Il “latte vegetale” vende di più: è aumentato, per esempio, il consumo di latte di soia a colazione, collegato alla diminuzione dell’acquisto di latte vaccino sia fresco sia a lunga conservazione. D’altro canto basta osservare lo spazio dedicato a questi prodotti nei supermercati per rendersi conto della crescente importanza per i consumatori. Negli ultimi anni il settore è esploso e non è più delegato ad aziende specializzate come e Valsoia. Anche le più classiche aziende del lattiero caseario, come le Centrali del latte e Granarolo, si sono aperte al business. Le ragioni dello sviluppo vanno ricercate sia nell’aumento dei consumatori vegani, sia del numero di persone affette da intolleranze alimentari.
Per capire cosa si può trovare nei supermercati, Il Fatto Alimentare ha realizzato una rilevazione in tre punti di vendita: un ipermercato Bennet, un grande supermercato Carrefour Market e uno più piccolo Coop riscontrando da 10 a 17 bevande vegetali complessivamente. Quasi tutti i prodotti sono proposti in formato da 1 litro (solo quattro marche offrono anche il mezzo litro). I prodotti biologici rappresentano più della metà dell’assortimento da Carrefour (6 su 10), la metà sugli scaffali di Coop (6 su 12) e 4 su 17 da Bennet.
Le bevande più presenti sono quelle a base di soia dal 45 al 50%, seguite da quelle a base di riso, anch’esse presenti in tutti i punti vendita e ben rappresentate (5 da Bennet e 4 da Coop). Quelle a base di avena, cocco, grano e mandorla sono presenti occasionalmente. Per ciascuna marca vengono segnalate le caratteristiche riportate in etichetta. L’offerta è molto ampia poiché oltre al biologico, vi sono molti prodotti arricchiti o altri “senza zuccheri aggiunti”. Coop propone due versioni della bevanda di soia Bene Sì: una a basso e l’altra a bassissimo contenuto di sale.
Esaminando gli ingredienti del “latte vegetale” a parità di matrice (soia, avena, riso..) le differenze risiedono in quelli aggiunti. Ci sono alcune proposte molto semplici, con la sola aggiunta d’acqua, e altre con il triplo di ingredienti come oli, stabilizzanti, aromi, emulsionanti, vitamine, calcio, sale e zucchero. Per quanto riguarda i prezzi, le differenze sono piuttosto ampie. Considerando tutte le bevande e il formato da 1 litro, il listino può variare da 1,35 euro a 3,50 euro. Il confronto va tuttavia fatto considerando segmenti omogenei.
Nel segmento delle bevande a base di soia il prodotto più conveniente al Bennet è Vivi Sì Bennet con un prezzo di 1,79 €/litro; la bevanda di soia più cara nell’ipermercato è invece Valsoia Soyadrink Light al prezzo di quasi 3 €/litro. Al Carrefour il prodotto più caro è Alpro Soya Original con un prezzo di 2,39 €/litro e il più economico è Carrefour Bio Drink Soia che costa 1,89 €/litro. Alla Coop il premium price, cioè il prodotto dal prezzo più alto, è Granarolo che costa 2,29 €/litro. Lla bevanda di soia più conveniente è anche in questo caso la marca del punto di vendita, Bene Sì Coop, con un prezzo di 1,49 €/litro.
Per quanto riguarda le bevande a base di riso i prodotti sono meno numerosi, Bennet non ha la propria marca e Coop non utilizza la marca di insegna come prezzo più conveniente. Il prezzo può variare da 2,79 €/litro di Chiccolat Riso Scotti Calcio +, presente al Bennet, fino a 1,35 €/litro di Riso Sì rilevato alla Coop. Infine per quanto riguarda le altre bevande non ci sono concorrenti diretti nei vari punti di vendita, ciascuno dei quali propone una sola marca, solitamente più cara rispetto a soia e riso. Due esempi? Il latte di avena (prezzo massimo di 3,50 €/litro rilevata alla Coop) e quelle di mandorla (prezzo massimo in Carrefour di 3,39 €/litro).
analisi di mercato
Ciao a tutti.
da 6 anni ormai bevo latte d’avena, che faccio bere anche ai miei figli di 1,3,6 anni. Reputo l’avena un cereale incredibile e consiglio a tutti l’Avena. La mia compagna beve invece latte di soia.
Non voglio demonizzare il latte vaccino ma da quando beviamo drink vegetali stiamo tutti meglio.
Per il drink di Avena consumandone noi circa 1Lt/1,5 Lt al giorno a volte facciamo scorta di quello di Isola Bio che acquistiamo da Natura SI ( vendono anche su internet) inoltre la proposta di Isola Bio non contiene olii aggiunti.
Proprio per l’elevato consumo di drink vegetale , soprattutto avena, abbiamo deciso di recente di autoprodurcelo. Esistono apparecchi appositi per l’estraziiobne del latte di avena e soia, ma se avete un estrattore vegetale ( quelli da 30/60 rpm al minuto per intenderci) si può usare benissimo quello. Al momento stiamo facendo vari tentativi, ma dobbiamo ancora raggiungere il grado di soddisfazione del ns. palato ( de gustibus).
Bel articolo ed utile, complimenti al/alla blogger.
Voglio aggiungere che a Eurospin c’è tutta una linea di latti vegetali. Io uso ormai da anni quello di riso, biologico e preparato per Eurospin da Riso Scotti. Mediamente tutti costano intorno a 1,15 euro al litro, soia, riso, soia e riso, soya e cacao, soia e vaniglia. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Sono dolcificanti
Io ho la macchina per farmelo a casa, cmq i più convenienti in assoluto sono quello di riso biologico di Eurospin mentre quelli di soia da Lidl a soli 0.99 a litro biologico ed è naturale senza zucchero, c’è anche al cacao ed alla vaniglia.
Saluti
L’aumento del consumo dei cosiddetti “latti” vegetali, che niente hanno a che vedere con il latte di origine animale in fatto di nutrienti contenuti, per tipo e per quantità, ha molto a che fare, oltre che senz’altro ad una maggiore attenzione nei confronti del mondo animale e della consapevolezza delle terribili condizioni alle quali sono soggetti gli animali d’allevamento, anche, purtroppo, con una grande disinformazione e la diffusione di notizie non corrette che riguardano l’alimentazione umana che tendono a “criminalizzare” immotivatamente alcuni tipi di cibi che in realtà hanno controindicazioni ben più limitate, in fatto di numero di persone interessate, di quanto viene fatto credere. I prezzi delle bevande alternative, nella media decisamente più di quelle del latte di origine animale, e, a parer mio, difficilmente giustificati dai costi di materia prima e produzione rispetto al latte vero e proprio mi fanno pensare quanto questa disinformazione sia una buona occasione per commercializzare a prezzo alto prodotti di basso valore con il conseguente aumentato guadagno per le aziende produttrici.
Sarebbe interessante sapere quali ingredienti, fra quelli aggiunti, sono più o meno salutari, per poter valutare la qualità dei diversi prodotti in commercio.
Molto importante sarebbe anche sapere chi garantisce soia non OGM al 100%: A volte è difficile trovare l’informazione sulla confezione: e quando non è specificato nella lista ingredienti, ma viene scritto in piccolo come nota informativa, vale realmente?
gentile Natalia, la commercializzazione di prodotti contenenti ingredienti ogm è consentita in italia con l’obbligo di indicazione in etichetta. mentre la soglia massima consentita per i prodotti alimentari (anche biologici) se la loro presenza è involontaria e tecnicamente inevitabile è 0,9% di tracce di OGM. Mentre se gli animali sono stati alimentati con mangimi ohm non occorre indicarlo in etichetta. le può interessare forse questo articolo: http://www.ilfattoalimentare.it/ogm-mangimi-allevamenti.html Il divieto per l’Italia riguarda la coltivazione di ogm.
AI negozi bio esiste una varietà stupenda di latte vegetali; non solo riso,avena e soya, ma anche di miglio(buonissimo) di farro, di kamut, di mandorle! Credo che variare tra i vari tipi di latte veg. non possa fare altro che bene!
Condivido pieamente tutto, anche io da due anni non uso latte vaccino, però mi piacerebbe sapere come stiamo messi con gli ogm su questi prodotti.
Sarebbe un po’ più interessante conoscere il valore centesimale e totale dei nutrienti : su che cosa dovremmo fare un paragone ?
Buongiorno,
ho trovato il vs. Articolo relativo si latti vegetali molto interessante,volevo però capire perché non avete valutato anche il latte di mandorla,
In attesa di un riscontro porgo cordiali saluti
Ma per piacere finitela con queste paranoie ma,sopratutto, non constringete i bambini a non bere latte vaccino e’ un grave errore….ci sentiamo meglio bevendo latte di riso ma non e’ latte e non dovrebbe essere chiamato cosi’ con queste mode..
Francamente ho provato il latte vegetale solo quest’anno, poiché cercavo un’alternativa allo yogurt nel periodo invernale. Ho provato il latte di nocciola e il latte d’avena di una marca bio: entrambi ottimi ma esageratamente costosi (specialmente il primo). Ora sono passata al latte di soia Lidl, che ho trovato squisito nella versione al cioccolato. Io non sono vegana né evito i latticini in genere, solo che il latte vaccino mi disgusta all’olfatto. Non so come spiegarlo, ma mi risulta spiacevole anche se mischiato ad orzo, caffè o cacao. Per ora quindi vado di sola soia.
Mi aggiungo ai vostri commenti. Mia moglie ed io dopo aver letto il libro The China Study siamo diventati vegani al 90%, e beviamo volentieri i latti vegetali. Noi siamo fortunati perche’ siamo soci di un GAS (Gruppo di Acquisto Soilidale) e i latti li prendiamo dalla societa’ svizzera Soyana (sede UE a Monaco, Germania) che dopo una analisi attenta fatta a suo tempo sono bio e hanno un contenuto di cereali maggiori di quelli in commercio in Italia
Francesco
Non è una moda, è una scelta, e come tutte le scelte vanno rispettate.
Chi è allergico al latte , non segue certo una “moda” se opta per la bevanda vegetale!
cosa intendi, Tizy, per allergia al latte?
Concordo con Natalia sulla necessità in questo tipo di articoli, di approfondire l’argomento delle sostante aggiunte a questa tipologia di prodotti, soprattutto per quanto riguarda gli ADDITIVI, che tutti noi consumiamo incosampevolmente creando l’effetto “SOMMA” non misurabile ma di grande importanza in quanto sfugge al nostro controllo..
Cosa sono? Cosa servono? Isola BIo che anche io acquisto da Naturasi ha una lista ingredienti molto più breve degli altri.. perchè loro ce la fanno e le grandi marche no??
Se li produciamo in casa al cereale aggiungiamo solo acqua…
Consiglio a tutti di controllare bene gli ingredienti prima di acquistare questi prodotti
Sarebbe ora di sdoganare queste “bevande” e permettere di chiamarle latte, come si può con il latte di mandorle.
Come se noi consumatori fossimo tutti scemi da non distinguere un latte fatto con il riso da un latte fatto dalle mucche, capre, pecore, cammelli ecc…
Latte sta per un liquido con caratteristiche simili ai latti animali, essere umano compreso, e questi latti vegetali hanno queste caratteristiche, forse più simili al latte di mandorle in quanto vegetale, ma sempre latte è, e come tale si consuma e tutti lo chiamiamo.
Non ho mai sentito chiedere la bevanda di soia, o di riso, ma sempre latte…
Non è certo una bevanda come la cola, l’aranciata o la gazzosa.
Ma chi stabilisce questi principi astratti dalla realtà? E per quali sani principi? Forse per evitare che qualche mamma inconsapevole possa sostituire il proprio latte con quello di riso? E non scrivere latte sulle confezioni previene queste possibilità?
ho letto cose bruttissime sulla soia chi sa qualcosa?
Le criticità sugli isoflavoni sono cadute. Qui trova l’ultimo parere dell’Efsa: http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/151021