L’acqua potabile è un bisogno primario per la salute delle persone e della collettività ed è sempre stata legata allo sviluppo della vita e della civiltà. L’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienici è un diritto umano fondamentale e la sua tutela è ritenuta un’azione prioritaria dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu), dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dell’Unione europea e nelle politiche nazionali. Norme, regolamenti e misure legislative adottate in Italia, come in molti altri Paesi, hanno l’obiettivo di garantire che in ogni casa, scuola, comunità e in ogni ambiente produttivo sia disponibile acqua sicura in adeguata quantità, con continuità nell’erogazione e costi sostenibili per i consumatori. Perché un’acqua possa essere definita potabile deve essere: incolore, insapore, inodore e priva di particelle sospese (limpida e trasparente). Queste caratteristiche sono definite organolettiche. C’è di più, l’acqua potabile non deve contenere: microrganismi, parassiti e sostanze chimiche in quantità tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute.
D’altra parte, alcuni elementi essenziali per la salute quali, ad esempio, il boro, il selenio, il fluoro, il cromo e il rame, che l’organismo non è in grado di produrre da solo e deve procurarsi dagli alimenti, sono veicolati attraverso le acque nelle quali sono naturalmente presenti , insieme ad altri sali minerali quali calcio, magnesio, iodio, potassio, anch’essi essenziali per lo sviluppo di tessuti e organi (ad esempio, denti e ossa), per gli scambi tra le cellule e per altre reazioni che producono energia. È, quindi, importante bere una quantità adeguata di acqua (almeno 2 litri al giorno per un adulto), specialmente nei periodi caldi o dopo aver svolto un’attività fisica intensa, con forte sudorazione e perdita di liquidi e di sali minerali. Secondo i più recenti dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) il volume d’acqua prelevato per uso potabile dalle fonti di approvvigionamento presenti in Italia è pari ad una quantità giornaliera per persona di 428 litri, il più alto nell’Unione europea. Oltre il 40% del volume di acqua prelevata non raggiunge il rubinetto, a causa delle dispersioni della rete dovute a tubature vecchie e a scarsa manutenzione.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.