Scrivere “Filetti di merluzzo” sull’etichetta non basta. Secondo l’Antitrust bisogna indicare anche la zona di pesca per capire meglio l’origine e la qualità
Scrivere “Filetti di merluzzo” sull’etichetta non basta. Secondo l’Antitrust bisogna indicare anche la zona di pesca per capire meglio l’origine e la qualità
Valeria Nardi 9 Ottobre 2013Scrivere sulla confezione dei tranci o dei filetti di pesce solo la parola “merluzzo” è troppo generico. È questo il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che, confermando la tesi di Eurofishmarket, ha pubblicato un parere invitando le aziende a scrivere la “zona di cattura” sul frontespizio della confezione utilizzando un carattere chiaro.
La questione è emersa lo scorso febbraio alla fiera di Rimini (RHEX – Rimini Horeca Expo), nel corso della quale Eurofishmarket, assieme all’esperto di etichette Giuseppe De Giovanni, ha presentato i risultati di un’indagine condotta su numerosi campioni di prodotti preconfezionati congelati e surgelati acquistati nelle principali province di tutta Italia. L’82% circa dei marchi esaminati riportava una denominazione di vendita scorretta. L’errore principale consisteva nell’indicare il nome generico della specie, al posto della denominazione commerciale (corrispondente al nome scientifico della specie).
Il caso più diffuso riguarda l’indicazione “merluzzo”, che corrisponde alla sola specie Merluccius merluccius, considerata la più pregiata poiché pescata nei mari in prossimità delle coste europee (vedi foto a destra). In realtà nelle confezioni si trova spesso il meno pregiato merluzzo sudafricano (Merluccius capensis o Merluccius paradoxus) o il merluzzo atlantico (Merluccius hubbsi). Alcuni organi di controllo avevano avanzato delle critiche accusando le aziende di proporre diciture ingannevoli sull’etichetta, fino a ipotizzare il reato di frode in commercio.
Di fronte a questa situazione l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha adottato una precisa posizione, obbligando le aziende a indicare sul fronte della confezione la zona di cattura del pesce, per chiarire meglio al consumatore l’origine e le caratteristiche del pescato. Si tratta di un passo avanti che però non soddisfa del tutto gli esperti di Eurofishmarket secondo cui, il provvedimento è impreciso perchè al posto del riferimento alla zona di pesca sarebbe stato meglio inserire la denominazione commerciale, cui presumibilmente l’Autorità intendeva riferirsi avendo intitolato il comunicato “Filetti di Merluzzo – denominazioni scorrette”.
Valeria Nardi
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Foto: Photos.com, Eurofishmarket.it, Wikipedia.org
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Ho alcune perplessità sull’articolo, date probabilmente dalla scarsa mia competenza nel settore e spero che l’autore possa chiarirmele.
Il nome scientifico non compare da nessuna parte sulla confezione? Sbaglierò ma credo sia obbligatorio…così come la zona di cattura…ma forse mi confondo…
Sulla base di cosa si desume che “merluzzo” corrisponde al solo “merluccius merluccius?” E’ vero che sul decreto relativo alle deonominazione ittiche gli altri merluzzi hanno anche un riferimento geografico (es. merluzzo atlantico), ma sempre di merluzzi si tratta…
Si parla di frode in commercio: a mio avviso (ma è solo un parere) la frode si consumerebbe nel momento in cui il consumatore fosse consapevole del fatto che la specie “merluccius merluccius” sia più pregiata di altre. In altre parole, io che vado al supermercato per comprare un filetto di merluzzo e per me (come immagino per la maggior parte delle persone normali) tutti i merluzzi sono uguali, non mi sento frodato…
Concordo in ogni caso sull’inutilità di inserire la zona di cattura (che ripeto, secondo me sulla confezione dovrebbe comunque esserci). Va bene fornire informazioni al consumatore, ma queste devono essere chiare e facilmente intelligibili. Io non giro con la mappa delle zone di cattura in tasca…leggere zona FAO n°…non mi da informazioni utili in più nel momento in cui faccio la spesa…
Grazie
Se ti rifilano un merluzzo meno pregiato, facendotelo pagare come uno super non ti secca ?
La mia osservazione è diversa e spero di riuscire a trasmetterne il motivo.
Lei sarà sicuramente esperto/a (mi perdoni ma dal nick non posso capire il sesso), ma un generico consumatore che legge sulla confezione “filetto di merluzzo” non da per scontato di acquistare un pregiato “merluccius merluccius”, come vuole sottintendere l’articolo, semplicemente perchè un generico consumatore non sa cos’è il “merluccius merluccius”!. La frode si consumerebbe piuttosto se sulla confezione ci fosse scritto “merluccius merluccius” mentre in realtà si trattasse di “merluccius hubbsi” ad esempio. Per questo ho chiesto all’autore dell’articolo se il nome scientifico compare o meno sulla confezione del prodotto, visto che se ben ricordo deve comparire obbligatoriamente.
Condivido che la misura presa (indicazione zona FAO) sia poco utile per i motivi che ho espresso nell’altro intervento. D’altra parte, anche il nome scientifico il luogo di quello generico lo trovo poco utile visto che già deve (credo) comparire sulla confezione (e qui rinnovo l’autore dell’articolo a indicare se fosse o meno presente sulla confezione incriminata). D’altra parte volete farmi credere che se sulla stessa confezione ci fosse stato scritto “filetto di merluzzo atlantico” invece di “filetto di merluzzo” il consumatore avrebbe avuto la percezione di acquistare un prodotto meno pregiato? Il buon senso mi fa propendere per il no. E se tale percezione non c’è col nome generico in italiano, figuriamoci con un nome scientifico in latino!
Ma il D. Lgsv. 109 non prevedeva che la denominazione di vendita da inserire in etichettatura fosse quella prevista dalle norme di legge comunitarie o nazionali, tipo il D.M. sulle denominazioni commerciali dei prodotti ittici ?
Questa presa di posizione della Autorità è semplicemente pazzesca !
Scusate, ma a mio avviso scrivere Merluzzo (Merluccius merluccius)è un errore.
Bisognerebbe scrivere Nasello (Merluccius merluccius), oppure Merluzzo (Gadus morhua), o sbaglio?!
merluccius merluccius da DM 31 gennaio 2008 è la specie a cui fa riferimento la denominazione “nasello o merluzzo”.
gadus morhua è la specie a cui fa riferimento la denominazione “merluzzo nordico”
L’articolo è ottimo. Il problema è che il nome scientifico non è altrettanto grande e in evidenza quanto la dicitura filetti di merluzzo o “cuori di merluzzo” (quali ho comprato io e a seconda dello stile si potevano definire non idonei oppure che facevano schifo). Il mio problema è: se uno pensa di essere stato ingannato da un prodotto enon è soddisfatto come fa a farsi rimborsare, senza essere preso per eccentrico dal titolare del supermercato (che i “cuori di merluzzo” li consuma due volte alla settimana, mi ha detto; beato lui).
Quando noi leggiamo merluzzo ci aspettiamo un altro animale, il merluzzo del nord atlantico (norvegese, etc.). E per dieci euro al kilo, forse ci starebbe pure. E poi quando uno fa la spesa è distratto da mille cose, ha fretta e dovrebbe potersi fidare della scritta più grande.
Secondo me inotre molti prodotti ittici surgelati sono dubbi dal punto di vista della microbiologia ed infatti è sempre stressata la nota mantenere surgelati, etc.
Secondo me gli estremi della truffa ci sono.
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A parte, volevo dire che bisognava fare qualcosa per dare la possibilità a un consumatore deluso/insoddisfatto di essere rimborsato senza essere danneggiato/soffrire/perdere tempo ulteriormente. I soldi che il consumatore spende (dopo averli guadagnati) non valgono niente? Bisogna controllare pubblicità e musica/marketing nei supermercati e garantire che il consumatore venga rimborsato adeguatamente e in maniera “automatica” se sussistono gli estremi per la cosa.
Naturalmente la cosa deve essere ben pensata e regolamentata se no tutti si fanno rimborsare tutto e non va bene neppure quello.
Non si può scrivere tutto e più e meno di tutto sulle etichette degli alimenti. Dovrebbe essere una cosa seria (o ancora più seria dove è già seria). Le etichette a scaffale devono corrisponder a quelle a prodotto anche “spazialmente” (=l’una sotto l’altro).
Grazie e Cordiali Saluti,
Marco