Consumare alcolici per dimagrire? È una bufala che circola in rete. C’è un nesso fra le cellule nervose che regolano la fame e le bevande alcoliche
Consumare alcolici per dimagrire? È una bufala che circola in rete. C’è un nesso fra le cellule nervose che regolano la fame e le bevande alcoliche
Redazione 27 Marzo 2017Altro che bere per dimagrire. Chi ha come obiettivo la perdita di peso o il mantenimento di quello attuale, tutto dovrebbe fare, fuorché alzare il gomito. Mi arrivano ogni giorno segnalazioni a dir poco imbarazzanti che riferiscono tesi di merito relative a birra, vino e presunte proprietà miracolose di dimagrimento e, addirittura, di equivalenza tra l’uso di alcol e ore di attività fisica spese nello sforzo di perdere peso. Alcune segnalazioni, in effetti diffuse sul web in siti più o meno noti, si spingono a consigliare di «eliminare l’alcol e la birra, mentre invece potete continuare a bere vino». Altre fanno riferimento a documenti di consenso di gruppi di ricercatori di cui spesso, quasi sempre, o è arduo reperire una dichiarazione di assenza di conflitti d’interesse oppure è evidente, alla verifica sulle fonti originali, la manipolazione in chiave sensazionalistica dei risulti scientifici e dei commenti degli autori.
Il semplice buon senso basato su un’informazione precisa e aderente alle evidenze della ricerca, ci ricorda che l’alcol è una sostanza calorica con sette chilocalorie per grammo che fanno di un bicchiere medio di qualunque bevanda alcolica (che contiene 12 grammi di alcol) una componente non indifferente nell’introito calorico giornaliero. È facile calcolare che un semplice bicchiere ai pasti (a pranzo e a cena) determina l’introito di oltre 5.040 (facendo 7 cal x12 grammi x 2 bicchieri x 30giorni) chilocalorie al mese. In alcuni casi si possono raggiungere e superare le circa 7.000 chilocalorie, che si traducono in un chilogrammo di peso, se non smaltite con adeguato esercizio fisico. Sono calorie in più «vuote», come si diceva negli anni ’80, inutili per l’organismo, in quanto non legate a una proprietà nutriente (come nel caso di proteine, grassi e carboidrati). Che ci possa essere qualcuno che possa consigliare di bere per dimagrire, francamente, non è il massimo per chi sa che il sovrappeso lo si combatte con stili di vita salutari che prevedono una restrizione calorica e un incremento del dispendio energetico quale quello derivante dall’esercizio fisico. Questo perché, come dimostrato da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications, più si beve, maggiore è il rischio che il passo successivo sia rappresentato dal consumo di cibo.
I ricercatori del Francis Crick Institute (Londra) sono arrivati a dimostrare quanto appena detto somministrando per tre giorni a dei topi dosi di vino corrispondenti al quantitativo di una bottiglia e mezzo di vino. Come conseguenza, gli animali hanno aumentato la richiesta di cibo. I colleghi non si sono limitati all’osservazione, ma hanno motivato il riscontro. L’etanolo s’è infatti confermato in grado di stimolare il senso del gusto, agendo sui neuroni oressigeni Agrp (che stimolano la fame) in maniera superiore alla norma. La conferma è giunta dal secondo passaggio dell’esperimento, consistente nella somministrazione di un farmaco che ha annullato i segnali inviati dai neuroni dell’appetito. Risultato? I neuroni sono tornati a consumare quantità di cibo nella norma. Nessun eccesso, nessun improvviso desiderio nascente dalla gola.
Secondo i ricercatori, capire come l’alcol cambia il corpo e il nostro comportamento potrebbe essere utile nel gestire l’obesità, e chi beve dovrebbe sapere che è a maggior rischio di abbuffarsi quando beve. Quanto finora accennato conferma in maniera scientifica che le molecole di alcol etilico influenzano sostanze come la grelina, coinvolte nei meccanismi di controllo del senso di sazietà. Un aspetto che si aggiunge a quello che vede le bevande alcoliche come uno dei maggiori apportatori di chilocalorie nella dieta. Piove sul bagnato, perché la letteratura scientifica ci dice – non servono ulteriori conferme – che dopo aver assunto alcol l’uomo è portato a ingurgitare alimenti ricchi in carboidrati e/o di scarsa qualità: snack, dolci e salati, panini, pasta e pizza. Né insalate, né pesce arrosto. Ciò spiega perché molte persone mangiano di più quando bevono. Attenzione dunque all’«effetto aperitivo»: la conseguenza potrebbe essere un indesiderato aumento del giro vita.
Emanuele Scafato, Direttore Osservatorio Nazionale Alcol, Presidente SIA, Società Italiana di Alcologia
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare. Clicca qui