Occorre creare una banca dati centralizzata ad accesso libero per salvare le api e capire meglio quali sono i fattori di stress che danneggiano la salute degli insetti. È questa una delle conclusioni dell’EFSA, che propone di formare una rete composta da: gruppo interservizi per le api della Commissione europea, laboratorio europeo di riferimento per la salute delle api, organismi degli Stati membri quali l’agenzia francese per la sicurezza alimentare ANSES, altre agenzie dell’UE come l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e organizzazioni internazionali. Il coordinamento è necessario per evitare sovrapposizioni e coordinare i lavori.
L’Efsa rileva come ad esempio la mancanza di ricerche sulla riproduzione delle api regine e dei fuchi e la carenza di dati sulla valutazione del rischio che considerano i fattori multipli di stress per le api.
Sara Rossi
© Riproduzione riservata
Foto: thinkstockphotos.it
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Mi pare che lo disse Einstein, se spariscono le api, agli esseri umani restano 4 anni di vita.
Sarò disfattista, ma dico: sarebbe l’ora.
Gli esseri umani sono una infezione per il mondo, e siccome la percentuale di gente disonesta ha superato di gran lunga quella della gente onesta, mi dispiace per questi ultimi, ma è ora che l’umanità tolga il disturbo, e fra 100.000 anni ne riparliamo.