Il maiale ai primi posti: negli USA gli allevamenti di suini spopolano a discapito di mucche e vitelli. E in Italia? L’infografica di Valori
Il maiale ai primi posti: negli USA gli allevamenti di suini spopolano a discapito di mucche e vitelli. E in Italia? L’infografica di Valori
Redazione 27 Gennaio 2017Bovini, suini, polli e ovini: quale di questi allevamenti ha il primato? Alla domanda ha risposto un articolo sul numero di dicembre-gennaio della rivista Valori, soprattutto per quanto riguarda il mercato statunitense. L’idea che negli USA gli allevamenti con il numero di capi più abbondante siano quelli di bovini è un mito del nostro immaginario collettivo che da tempo non trova riscontro nei fatti. Prima sono stati infatti i polli a superare – in numero – mucche e vitelli e ora è il turno del maiale.
L’allevamento intensivo di suini ha avuto un forte impulso negli Stati Uniti a partire già dal 1952. Questi capi sono destinati al consumo domestico, alla grande ristorazione e all’esportazione. La produzione di manzo invece è ai suoi valori più bassi da circa 20 anni. Il successo della carne di maiale negli Stati Uniti è iniziata nel 2014, arrivando a 70,9 milioni di capi “di cui quasi 65 milioni destinati al mercato della carne, ovvero il 2% in più rispetto al primo settembre di un anno fa, e ben il 4% oltre il numero di capi contati al primo giugno 2016”.
In Italia? Come si evince dall’infografica, polli e conigli sono gli animali più diffusi nel 2015 seguiti da suini e bovini in ultima posizione. A livello regionale, la Lombardia è la regione con più mucche e con la metà dei maiali di tutto lo stivale. Il Veneto, invece, alleva più polli, conigli e tacchini.
Cresciuta nella grassa Emilia dove prosperano i “famigerati” allevamenti di suini, mi permetto una precisazione riguardo a chi afferma che lo strutto è bovino ed il lardo suino (v. articoli e disquisizioni varie in relazione al punto di fumo dei medesimi e dell’olio d’oliva in maggio 2016 e che leggo solo ora, mea culpa!): tanto il lardo quanto lo strutto si ricavano dal suino e, udite udite, il secondo si considera addirittura migliore di altri grassi per la frittura. Sempre se non si esagera in quantità, è evidente.