Sono passati 40 giorni da quando Il Fatto Alimentare ha pubblicato la notizia che la Rai era stata condannata a pagare 25 mila euro di multa per il programma “Occhio alla spesa” in onda su Rai 1 condotto da Alessandro Di Pietro. L’accusa è precisa: il conduttore ha fatto pubblicità occulta alla pasta Aliveris.
Il Fatto Alimentare aveva pubblicato un articolo nel giugno 2012 evidenziando qualche dubbio sulle effettive qualità della pasta e sullo strano modo in cui veniva rilanciata con una certa enfasi da alcuni programmi televisivi tra cui Occhio alla spesa.
Ieri sera Di Pietro ha ricevuto dalla Rai una lettera di risoluzione del contratto ad effetto immediato, e infatti stamattina il programma collocato abitualmente all’interno di “Unomattina” non è andato in onda. Il conduttore dopo avere ricevuto la lettera ha avuto un malore e siamo dispiaciuti ma questo aspetto non deve fare dimenticare la cronaca.
Pubblicità occulta a Occhio alla Spesa
Il Fatto Alimentare è stato il primo sito a diffondere la notizia del provvedimento in rete, chiedendo alla Rai di adottare provvedimenti che adesso sono arrivati. La notizia non è stata ripresa dai giornali e nemmeno dai rotocalchi e dalle televisioni, che hanno preferito ignorare l’episodio. Forse per questo motivo Di Pietro ha annunciato, nei giorni scorsi, di avere sporto querela per diffamazione nei nostri confronti.
Le puntate sotto accusa sono 3, quella del 9 gennaio 2012 intitolata “I cibi della salute”, quella del 23 aprile, “La salute vien mangiando”, e quella del 28 maggio intitolata “Alimentazione. Salute. Benessere. Cibi e salute”. Nel corso dei programmi, recita la sentenza, “vengono ripetutamente descritte in modo estremamente enfatico tutte le caratteristiche benefiche della pasta, vengono intervistati i professori Carlo Clerici e Kenneth D.R. Setchell direttori scientifici degli studi e clinici e soci della stessa società, vengono trasmessi servizi interamente registrati presso lo stabilimento di produzione della pasta Aliveris”.
La pubblicità occulta è tanto più grave, sottolinea la sentenza perché Alessandro Di Pietro e la sua trasmissione “Occhio alla spesa” sono chiaramente indirizzati ai telespettatori “per suggerire loro scelte commerciali informative e veritiere sui prezzi e le caratteristiche dei prodotti.”
Ma l’aspetto più inquietante della vicenda è che Alessandro Di Pietro, attraverso la società VP ha stipulato un accordo per esaltare nel programma le speciali caratteristiche della pasta. In altre parole il conduttore ha realizzato tre puntate in cui ha parlato con toni positivi del prodotto, facendo in modo sin troppo evidente pubblicità occulta. Tutto ciò però è avvenuto ad insaputa della Rai.
La sentenza
“In merito all’esistenza di un rapporto di committenza, nel corso del procedimento è stata acquisita copiosa documentazione dalla quale emergono i collegamenti tra IAFB e il presentatore della trasmissione, per mezzo della VP società operante nel mondo dello spettacolo. In particolare i rapporti sono dimostrati da: l’esistenza di un contratto sottoscritto tra i professionisti per il quale VP si è impegnata a garantire a IAFB “la presenza in almeno 2 puntate di trasmissioni televisive sui maggiori network nazionali (Rai, Mediaset, La7 e Sky) nel periodo marzo-maggio del corrente anno…per esaltare in tali puntate le speciali caratteristiche dei prodotti del pastificio Bianconi con particolare riferimento alla pasta al germe di soia adatta per i diabetici ”. Il corrispettivo contrattualmente pattuito per la prestazione è pari a [omissis] euro;
-l’esistenza di uno scambio di corrispondenza elettronica, volto ad organizzare le puntate del 24 aprile e del 28 maggio. In particolare, lo scambio di mail era volto ad organizzare la presenza della IAFB e Aliveris –tramite la partecipazione del responsabile del progetto Aliveris e i Proff. Kenneth Setchell e Carlo Clerici–nel corso delle puntate.[Omissis];
-una mail inviata dal presentatore della trasmissione all’ExportManager di IAFB avente ad oggetto le possibili azioni da intraprendere in risposta ad un articolo pubblicato su una testata giornalistica on line ( Il Fatto Alimentare) critico rispetto alle effettive caratteristiche della pasta”.
Collegamento tra conduttore di Occhio alla spesa e produttore
C’è un altro elemento da sottolineare: è la prima volta che viene pubblicata una sentenza per pubblicità occulta dove il Garante individua l’esistenza di un collegamento tra il conduttore del programma e il produttore.
La tesi dell’Agcm è stata condivisa anche dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che ha rilevato oltre alla palese presenza di pubblicità occulta anche diverse violazioni del Codice del consumo. Nella sentenza si censura anche la pasta al germe di soia Alivers, perchè riporta diciture ingannevoli come “pasta della salute… per la dieta del diabetico… in grado di svolgere un’azione di controllo sul colesterolo”. Per queste frasi i vari attori della filiera sono stati condannati a pagare multe per un totale di 85 mila euro.
© Riproduzione riservata Foto: Occhioallaspesa.rai.it
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Alla fine dispiace che, in un paese come l’Italia dove tutti fanno i furbi, siano rari i casi come questo! Mi domando: ma il regista e chi fa i montaggi, gli autori, ecc ecc non ne sapevano proprio nulla di nulla? tutti con le fette di prosciutto sopra gli occhi? mah! non lo fa mica da solo il programma! secondo me non va solo colpito il conduttore ma tutti gli altri che lo hanno favorito sapendo cosa stessero realizzando! Poi come al solito le altre pubblicità, prima fra tutte quella sulle acque, continuano a fare danni e danni, poi ci sono quelle sulle pillole per dimagrire, poi la pasta, gli integratori, ecc ecc…. insomma, è il sistema che è marcio.
Mi è sempre stato cordialmente antipaticoed ho sempre avuto la sensazione che non facesse divulgazione as uso degli spettatori, ma pubblicità pro domo sua !
Meno male, così ha finito di spargere inesattezze sugli alimenti
Era ora! Anche a me non è mai piaciuto, e la trasmissione era allungata dalle ripetizioni (la stessa parola ripetuta più volte), a cui forse il presentatore non faceva caso, ma chi ascolta lo nota. Aria nuova? Speriamo!
Non ci siamo persi niente, anche perchè lo pagavamo noi con il costo del canone
per non parlare delle sue carenze in fatto di grammatica…..anzi, ne vogliamo parlare?????