Alimenti per neonati, bambini e dietetici: assenti i cibi per i celiaci. Il Parlamento europeo approva nuove norme su etichettatura e contenuto
Alimenti per neonati, bambini e dietetici: assenti i cibi per i celiaci. Il Parlamento europeo approva nuove norme su etichettatura e contenuto
Valeria Nardi 18 Giugno 2013Dal Consiglio europeo sono in arrivo nuove regole di etichettatura per gli alimenti dei bambini, i prodotti ipocalorici e i cibi destinati a fini medici speciali. Le norme introdotte avranno il fine di aiutare i consumatori a distinguere più chiaramente gli alimenti di consumo corrente da quelli rivolti a gruppi specifici di popolazione.
L’obbiettivo è semplificare le regole sull’etichettatura e sulla composizione degli alimenti per lattanti e bambini di età compresa tra 6 e 10 mesi, dei cibi a base di cereali, di quelli destinati a diete speciali e sui sostitutivi dei pasti a fini dietetici. La norma include un elenco di sostanze come vitamine e minerali che possono essere aggiunte a questi alimenti.
Rispetto agli alimenti per lattanti e di proseguimento è stato deciso, per “non scoraggiare l’allattamento al seno”, che l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità non devono “contenere illustrazioni di lattanti o altre illustrazioni o diciture che inducano a idealizzare l’uso di tali formule“. Sono invece ammesse illustrazioni grafiche per facilitare l’identificazione delle formule e i metodi di preparazione. Il Parlamento ha inoltre chiesto alla Commissione di valutare se il latte destinato alla prima infanzia abbia davvero “eventuali benefici nutrizionali rispetto a una dieta normale per un bambino che sta per essere svezzato“.
Assente ingiustificato dalla nuova normativa sono gli alimenti senza glutine. «La celiachia non è una moda ma una vera malattia – dichiara Tosi, presidente dell’Associazione italiana celiachia. – Banalizzare la dieta gluten free ha portato l’Europa a non riconoscere più le esigenze nutrizionali dei celiaci. Il nuovo regolamento approvato dal Parlamento europeo sui prodotti destinati ad alcune categorie vulnerabili, comprende perfino chi deve perdere peso, ma non i celiaci»
La Commissione europea dovrebbe infine stilare una relazione per valutare la necessità di un’adeguata proposta legislativa per i prodotti alimentari destinati agli sportivi.
Valeria Nardi
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Penso che la commissione del Parlamento Europeo distingua nettamente la Celiachia come grave patologia autoimmune, dalla intolleranza per difficoltà digestiva prevalentemente del frumento e dei cereali ad alto contenuto di glutine, secondo il principio di qualità e non di quantità come per il lattosio.
Infatti nel celiaco piccolissime tracce di sostanza, scatenano reazioni immunitarie anche gravi, mentre per l’intollerante al frumento ed altri cerali con glutine, si hanno solo difficoltà digestive e disbiosi intestinale.
Pertanto è corretto l’approccio della Commissione Europea al problema e la Celiachia non è compresa in queste categorie di alimenti destinati ad una dieta particolare, ma non per patologie trattabili sotto stretto controllo medico, fuori dalla competenza commerciale e corretta etichettatura.
L’estrema sintesi, è la netta separazione tra alimenti più o meno adatti ad ogni età e caratteristiche personali e alimenti farmaco vigilati, per patologie mediche.