Un’alimentazione sana fa risparmiare: i canadesi potrebbero spendere quasi 500 dollari in meno all’anno. Ma solo un terzo segue le linee guida
Un’alimentazione sana fa risparmiare: i canadesi potrebbero spendere quasi 500 dollari in meno all’anno. Ma solo un terzo segue le linee guida
Agnese Codignola 21 Marzo 2019Oltre a guadagnare in salute, i canadesi potrebbero risparmiare denaro, se si attenessero alle nuove linee guida sull’alimentazione, rese note nel 2019. Se infatti si considera una famiglia media di quattro persone, il risparmio potrebbe essere di poco meno di 500 dollari canadesi all’anno (475, per la precisione). Ma per il momento solo un cittadino su tre lo fa; gli altri si affidano ad amici e parenti o alla rete. È un ritratto in chiaroscuro quello che emerge dai dati preliminari di uno studio avviato dall’Università di Guelph e dalla Dalhousie University sull’aspetto economico della dieta media dei canadesi e sul recepimento delle ultime indicazioni da parte della popolazione.
Da una parte, infatti, i ricercatori, che hanno elaborato quattro diversi piatti medi, due seguendo le linee guida della versione precedente (del 2007) e due rispettando i dettami dell’ultima, hanno visto come le nuove linee guida consentirebbero appunto a ogni famiglia di quattro persone di risparmiare circa il 6,8% della spesa destinata al cibo, pari a 1,30 dollari canadesi al giorno. Il risparmio sarebbe dovuto alla diminuzione del ruolo della carne, rimpiazzata da verdure e altri alimenti meno cari, e alla sostituzione del latte (prima consigliato) con l’acqua, anch’essa più economica, per limitare l’obesità.
Dall’altra, però, hanno chiesto a un campione di mille persone di diverse età dove prendessero le informazioni relative al cibo e quanto spesso consultassero la guida ufficiale, e il risultato non è stato molto confortante. Infatti, anche se circa la metà degli intervistati riteneva che le nuove indicazioni fossero in linea con le più recenti informazioni sul ruolo dei diversi alimenti e tre quarti sapeva almeno che erano state emanate, meno di un terzo le aveva utilizzate negli ultimi 12 mesi. I peggiori sono stati i baby boomers, evidentemente più restii a modificare le proprie abitudini: solo il 16% le considerava realistiche e la maggior parte di loro si affidava a giornali e libri. Invece i millennials e la generazione Z, meno consapevoli della loro esistenza (solo il 61% le conosceva), si affidavano per lo più alle celebrities e ai modelli dei social media.
Secondo gli autori questi dati non devono rappresentare una sconfitta, ma solo uno stimolo per trovare modi più efficaci per veicolare i messaggi alimentari, soprattutto tra i più giovani, per tutelare meglio la loro salute anche negli anni a venire e perché si sa che sono più sensibili a temi come il cibo biologico e la corretta alimentazione. Basta dar loro modo di capire meglio che cosa significano, in concreto, questi concetti.
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Giornalista scientifica