A Carnevale solo chiacchiere senza olio di palma. Preparate con burro, olio di mais o girasole. Sono ottime e non si distruggono le foreste
A Carnevale solo chiacchiere senza olio di palma. Preparate con burro, olio di mais o girasole. Sono ottime e non si distruggono le foreste
Roberto La Pira 25 Gennaio 2015A Carnevale chiacchiere senza olio di palma, è questa la scelta per chi vuole gustare un dolce irresistibile di qualità salvaguardando le foreste del sud est asiatico. Sono ottime perché contengono un pizzico di burro e sono fritte in olio di girasole o mais, grassi che non contribuiscono a distruggere le foreste della Malesia. L’altro aspetto positivo è che la presenza di questi oli di semi abbassa la quantità di grassi saturi. Insomma le chiacchiere senza olio di palma fanno bene alle foreste e anche alla salute delle arterie. Il terzo aspetto da considerare riguarda il gusto. Ma anche su questo fronte non c’è storia perché a parità di ricetta, quelle con burro, mais o girasole sono migliori.
Le aziende dolciarie o le pasticcerie utilizzano olio di palma perché resiste meglio alle fritture, e dura di più quando le friggitrici operano a temperature superiori i 200°C. Il problema non si pone per chi lavora con friggitrici moderne dove la temperatura non supera i 180°C, e in questo modo diventa possibile impiegare olio di girasole o di mais.
L’altro elemento da sapere quando si comprano le chiacchiere è che non ci sono differenze significative tra quelle “cotte al forno” e quelle “fritte”. Nell’immaginario collettivo quelle “al forno” sono più leggere, ma non è così.
Tutte le chiacchiere vengono fritte, poi alcune vengono passate al forno per conferire un gusto biscottato. Alla fine il sapore cambia ma il contenuto di calorie è pressoché identico. Alcune confezioni indicano infatti sull’etichetta il doppio trattamento“…prodotto dolciario fritto e poi passato al forno“( vedi foto a fianco).
Inviateci le etichette dei prodotti che non contengono olio di palma e dite dove è stato comprato.
Roberto La Pira
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Chiacchiere e dolci di Carnevale senza olio di palma
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione online su Change.org per fermare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari.
Alla fine gennaio 2015 – a distanza di due mesi dopo l’inizio della raccolta – le adesioni sono 99 mila e cinque catene di supermercati hanno deciso di eliminare il grasso di palma dai loro prodotti !
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Sto seguendo con interesse la vostra lotta contro l’olio di palma. Considerando il punto di vista etico, non mi è riuscito di capire perché la produzione di un’alternativa coi volumi tali da sostituirlo dovrebbe avere impatto etico e ambientale minore.
A volte leggo che il miglior sostituto per molti usi sarebbe il burro, ma le necessità per una tale produzione di burro non sarebbero molto più devastanti?
È come se la crociata contro l’olio di palma sia una crociata contro la produzione mondiale industriale di prodotti alimentari. Che sarebbe sacrosanta, ma a mio avviso sterile, se non siamo disposti a mettere in gioco il nostro stile di vita.
L’olio di palma si può sostituire con olio di girasole o di mais e anche burro . Nel caso del girasole e del mais la questione ambientale sarebbe decisamente meno invasiva perché la coltivazione avviene su terreno non deforestati. Attualmente la domanda di olio di palma continua a crescere e questo vuol dire che nuovi terreni vengono deforestati.
Perché ancora oggi questi produttori, non mettono una etichetta che non occorre la lente d’ingrandimento, per leggere gli ingredienti?
Con tutti gli oli che abbiamo oliva mais girasole ecc…
Se si deforesta x coltivare mais e girasole tutto va’ ben …
Mais e girasole non si coltivano in zone tropicali deforestate…