Un giudice Usa ha rigettato il ricorso della Monsanto: la California può quindi inserire l’erbicida glifosato nell’elenco delle sostanze potenzialmente cancerogene, il che apre alla possibilità che L’azienda sia obbligata ad inserire nell’etichetta dei prodotti l’avvertenza sui rischi di questa sostanza. Monsanto, produttrice del Roundup, il diserbante a base di glifosato più utilizzato al mondo, ha annunciato che ricorrerà in appello.
La decisione della California si basa su una sua legge, la Proposition 65, che impone allo Stato di compilare e aggiornare una lista delle sostanze chimiche, facendo proprie le valutazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (lo Iarc ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno” nel marzo 2015). Per le sostanze chimiche inserite nella lista, l’Office of Envirnmentale Health Hazard Assessment (OEHHA) della California può decidere di chiedere ai produttori di inserire l’informazione sulla cancerogenicità in etichetta.
Secondo Monsanto, l’inserimento del glifosato in questa lista sarebbe viziato e privo di fondamento, perché l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e le autorità di regolamentazione dei pesticidi in tutto il mondo sostengono che il glifosato non provoca il cancro. Inoltre, afferma Monsanto, l’elenco viola la Costituzione della California e degli Stati Uniti, perché in questo modo l’OEHHA della California delega il potere di regolamentazione a un ente terzo, lo Iarc, non eletto e non controllato dal governo federale o statale, il cui stesso regolamento afferma che le classificazioni non hanno valore legale. La sentenza del giudice Kristi Kapetan, della Superior Court of California della Contea di Fresno, non ha però accolto le ragioni di Monsanto.
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