È iniziata la campagna per convincere milioni di consumatori che l’olio di palma fa bene e non distrugge le foreste. L’operazione è promossa dalle aziende che aderiscono all’associazione dei produttori di dolci e prodotti da forno (Aidepi). Il documento utilizza una buona e convincente narrazione per descrivere i vantaggi del grasso tropicale. L’effetto sul mondo dei media è stato quasi immediato e in rete sono apparsi i primi articoli con le tesi dei produttori. Il problema non è questo, ma la scelta di molti siti di mantenere l’anonimato sulla fonte delle notizie. Secondo le regole del giornalismo quando si riprendono dati e numeri bisogna citare la fonte per fare capire al lettore chi è l’autore. Nei molti articoli sull’olio di palma che riportano i dati presenti nel dossier Aidepi, l’associazione di categoria non viene mai citata.
Per restare in tema di trasparenza va detto che il più importante lavoro scientifico sull’olio di palma citato nel dossier Aidepi sulla salubrità del grasso tropicale, è scaturito da un finanziamento dell’associazione (come viene giustamente scritto in appendice alla pubblicazione). Purtroppo però nelle note a favore del palma questo particolare viene spesso dimenticato .
Per quanto ci riguarda abbiamo già evidenziato in un articolo le lacune e le criticità del documento. Siamo convinti che la vicenda dell’olio di palma avrà una soluzione positiva solo se continuerà la pressione dei consumatori con le firme alla nostra petizione e con le lettere alle aziende. A tutti chiediamo di fare girare sui social la petizione per raggiungere entro fine mese il traguardo delle 150 mila firme.
I supermercati abbandonano l’olio di palma
Nel frattempo va però detto che 15 catene di supermercati hanno aderito al nostro appello, si tratta di: Coop, Esselunga, Carrefour, Iper, Despar, Primia con i marchi Basko, Poli, Tigros e Iperal, Crai, Ikea, Ld Market, Picard, MD discount, U2. Alcune hanno già sugli scaffali i primi biscotti palma free altre hanno avviato il progetto e dovrebbero concretizzare il cambiamento entro la fine dell’anno. Si tratta di una lista destinata ad allungarsi
© Riproduzione riservata
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
giornalista redazione Il Fatto Alimentare
le catene di supermercati a seguito di questi allarmi cambiano le ricette per non perdere quote di mercato, non certo perché sono preoccupati della salute di noi consumatori…
… il cambio ricetta è un problema che “girano” alle azienda produttrici,
non si preoccupando minimamente con cosa viene sostituito l’olio di palma.
Dal nostro elenco di prodotti senza il palma non mi sembra che le cose siano proprio come le descrive lei
Non vorrei che al posto del palma ne usano altri peggiori e più calorici
Non è così consulti il nostro elenco di prodotti palma free
Purtroppo ad oggi le marche più conosciute e diffuse utilizzano oliio di palma.
Io ho deciso di farmi tutto in casa, trovo tutto più buono sicuro perché so quello che faccio ed è molto più diverente. Nonostante tutti in casa mangiamo anche di più siamo calati tutti di peso.
Sarebbe molto utile sapere i nomi dei supermercati che hanno detto no all’Olio di Palma, in questo modo i consumatori potrebbero premiarli andando a comprare da loro. Potete dirci quali sono questi supermercati?
Coop, Esselunga, Carrefour, Iper, Despar, Primia con i marchi Basko, Poli, Tigros e Iperal, Crai, Ikea, Ld Market, Picard, MD discount, U2. Alcune hanno già sugli scaffali i primi biscotti palma free altre hanno avviato il progetto e dovrebbero concretizzare il cambiamento entro la fine dell’anno. Si tratta di una lista destinata ad allungarsi