Barilla, Grom, Iper, Picard dicono no all’olio di palma. La petizione arriva a 130 mila firme. Milena Gabanelli di Report Rai 3 non lo dice. Distrazione?
Barilla, Grom, Iper, Picard dicono no all’olio di palma. La petizione arriva a 130 mila firme. Milena Gabanelli di Report Rai 3 non lo dice. Distrazione?
Roberto La Pira 7 Maggio 2015La petizione contro l’invasione dell’olio di palma ha raggiunto 135 mila firme. Si tratta di un ottimo risultato che ha avuto dei riflessi sia tra le aziende alimentari sia tra le catene di supermercati. Abbiamo già detto che Coop, Ikea, Esselunga, Ld market, Md Discount e Carrefour hanno aderito all’invito di limitare o di eliminare il grasso tropicale nei loro prodotti. L’elenco iniziale si è allungato e adesso nella lista troviamo il gruppo francese di surgelati Picard, i supermercati Iper e il marchio Primia distribuito per Agorà Network da Basko, Poli, Tigros, Iperal.
Anche molte aziende alimentari hanno deciso di rinnovare le ricette e di togliere il palma da alcuni prodotti. La catena di gelaterie Grom ha eliminato il palma utilizzato per le cialde dei coni, Barilla in un documento ufficiale sostiene di avere ridotto negli ultimi 5 anni del 15 % l’impiego del grasso tropicale a fronte di volumi crescenti. Più precisamente il 15 % nelle merendine, l’11% nei biscotti e il 20% di grassi saturi negli snack. Misura la settimana prossima uscirà con un comunicato in cui annuncia di avere già introdotto nuovi prodotti palma free e di voler continuare su questo percorso.
Buitoni e Ferrero hanno scritto al programma Report annunciando un certo disimpegno e una diversificazione nella scelta dei grassi. La realtà è che nel mondo dei prodotti da forno dopo l’avvio della nostra petizione la sostituzione del palma con altri grassi vegetali è iniziata e chi non lo ha ancora fatto ci sta pensando.
Purtroppo questo andamento è sfuggito a Milena Gabanelli che in un servizio sull’olio di palma, andato in onda il 3 maggio nel programma di Rai 3 Report, firmato da Sabrina Giannini, ha citato un’iniziativa promossa qualche anno fa da Greenpeace, ma ha dimenticato di informare i telespettatori che in Italia 130 mila persone hanno firmato la nostra petizione di pochi mesi fa e ancora attiva.
L’autrice del servizio conosce perfettamente la nostra iniziativa ma ha deciso di non dirlo. Si tratta di un atteggiamento incomprensibile visto che il servizio pubblico ha il dovere di informare correttamente i cittadini. Abbiamo chiesto spiegazioni, ma Milena Gabanelli ha deciso di non rispondere, proprio come accade a lei in trasmissione con alcuni interlocutori. Non è questo l’atteggiamento che ci di aspetta da programmi come Report.
Per sottoscrivere la petizione clicca qui
Roberto La Pira e Dario Dongo (Great Italian Food Trade)
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Purtroppo non sarebbe neanche la prima volta che i loro servizi non sono completi di tutte le info necessarie e di cui, fatto più grave, sono a conoscenza. Mi sarei aspettata da loro un servizio sui frutti di bosco e l’epatite, ma tutto tace……
Report e’ una delle poche oasi nel deserto del giornalismo italiano, ma anch’essa probabilmente subisce condizionamenti dagli investitori pubblicitari
In effetti è sempre così: per non toccare gli interessi delle aziende alimentari non si informano i cittadini.
Ma che modo è di dare informazione?
Davvero tutto è un controsenso!!!
eh vabbè ognuno porta avanti la sua battaglia ma rosicare non serve e poi report/presa diretta avevano già citato il fatto alimentare in una puntata. il che è una gran cosa! io penso che le battaglie vadano portate sempre avanti certo poi se lo si fa tutti assieme meglio altrimenti pazienza!
comunque poche sono le trasmissioni così dotte in tv. poi come sempre sulla rete è un altro mondo; un posto dove ognuno può cercare, trovare ed approfondire.. come qui sul fatto alimentare: il mio sito di riferimento quotidiano! grazie
Gentile Enrico, grazie per la considerazione. Il punto non era però citare Il Fatto Alimentare, quanto una petizione che in pochi mesi ha raggiunto 130.000 firme! Sia per contiguità di argomento che per rispetto ai firmatari.
Report quando parla di alimenti è solo il festival della superficialità
Leggete questo e considerate l’importanza di guardare le cose anche da altri punti di vista.
http://stradeonline.it/scienza-e-razionalita/1123-tutti-gli-errori-di-report-sull-olio-di-palma
Bravissimo! Finalmente un commento da una persona che si pone delle domande senza accettare i “vangeli” degli eletti. Oramai l’ipocrisia e la contraddizione caratterizzano sempre più la nostra esistenza; viviamo in un mondo di “pifferai”, popolato da miriadi di topi pronti a seguirli e tuffarsi in mare……
L’articolo che citi è estremamente superficiale, del resto il sito web in questione è famoso per le sue battaglie a favore di ogm, nucleare ed negazioniste su ogni problema ambientale. Non considera infatti che ci siano aree a più alto valore ambientale di altre come le foreste pluviali in zone ad alta densità di biodiversità che le piantagioni di olio stanno via via distruggendo e contaminando, producendo anche alti quantitativi di gas serra a causa delle combustioni necessarie all’avvio delle coltivazioni, in paesi in cui il sistema politico è debole e la corruzione è dilagante: i produttori approfittano dei vuoti legislativi per concludere contratti con i governi che cedono ampie zone forestali che vengono rase al suolo e convertite in monoculture. Non considera inoltre che le coltivazioni di oli alternativi quali arachidi e girasole possono essere avviate a diverse latitudini nel pianeta, per esempio nelle grandi praterie americane o europee senza avere gli effetti devastanti della palma che necessita solo determinati tipi di clima e suolo.
Ho letto l’articolo e altri sul sito citato (mi sembra un sito “troll”).
Poi ho letto anche in testata “Non riceve finanziamenti pubblici” … e ho capito.
Ho preso oggi le piadine riccionepiadina. Ingredienti:farina di grano tenero 00, acqua, strutto, sale, agenti lievitati (difosfato disodico, carbonato acido di sodio), amido di .mais. è la confezione è da 5
Valentina, una curiosità: il fatto che ci sia strutto lei lo considera positivo o negativo? Dal suo intervento non l’ho capito. Grazie
Scusate ma anziché fare la lotta tra chi è dalla stessa parte non sarebbe più saggio far fronte comune o almeno evitare polemiche da cortile? Non sarà stata citata la petizione ma il problema olio di palma è arrivato a tantissime persone che non ne sapevano nulla. Sbaglio o nei giorni successivi a Report c’è stata comunque una bella crescita della raccolta firme?
Continuate nel lavoro utilissimo e prezioso che fate, cercare la ribalta e il personalismo è il male (non alimentare) di questo mondo, non cadeteci anche voi
Giulia io non lo trovo superficiale, mi sembra che dia delle argomentazioni ragionevoli.
Non sono un esperto di carbon foot print e life cycle assessment, quindi non posso giudicare nel merito le vostre argomentazioni anche se le sue mi sembrano sensate.
D’altra parte ho invece imparato che su questa storia del palma è in corso una campagna talebana che mistifica alcune verità… per esempio io sono un esperto di alimenti e salute e SO che il grasso di palma non è peggiore ne migliore di altri grassi vegetali ed è senz’altro meglio del burro. Su questa cosa invece qui è altrove si dicono una caterva di stupidaggini…
Il confronto non e tra palma e burro. Il problema e quanto palma assumiamo ogni giorno. Rispondendo a questa domanda capirà perché la nostra battaglia non è proprio “talebana”. E poi perché il palma e stato un ingrediente nascosto da non indicare sulle etichette. Se poi è migliore del burro che è il grasso d’eccellenza dei prodotti da forno, allora Bisognerebbe evidenziarne la presenza nella pubblicità.
Il problema è quanti grassi saturi assumiamo ogni giorno: burro o palma non fa differenza… anzi il burro ha il colesterolo e se parliamo di sostenibilità temo che essendo di origine animale sarà pure peggio del palma
Come Lei sa bene il burro è il grasso “d’eccellenza” per i prodotti da forno per sua la temperatura di fusione. Ed è appunto questo il motivo per cui può essere sostituito con successo dal grasso di palma.
Se vogliamo fare la campagna contro i grassi saturi allora non ho dubbi, ma forse non è tanto in linea con la filosofia di quanto è buona la torta fatta con le mani della mamma 🙂
Mi sembra che non voglia capire . Il problema e’ consumiamo troppo palma perché è dappertutto chiaro e lo hanno messo dappertutto senza dirlo ai consumatori nascondendolo volutamente dalle diciture sull’etichetta . Serve altro !
La Pira, mi spiace, ma con tutto il rispetto, sembra che sia lei a non capire…non è ripetere più volte un concetto lo rende vero! il palma non è dappertutto se si segue una dieta sana. Quindi il problema non è il palma nello specifico, ma il non seguire una dieta sana (l’educazione alimentare, perché non fate una petizione per questo?!))!! Infatti nella carne, nel pesce, nel formaggio non c’è…nelle verdure non c’è, nel latte, nella marmellata, nel miele, non c’è…nei legumi non c’è…nella frutta non c’è…dove si rischia di trovare? Nei prodotti da forno per la colazione (dove ci sono alternative che qui sul fatto alimentare sono state citate in articoli appositi) e in tutti i prodotti dei quali in una dieta sana si dovrebbe fare un consumo moderato e saltuario (Nutella, merendine, dolci industriali alcuni esempi). D’altra parte se uno non segue una dieta sana, non avrà solo il problema del palma! Rinnovo allora la domanda a lei e chi sostiene come lei che il palma é dappertutto: com’è composto il vostro carrello della spesa “tipo”? Perché io come ho già scritto, nel mio carrello della spesa non me lo trovo il palma se non quando decido dì concedermelo: sporadicamente e con moderazione…e no, non serve passare ore a leggere le etichette per riuscirci!
Sono d’accordo con lei, Sig. La Pira. Questa vostra iniziativa di informazione è alquanto meritevole. L’olio di palma deve essere eliminato da tutti i prodotti, non solo per il fatto che non è salutare, ma anche perchè la coltivazione della palma distrugge gli ecosistemi.
con cosa lo sostituiamo l’olio di palma secondo lei? soprattutto possiamo noi influire sulle decisioni governative ed ambientali degli altri paesi extra europei? ha mai sentito parlare di certificazione ambientale del palma? l’argomento non è come elimino l’acqua frizzante con l’acqua naturale, troppo semplice e banale
Riscrivo il mio intervento, nella speranza che il precedente sia solo andato involontariamente perduto…
Continuare a dire che l’olio di palma è dappertutto non è corretto! Se un individuo segue una dieta sana e bilanciata infatti, l’olio di palma lo consuma solo quando e se decide di farlo. Non c’è nella pasta, nella carne, nel pesce, nei formaggi, nel latte, nello yogurt, nella marmellata, nel miele, nelle verdure, nella frutta, etc…Non c’è nella stragrande maggioranza dei prodotti che si dovrebbero abitualmente consumare. Il rischio di trovarlo c’è nei prodotti della prima colazione (biscotti, fette biscottate…) per i quali anche qui sul Fatto Alimentare si trova un copioso elenco di prodotti che non lo contengono. Si trova di frequente in tutti quei prodotti che a priori andrebbero evitati o consumati con moderazione seguendo una dieta sana ed equilibrata (merendine confezionate, Nutella, tanto per fare un paio di esempio). In sintesi, il problema dell’olio di palma ce l’ha solo chi segue una dieta non corretta. Va da se che chi segue una dieta non corretta, oltre al problema del palma avrà anche tutti gli altri problemi derivanti appunto da una dieta non corretta!! In mancanza di un’educazione alimentare, quindi, chi non segue una dieta corretta, quand’anche eliminasse il palma dalla propria dieta, probabilmente avrebbe uno o più dei seguenti problemi: colesterolo, eccessivo consumo di fritti o di cibi salati, non seguire una dieta bilancia o peggio ancora, seguire una dieta fai da te, magari leggendola sul’ultimo libro o rivista del momento anzichè rivolgersi ad un professionista del settore…tanto per fare alcuni esempio. Quindi fare la “guerra” al palma (dal punto di vista nutrizionale) non risolve il problema che sta alla base e cioè la mancanza di investimenti (sia denaro che tempo) nell’educazione alimentare, per la quale sì, andrebbe fatta una petizione! E’ un peccato che su un sito come questo non si spendano le stesse forze per invocare questo anzichè spenderle in petizioni come quella sul solo olio di palma…
Alessandro, bravo! Finalmente una risposta sensata!
Ho letto recentemente un articolo sull’olio di palma uscito su wired http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/ che mi è sembrato davvero equilibrato. Equilibrato proprio perchè alla fine conclude che la soluzione migliore è farne un uso moderato, proprio come la dieta che dovremmo seguire.
Siamo nel Paese della Dieta Mediterranea, dieta che per le sue virtù è stata addirittura dichiarata patrimoni immateriale dell’umanità da UNESCO; e poi… siamo i primi a non seguirla.
Il problema è proprio quello: ritornare a stili di vita sani e, soprattutto, preferire alimenti naturali come frutta e verdura, piuttosto che merendine e pasticci vari.
Come già dicevano i latini: in medio stato virtus.
Alessandro la sua è una battaglia encomiabile, ma contro i mulini a vento…il popolino non ama la verità, preferisce le teorie del complotto…
Il punto drammatico del Palma a mio vedere non sono le calorie né tanto i grassi saturi quanto le ricadute economiche e sociali della sua coltivazione in monocoltura. Questione dunque da commercio equo più che da Fatto Alimentare
Bene fate a trattare argomenti come l’olio di palma che tendono a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sostenibilità ambientale a cui dovrebbe sempre attendere l’attività umana. Le critiche becere lasciano il tempo che trovano spesso mosse da spocchiosa ignoranza condita di saccenza e incultura.
Mi auguro che, una volta sostituito l’olio di palma nella produzione dei vari prodotti, non vengano utilizzati dalle aziende produttrici altri olii comunque dannosi o ancora piú dannosi per la salute.
Sarebbe davvero cosa buona sapere di acquistare prodotti confezionati ma di buona qualità!
Beh report fa spesso ottimi servizi ma tendenti al mettere paura e far vedere solo la faccia peggiore del problema.
Premesso che privilegio sempre la qualità del cibo e piuttosto che comprare una grande marca prendo un prodotto locale con ingredienti che giudico migliori anche se leggermente più caro.
Una curiosità, spero qualcuno sappia rispondere, ma le alternative all’olio di palma nei cibi industriali quali sono? Come vengono prodotti gli oli di semi o le margarine? Un aumeno di consumi inquinerà meno o più? Questo andamento contro l’olio di palma sarà un bene o un male? Se gli altri grassi andranno importati perchè non sufficienti quelli italiani cosa cambierà nei paesi di origine?
Grazie
Premetto che sono totalmente d’accordo con ALESSANDRO.
Il discorso del PALMA è su vari livelli, ma sul discorso alimentare, nutrizionale, ecc. credo che
Il discorso di Alessandro no fa una piega.
Chi ha un po di cultura alimentare, conoscenze nutrizionali, sa anche come fare per nutrirsi con prodotti genuini,
magari seguendo un regime di dieta mediterranea, e solo saltuariamente cedere a delle tentazioni gastronomiche industriali dove si trova di tutto compreso il palma.
Il problema maggiore, come detto su altri post, è il quantitativo dei grassi saturi, e se un prodotto industriale non è fatto dal palma ci sarà un’altro grasso magari con più grassi saturi…allora che si fa???
Io credo che la visione del problema si deve allargarlo ai saturi nel complesso..e no nel singolo alimento.
Grazie
vorrei segnalare che al supermercato ho trovato olio di palma ANCHE nel pane venduto sfuso,cioè “artigianale”,questo per far notare ai bravi salutisti,che l’olio di palma è ovunque,ANCHE NEL PANE,
e sono totalmente d’accordo con il sig. La Pira e il Fatto Alimentare,grazie per il vostro lavoro.ciao