La Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Gran Bretagna, perché il sistema di indicazione della qualità nutrizionale basato sui colori del semaforo, violerebbe le norme. I colori indicano il contenuto di zuccheri, sale, grassi e calorie per 100 grammi di prodotto ma questo sistema ha suscitato la contestazione, non solo dell’industria alimentare, ma anche dei governi di molti paesi, Italia in testa, che lo giudicano grossolano e penalizzante per i prodotti tipici del Mediterraneo.
Soddisfatto della decisione della Commissione Ue il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, secondo il quale “la salute dei consumatori e la loro corretta e trasparente informazione sugli alimenti sono valori assolutamente condivisi da tutti gli Stati dell’Unione europea, ma vanno tutelati attraverso metodi adeguati ed efficaci”.
Le etichette a semaforo adottate in Francia, chiamate Nutri-Score, sono il miglior sistema per aiutare il consumatore a capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Lo schema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre il giallo invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette sono state accolte con entusiasmo dall’OMS e dalle associazioni dei consumatori. In questo dossier di 19 pagine spieghiamo come funziona il Nutri-Score e perché nutrizionisti e società scientifiche che si occupano di alimentazione non possono che essere favorevoli all’adozione anche in Italia.
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Nei giorni scorsi ho ricevuto il comunicato di UNC circa il semaforo sulle etichette, nel quale si scriveva : “Nei mesi scorsi esprimemmo tutte le nostre riserve sul tema: oggi, dunque, accogliamo con soddisfazione lo stop dell’esecutivo europeo e festeggiamo una vittoria per la nostra associazione, ma soprattutto per il Made in Italy”.
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Per quel che mi riguarda ho pubblicato il tutto sul Blog, condividendo solo in parte; vero che a prima vista il semaforo potrebbe essere penalizzante per certi alimenti, anche se in realtà si deve fare riferimento alla dose corretta, ma vero anche che sono ancora troppi i consumatori che ritengono una perdita di tempo leggere attentamente le etichette o, talvolta, non sanno proprio leggerle.
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Un semaforo sarebbe stato un aiuto, utilizzato perlomeno negli alimenti confezionati …
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Leggevo che ci sarebbe stato il rischio che i produttori si aiutassero con prodotti chimici per modificare la presenza di grassi & zuccheri, tuttavia già oggi si trovano additivi da tutte le parti (vedi il pesce congelato) e prodotti come le patatine fritte la cui lista dovrebbe essere brevissima (patate, olio, sale) arrivano ad avere in certi casi decine di ingredienti.
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Si riportava poi che “la corretta alimentazione dipende dalla quantità di cibo, dalla varietà della dieta e dall’attività fisica” il che è vero, chi dice di no, ma credo si debba essere realisti; non sono sufficienti i buoni propositi lasciati però al libero arbitrio.
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Il semaforo non potrebbe eliminare l’obesità, così come il togliere i dolciumi alle casse, ma sarebbe comunque “fare qualcosa” per indirizzare il consumatore a fare scelte alimentari più sane.
Io invece ritengo che l’idea del semaforo è buona , anche se va applicata correttamente , fra l’altro in inghilteraa ci sono problemi enormi legati agli stili alimentari…..