Dal 25 novembre 2014 ristoranti, bar e pubblici esercizi dovranno presentare a tavola solo bottiglie d’olio d’oliva vergine ed extra vergine con tappo antirabbocco. Lo stabilisce la legge 161/2014 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale che all’articolo 18, comma 1 c) dice: “Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta”. La sanzione prevista varia da 1.000 a 8.000 euro, con confisca del prodotto. La legge non prevede alcun tempo di adeguamento, neanche per l’esaurimento delle scorte in magazzino.
L’Italia non è la prima nazione europea ad aver emanato una simile normativa, è arrivata prima la Spagna dove il tappo antirabbocco è obbligatorio ormai dall’inizio dell’anno. Si tratta di una misura presa a difesa della salute e del portafoglio dei consumatori. In molti locali era ormai un’abitudine rabboccare le bottiglie di extra vergine con oli diversi rispetto a quello indicato in etichetta. Qualcuno usava anche miscele di oli di semi. Si tratta di una truffa con risvolti critici nei confronti dei clienti considerando la possibilità di trovare persone allergiche o intolleranti agli oli di semi. Da qui la necessità di porre un freno alla cattiva abitudine del rabbocco che giunge solo ora dopo che l’iniziativa legislativa in sede europea è stata bloccata per l’opposizione dei premier inglese e olandese nella primavera del 2013.
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giornalista direttore Teatro Naturale
Vorrei sapere se i Paesi del Nord Europa proibiscono ancora i tappi antirabbocco poiché non si possono separare dal vetro delle bottiglie per lo smaltimento rifiuti differenziato.
Sono un appassionato di olio di oliva e da decenni lo compro solo dai frantoi o da contadini, dopo assaggio.
Ma questa legge non mi piace.
L’effetto sarà la solita omologazione industriale dei sapori, che va contro noi appassionati e che non tutela la massa dei clienti che semplicemente se ne fregano di che olio stanno mangiando.
Le stesse schifezze con cui ora solo i disonesti rabboccano le bottiglie, ce le ritroveremo tutti in tutte le bottiglie, con inoltre uno scellerato spreco di contenitori non riciclabili.
E il ristoratore con la passione del suo lavoro, che al cliente fidelizzato e buongustaio propone la sua boccetta di olio di frantoio, non lo potrà più fare, per legge.
Invece dei divieti, molto meglio sarebbe stata una campagna di promozione dell’olio di oliva italiano di qualità presso i ristoratori e i clienti, con adesione volontaria, ripeto: volontaria.
Non è vero che non si possa separare una chiusura plastica “tamper-evident” dal vetro. Soltanto che chiunque utilizzi tale confezione può verificare che non sia stata manomessa (anello di sicurezza integro o rotto)