stop alcol Ogni anno in Francia l’alcol provoca 41 mila decessi. Ora però l’Accademia nazionale di medicina dice basta e chiama direttamente in causa i politici, chiedendo loro di introdurre nuove regole per limitare il consumo e smettere di essere succubi di quella che definiscono la lobby dei produttori di bevande alcoliche.

I dati sono impressionanti: l’alcol è la prima causa di morte evitabile per i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 30 anni e la seconda di morte per cancro, per decessi in generale e per ricoveri, nonché causa di ritardo mentale per i bambini nati con sindrome fetale alcolica, e di demenza precoce. Oltre a questo è coinvolto nel 40% dei casi di violenza sulle donne e sui bambini e all’origine di un terzo degli incidenti automobilistici. E ancora: i dubbi effetti benefici cardiovascolari non possono in alcun modo controbilanciare i numerosi e soprattutto certi effetti nocivi. Per questi motivi, e alla luce della campagna lanciata quest’anno da Santé Publique France con lo slogan “Per la vostra salute, non più di due bicchieri al giorno, e non tutti i giorni”, basata sui nuovi limiti di consumo (massimo dieci bicchieri a settimana, o due al giorno con alcuni giorni alla settimana senza alcol), l’Accademia chiede:

  • Il divieto globale della pubblicità di bevande alcoliche
  • L’obbligo di indicare in etichetta in modo chiaro, leggibile e in contrasto rispetto allo sfondo la quantità di alcol in grammi, il numero di calorie (un bicchiere di vino ne apporta circa 70), l’indicazione “pericoloso per la salute” e diciture volte a scoraggiare l’assunzione da parte di donne incinte o che desiderano un figlio
  • L’introduzione di una tassazione basata sui grammi di alcol presenti
  • L’introduzione, come avvenuto in Scozia, di un prezzo minimo di vendita in base ai grammi di alcol

L’Accademia prosegue poi con un commento dai toni durissimi, accusando la lobby di aver colpevolmente ritardato l’introduzione di queste norme o almeno di alcune di esse, di aver aggirato il divieto alla pubblicità diretta ai ragazzi introdotto nel 1991, dedicando tutti gli sforzi a quella in rete e di aver così contribuito in modo determinante a far sì che la Francia continui a essere uno dei paesi del mondo dove il consumo è più alto e non tenda a diminuire. E cita alcuni esempi: le diciture per le donne incinte, già obbligatorie dal 2006, sono state sempre messe in modo che siano quasi illeggibili e certamente non notate dalla maggior parte delle persone. La discussione sull’opportunità di fare meglio per tutelare donne in gravidanza e bambini si trascina da anni grazie alle interferenze della lobby. Oltre a questo, la filiera dei viticoltori ha diffuso nelle scuole, tra i bambini di 3-6 anni, depliant illustrativi sulle vigne, dove non viene mai detto che l’alcol fa danni, e ha fatto sforzi notevoli affinché le donne bevessero più vino. Infine, il governo ha rinunciato a imporre una tassazione e sta pensando di reintrodurre l’alcol negli stadi.

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Le diciture sui rischi del consumo di alcol in gravidanza obbligatorie in Francia sono spesso quasi illeggibili

A fronte di un quadro così pesante, i tre quarti dei francesi pensano che i politici risentano dell’influenza delle lobby e i due terzi pensano che siano i produttori a impedire di varare regole più razionali. Inoltre il 70% approverebbe norme stringenti, il 58% la tassazione specifica, l’81% l’etichettatura e il 90% trova insufficiente l’informazione dedicata ai giovani affinché si possa prevenire il consumo tra di loro.

In Italia il consumo è stabile e anzi mostra una tendenza alla diminuzione in alcune fasce d’età, ma non si può dire che la situazione sia positiva (soprattutto tra i più giovani) né che si intraveda un impegno serio da parte dei politici, sempre pronti a presenziare alle manifestazioni di promozione del vino e un po’ meno presenti sui programmi di prevenzione o, quantomeno, sul sostegno a iniziative e norme per fornire di informazioni corrette e complete.

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Silvia Morelli
Silvia Morelli
14 Maggio 2019 17:15

Ottimo articolo esaustivo e onesto.Mi trovate pienamente d’accordo grazie

Giuseppe
Giuseppe
14 Maggio 2019 18:11

Mai come in questo caso vien da dire che si vuole la botte piena e la moglie ubriaca.
“Fatturato dell’export 2018 superiore a 13 miliardi di euro (+2,4%). Bilancia commerciale del comparto a 11,7 miliardi (+1,7%)” dati relativi a vino, cognac ecc. francesi 2018 (http://www.uiv.it/tag/export-francia).
Vogliamo un futuro astemio? L’alcol fa male ed bene dirlo ed educare a bere di meno e moglio, ma gli alcolici nelle varie declinazioni sono un immenso patrimonio culturale dell’umanità. Immaginate Marsiglia senza il pastis? O la Russia senza vodka?
Vogliamo essere tutti più tristi e longevi? Diciamo anche che è uno scandalo che siano legali gli alcolici (sopra i 18 anni) e vietate con caparbietà sostanze dimostratamente meno nocive.