Protagonista dell’ultimo test di Altroconsumo è il caffé in capsula, le cui vendite hanno registrato un’impennata del 20% nell’ultimo anno. Per questa ragione, l’associazione ha preso in esame 23 tipi di capsule, analizzando in laboratorio la compatibilità, le caratteristiche fisico-chimiche e i livelli di due sostanze nocive: l’ocratossina (rilevata sempre in quantità trascurabili) e l’acrilammide, presente a livelli che non destano preoccupazioni. La valutazione del gusto e stata affidata a un gruppo composto da esperti e a un secondo gruppo composto da consumatori.
Complessivamente, i 23 caffé in capsula analizzati si possono dividere tra quelli di qualità buona (11) e quelli che hanno ricevuto un giudizio medio (12). Ai primi posti della classifica troviamo: Nescafé Dolce Gusto Espresso, Illy Espresso 100% arabica e L’Aroma del Caffé Aromatico 100% arabica. Quest’ultimo, con i suoi 20 centesimi a capsula compatibile con il sistema A Modo Mio di Lavazza, si aggiudica anche il titolo di Miglior Acquisto per il rapporto qualità/prezzo.
Si piazzano, invece, all’estremità opposta della classifica il caffé in capsula Bialetti Napoli e Let’s Espresso Ristretto (compatibile con A Modo Mio), che, oltre ad aver ricevuto un punteggio molto basso da entrambe le giurie, hanno anche alti livelli di tricloroanisolo (TCA responsabile dell’odore di tappo nel vino e considerata una molecola con un ruolo importante anche nell’analisi sensoriale del caffé).
Le capsule hanno un grande impatto ambientale, dovuto al difficile recupero dei materiali come: alluminio, plastica e fondi di caffé. Nespresso (le cui proposte Arpeggio e Ristretto seguono i tre vincitori del test), recupera e ritira le capsule usate presso le sue boutique e in alcune isole ecologiche per il riciclo. Il sistema non è molto pratico e non è dato sapere quale sia il volume delle capsule recuperate dall’azienda svizzera.
Lavazza, Coop e Vergnano, i cui prodotti si collocano nel gruppo dei caffé di buona qualità, hanno invece imboccato la via della capsula compostabile realizzata in bioplastica. Tuttavia, non tutti gli impianti di compostaggio sono equipaggiati per il trattamento delle capsule “ecologiche”, che spesso vengono scartate e finiscono in discarica o all’incenerimento. È importante sottolineare come solo Lavazza insieme a Comieco sta cercando di verificare la compatibilità delle capsule con gli impianti di compostaggio presenti sul territorio. Per il consumatore più attento all’ambiente, la soluzione migliore rimane il caffé da moka, oppure le cialdine in carta-filtro facilmente compostabili.
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare. Clicca qui
Io sono dell’idea che, se si ha davvero a cuore l’ambiente naturale, si deve evitare il consumo del caffè in capsule. Poco o tanto, inquinano tutte.
Esistono opzioni più ecologiche di altre: http://www.ilfattoalimentare.it/capsule-di-caffe-tabella.html
E se uno avesse voglia di aprire le capsule usate e separare i fondi di caffè dalle capsule?
Ognuno può dire la sua, inquinare più o meno, con le capsule anche togliendo il caffè e metterlo nell’umido, la capsula di plastica-alluminio resta. Bevete il caffè che Vi piace, Ma fatelo con la moka.
riutilizzabili mi sembra la scelta migliore dal punto di vista ambientale ma a quel punto le aziende che producono capsule che sono le stesse che producono macchine espresso piu’ o meno perderebbero una buona fetta di introiti.altra soluzione ? utilizzare macchine che accettano sia cialde o caffe’ in polvere.
Bene la tecnologia e maggiore igiene se però il prezzo da pagare in termini di inaccettabile aumento di rifiuti non riciclabili e difficilmente gestibili non venga scaricato sui Comuni e quindi sulle tasse e la vivibilità dei cittadini che vi abitano.
E vale per le capsule caffè e per la follia di imballaggi enormi e spesso poco funzionali ma molto “attrattivi”.
Con una pesante sovrattassa sugli imballaggi non riciclabili il problema “a chi resta il cerino acceso” si fermerebbe un pò più a monte.
Molte municipalizzate dei rifiuti sono sommerse da queste capsule: vogliamo far pagare qualcosa anche al superbelloccio sciupafemmine che le ha convinte a mollare la moscia moka?
Io continuo ad utilizzare una macchinetta con sistema trivalente.
Uso il caffè in polvere ed è una meraviglia.
Ho utilizzato anche il sistema nespresso ma nulla di paragonabile al vero espresso.
Ho utilizzato anche vergnano ma non faceva molta crema.
Il caffè della moka lo preferisco solo se sono in viaggio all’estero.
Segnalo che anche Despar Premium produce un ottimo caffè arabica in capsule compostabili per macchine Nespresso a prezzi competitivi, più gustoso del Lavazza provato con altre macchine e molto simile al caffè delle capsule Nespresso originali.
Ho sempre trovato l’uso delle capsule per il caffè una cosa poco utile, una grande operazione di marketing riuscita molto bene ma a spese dell’ambiente. Le macchinè da caffè per queste capsule sono in genere di qualità scadente e il più delle volte non si possono nemmeno riparare ma si gettano. Io ho ottimi risultati con le cialde di carta E.S.E però bisogna avere una buona macchina da caffè alle spalle per ottenere un buon caffè. In più non si rischia di ingerire contaminanti derivanti dalla plastica scaldata o dall’alluminio..
Poi, parere personale, io non riesco a capire come si faccia a dire che Caffè Dolcegusto sia buono.. ogni volta che mi viene offerto ha un gusto talmete acidulo da fare benire i brividi. Trovo molto più buoni i caffè Coop e Vergnano.
Non è citato nell’articolo il caffè Nespresso.
Io uso le capsule Lavazza a modo mio ma faccio la raccolta aprendole e separando il caffe dalla capsula e dall’allumunio
anch’io faccio cosi e mi trovo bene.Patty
Io uso le capsule per la macchina Guzzini-Bo Frost: costano, ma il caffè è buono e sono riciclabili (si separano i coperchietti di alluminio, il caffè e poi la capsula di plastica…)