Un nuovo strumento della Fao apre il mondo della finanza climatica al settore lattiero-caseario. Certificare il taglio delle emissioni di CO2
Un nuovo strumento della Fao apre il mondo della finanza climatica al settore lattiero-caseario. Certificare il taglio delle emissioni di CO2
Beniamino Bonardi 1 Dicembre 2016La Fao ha sviluppato insieme ad altri partner una nuova metodologia che per la prima volta identifica con chiarezza le aree all’interno della produzione lattiero-casearia in cui si possono ridurre le emissioni di gas serra. Per esempio si potrebbero cambiare la composizione dei mangimi e le pratiche dell’alimentazione animale, oppure migliorare l’efficienza energetica delle apparecchiature – consentendo la misurazione delle riduzioni.
Questa metodologia è stata certificata dal Gold Standard, un organismo indipendente che valuta i progetti relativi al clima nell’ambito del Clean Development Mechanism delle Nazioni Unite e assicura che vi siano state effettive riduzioni delle emissioni.
La Fao considera la certificazione fondamentale per far sì che gli interventi su piccola scala nel settore lattiero-caseario ricevano crediti di carbonio, accettati a livello internazionale, in cambio della riduzione delle emissioni di CO2. Questi crediti possono essere venduti sui mercati del carbonio, costituendo un potenziale flusso di reddito, creando così un incentivo finanziario per l’industria lattiero-casearia. Il settore diventerebbe così più ecologico, aprendo nuove opportunità per i piccoli produttori di accedere a finanziamenti per investimenti nelle loro aziende.
Sinora la finanza per il clima e in particolare i mercati del carbonio sono stati chiusi al settore zootecnico, in parte perché non c’era una metodologia per il calcolo dei crediti e la certificazione dei tagli delle emissioni. Il nuovo strumento definisce uno standard globale e colma questa lacuna. Secondo Henning Steinfeld, responsabile della Fao per le politiche della zootecnia, “la metodologia contribuirà a canalizzare finanziamenti per progetti che hanno un impatto reale sulle condizioni di vita di milioni di piccoli produttori di latte”.
La Fao stima che, per soddisfare la domanda crescente, la produzione di latte dovrà crescere di 144 milioni di tonnellate entro il 2025. I cambiamenti strategici in materia di alloggio e alimentazione degli animali, sono la chiave per soddisfare tali esigenze con il minor danno ambientale possibilei.
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