, il governo ha adottato la fortificazione obbligatoria con acido folico delle farine di cereali. Con questo si vuole favorire la prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale. Qui in Italia, invece, alcuni panificatori si sono impegnati a ridurre volontariamente la quantità di sale nel pane.

La salute sarà accessibile a tutti?

Introdurre nel mercato alimenti modificati al fine di renderli più salutari può rendere la dieta sana ed equilibrata un’idea sempre meno sostenibile e poco accessibile a tutti?
Non credo che i fenomeni siano così strettamente collegati, bisogna ricordare che la produzione di massa degli alimenti ha consentito una maggiore disponibilità di cibo. Uno dei rischi maggiori è che le persone si sentano giustificate a non condurre una dieta equilibrata dato che in commercio si trovano prodotti potenziati. Gli alimenti funzionali che promettono, anche in modo corretto, un apporto nutrizionale superiore possono dissuadere dal consumo di quei cibi contenenti naturalmente determinate sostanze. Un esempio calato nel contesto italiano potrebbe essere rappresentato dalla scelta di acquistare patate addizionate con lo iodio, invece del semplice sale iodato. In questo modo avviene un travisamento simile a quello che accade quando scegliamo il formaggio light per evitare di ingrassare con il risultato di mangiarne di più.

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luigiR
luigiR
26 Settembre 2023 15:28

Nell’articolo si fa cenno al pane con minor contenuto di sale. vorrei solo aggiungere che nel meridione sono veramente pochi i panificatori che hanno aderito alla campagna appoggiata dal Ministero della Salute “meno sale, più salute”…

Laura
Laura
21 Ottobre 2023 12:04

Grazie davvero per i vostri articoli che definisco essenziali per aiutarci a capire cose altrimenti astruse per noi consumatori

giova
giova
21 Ottobre 2023 19:23

A me sembra di scorgere una contraddizione nella risposta della dottoressa Laura Rossi alla domanda – più che lecita – della dottoressa Francesca Faccini, quando le chiede: “Introdurre nel mercato alimenti modificati al fine di renderli più salutari può rendere la dieta sana ed equilibrata un’idea sempre meno sostenibile e poco accessibile a tutti?”. Perché, prima risponde così: “Non credo che i fenomeni siano così strettamente collegati, …”. Poi, invece, a mio parere contraddicendosi, afferma: “Uno dei rischi maggiori è che le persone si sentano giustificate a non condurre una dieta equilibrata dato che in commercio si trovano prodotti potenziati. Gli alimenti funzionali che promettono, anche in modo corretto, un apporto nutrizionale superiore possono dissuadere dal consumo di quei cibi contenenti naturalmente determinate sostanze.”.

Flavio
Flavio
22 Ottobre 2023 09:46

Già oggi esistono moltissimi (troppi?) prodotti, anche specifici per l’infanzia, addizionati con vitamine e minerali vari. Per il consumatore convinto che più vitamine si assumono (o si fanno assumere ai bambini) meglio è, o semplicemente per l’acquirente meno attento, ciò può comportare alcuni rischi. Ricordo, solo per esempio, quello di ipervitaminosi soprattutto per le vitamine liposolubili A, D, E e K, o i rischi cardiovascolari per eccesso di alcuni minerali quali magnesio e potassio. Se un domani si affiancasse anche la moda dei cibi funzionali, sarebbe oltremodo difficile, per un consumatore poco preparato, calcolare la somma di tutte le aggiunte ingerite a fine giornata.