Razione K: una mostra alla Triennale di Milano rivela il contenuto del cibo consegnato ai militari dei vari paesi durante le missioni critiche
Razione K: una mostra alla Triennale di Milano rivela il contenuto del cibo consegnato ai militari dei vari paesi durante le missioni critiche
Redazione 27 Gennaio 2015Razione K è la mostra ospitata alla Triennale di Milano dal 22 gennaio al 22 febbraio 2015 con ingresso libero, dedicata alle razioni alimentari utilizzate dagli eserciti di tutto il mondo. Si tratta di una scatola contenente alimenti utilizzato dai soldati durante le missioni “critiche”, quando non c’è a disposizione la cucina da campo per “sopperire al fabbisogno nutritivo giornaliero. In questi contenitori non c’è spazio per le lusinghe del marketing, ma solo per funzionalità, resa pratica e leggerezza. Ogni elemento deve essere comodo e facile da utilizzare, e la necessità di far stare tutto nello zaino rende ogni “razione” efficiente dal punto di vista del packaging, così come lo sono grafica e il linguaggio (tutto deve essere comprensibile e facile da usare). L’altro elemento da considerare è che il cibo deve soddisfare le esigenze di un giorno intero.
Le “razioni K” esposte provengono da diverse parti del mondo: USA, Nuova Zelanda, Russia, Francia, Italia… Il nome deriva dall’iniziale del cognome dei coniugi americani Keys, inventori della dotazione alimentare quotidiana utilizzata nell’esercito e basata sulla dieta mediterranea. Non si tratta solo di alimenti, ma anche di accessori necessari come fiammiferi impermeabili, fornelletti da campo, apriscatole, posate, stuzzicadenti, spazzolini…
La scelta dei prodotti, anche se si differenzia molto da un paese all’altro e non sempre rispondono ai canoni di una corretta alimentazione dovrebbero essere finalizzate ad un solo scopo «un soldato ben equipaggiato e ben nutrito è difficile da battere» (T.E. Lawence).
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Sara Rossi
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Le razioni K italiane erano una cosa seria. Anche se ingombranti, si presentavano come pasti militari, con scatolame e involucri “mimetici”. Ed erano un pasto equilibrato e sostanzialmente appetibile (per il contesto). Ricordo che a suo tempo il “cambio” con quelle USA era di 3 a 1 (tre delle loro per una delle nostre). Anche perché loro le buste “da allungare e/o scaldare con acqua calda” indicate come MRE (pasti pronti da mangiare) erano “tradotte” come “pasti rifiutati dagli etiopici” (quando all’epoca il Corno d’Africa era ancora più affamato di adesso). Quelle francesi e tedesche mi hanno sempre ricordato degli assortimenti “da picnic” a cavallo con un pasto da compagnia aeree, piene come erano di “cibi commerciali” nel formato originale.
Comunque gli italici, appena le condizioni lo consentono, cucinano pasti normali. Lo diceva anche Napoleone: un esercito combatte bene solo a stomaco pieno 🙂
Commento interessante, grazie Maurizio!
Le mitiche razioni K… quante ne ho mangiate!! (40 BTY artiglieria da montagna della AMF 4° scaglione 82). se dovessi descriverle direi efficaci, buone e complete. L’unico problema era che, una volta aperte, era impossibile rimetterne a posto il contenuto 🙂 Un esempio di impacchettamento che ancora oggi mi lascia incredulo. Fantastiche! Andrò a vedere la mostra