Stop olio di palma: 67 mila persone hanno firmato la petizione lanciata due settimane fa da Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade su Change.org. I primi risultati
Stop olio di palma: 67 mila persone hanno firmato la petizione lanciata due settimane fa da Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade su Change.org. I primi risultati
Roberto La Pira 5 Dicembre 2014Sono 67 mila le persone che hanno aderito alla petizione lanciata una settimana fa da Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade su Change.org per dire stop all’invasione dell’olio di palma presente nel 95% dei prodotti da forno. Ringraziamo tutte queste persone e le invitiamo a rilanciare l’appello sulle pagine dei loro social network per aumentare il numero dei sostenitori. La petizione è stata rilanciata su decine di siti tra cui il IlFattoQuotidiano.it, oltre che essere stato oggetto di una provvedimento parlamentare. Qualche segnale positivo dopo la nostra iniziativa si è già notato anche nel mondo produttivo.
Dopo la risposta positiva di Coop che già non utilizza il palma nella linea di prodotti per bambini piccolissimi (linea “Crescendo”), per i bambini più grandi (“Club 4-10”) e per la linea biologici, anche Ikea si è impegnata a togliere l’olio di palma dai prodotti alimentari a partire dal dicembre 2015. C’è poi l’impegno della catena di supermercati Ld market e Md discount che hanno in programma di cambiare l’assortimento dal prossimo anno per buona parte dei biscotti e dei prodotti da forno. C’è anche una nota di Esselunga che ha scelto di intraprendere questa strada. Presto pubblicheremo un resoconto dettagliato con le novità e le prospettive della petizione.
Per rendersi conto di quanto l’olio di palma sia diffuso basta dire che è il grasso principale di quasi tutti i biscotti, le merendine, gli snack dolci e salati… e persino nella quasi totalità del latte in polvere per neonati venduto in farmacia e nei supermercati. L’ampio utilizzo di questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia al fatto di avere caratteristiche simili al burro.
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ECCO IL TESTO
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade dicono “no” all’olio di palma per motivi etici, ambientali e di salute e invita le aziende a sostituirlo con altri oli vegetali non idrogenati o con il burro.
1) La produzione di palma è correlata alla rapina delle terre e alla deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di CO2 nel Sud-Est asiatico) e della devastazione degli “habitat” naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio. Queste operazioni comportano gravi violazioni dei diritti umani, l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della biodiversità. Per stemperare le problematiche e ripulire l’immagine dell’olio di palma esiste una certificazione sostenibile (RSPO), che tuttavia copre solo una quota minima della produzione, senza neppure mitigare i problemi denunciati.
2) L’olio di palma viene utilizzato dalla maggior parte delle aziende alimentari perché costa poco e si presta a molti utilizzi. Secondo i nutrizionisti l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Questa ipotesi si verifica più spesso di quanto si creda, visto che il palma si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani. Anche se in Italia non esistono studi sul consumo pro-capite, i nutrizionisti consigliano di limitarne l’assunzione, in particolare ai bambini che sono i più esposti.
http://www.ilfattoalimentare.it/wp-admin/post.php?post=57029&action=edit&message=10
La coltivazione delle palme da olio è la causa primaria della deforestazione e della devastazione degli “habitat” naturali
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade chiedono al Ministero della salute e agli enti pubblici di disporre l’esclusione dalle pubbliche forniture di alimenti che contengano olio di palma. Questa clausola deve essere inserita in tutti i capitolati di appalto per l’approvvigionamento delle mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, nonché dei distributori automatici collocati in scuole e pubblici edifici.
Chiediamo al Ministero delle politiche agricole e agli altri Stati membri dell’Unione Europea di aderire subito alle Linee Guida del CFS (Committee on World Food Security) – FAO, per una gestione responsabile delle terre, delle foreste e dei bacini idrici.
Chiediamo ai supermercati di escludere dalle forniture dei prodotti con il loro marchio (private label) l’olio di palma.
Chiediamo alle industrie agroalimentari di impegnarsi a riformulare i prodotti senza l’utilizzo di olio di palma, affinché il cibo “made in Italy” possa davvero distinguersi come buono e giusto.
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.