Il Ministro della Salute Orazio Schillaci con un decreto del 25 luglio 2025 ha nominato i nuovi componenti del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA). Si tratta di un gruppo di validi esperti e professionisti di diverse discipline (tossicologi, epidemiologi, nutrizionisti, microbiologi, veterinari…) che, senza ricevere compensi, forniscono pareri scientifici e valutazioni del rischio sulle problematiche alimentari.
Il Comitato è in teoria un organismo molto importante visto che in Italia non esiste un’agenzia per la sicurezza alimentare che dovrebbe occuparsi di questi aspetti. Negli altri Paesi europei, infatti, ci sono agenzie molto attive che intervengono spesso e forniscono valutazioni scientifiche e direttive ai consumatori. Una carenza del Comitato, tuttavia, è la mancanza di esperti nella valutazione del rischio alimentare capaci di formulare pareri e documenti scientifici in grado di indirizzare l’attività di governo nel campo della salubrità degli alimenti in sintonia con il lavoro dell’EFSA.

Il nuovo Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare
In totale il Comitato è formato da 63 persone alle dipendenze dirette del Ministero della Salute. Ci sono 13 esperti delle varie branche dell’alimentazione, tra cui Giorgio Calabrese (dietologo noto al pubblico televisivo che si è distinto in passato per essersi schierato a favore del consumo dell’olio di palma, in contrasto con il parere degli organi di sicurezza internazionali come EFSA). Poi ci sono 50 persone selezionate fra rappresentati dei ministeri, delle organizzazioni dei consumatori come Altroconsumo e Federconsumatori, delle associazioni di categoria (Confcommercio, Confindustria…), di lobby come Coldiretti, dei sindacati. Tutte figure con funzione consultiva.
Un carrozzone poco produttivo
Nonostante il grande compito affidato dal Ministero al CNSA, in realtà la struttura è un carrozzone pressoché inutile e con una produttività scarsa. In venti anni ha prodotto una manciata di provvedimenti che pochi ricordano. L’ultimo risale a 19 mesi fa e riguarda la “Correlazione tra l’esposizione a pollini di fave e piselli e l’insorgere di crisi emolitiche acute in soggetti affetti da deficit di G6PD”. Il penultimo era “Echinococcosi cistica: conoscenze attuali e suggerimenti per la prevenzione e il controllo della diffusione”. Oltre a questi, in due decenni di attività sono stati elaborati solo altri 30 pareri.
Per capire meglio, diciamo che il CNSA dovrebbe essere l’interfaccia dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), e svolgere a livello nazionale tutte le operazioni inerenti la valutazione del rischio. In realtà è uno specchietto per allodole che il Ministero della Salute nomina per pura formalità, senza poi affidare al gruppo ricerche, studi e valutazioni del rischio, che peraltro nessuno fa in Italia. La responsabilità di questa inefficienza non è dei 63 personaggi nominati, ma di un Ministero che probabilmente ha poca dimestichezza con tematiche alimentari e ancor meno con argomenti come la valutazione del rischio, un elemento fondamentale per chi ha la responsabilità della salute dei cittadini.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24



le competenze, un problema irrisolto in Italia.
A leggere questo articolo sembra che in Italia ci sia un problema di sicurezza alimentare e invece mi pare che di questo non ci possiamo proprio lamentare. Grazie alle ASL e agli istituti zooprofilattici ci sono tanti bravi professionisti che tutelano la salute collettiva. Tutto questo nonostante la politica, che negli ultimi anni pensa soltanto ai propri interessi.
Il problema è il CNSA dovrebbe svolgere un ruolo importante come la valutazione del rischio nei casi di crisi oltre che informare i cittadini sulle varie problematiche visto che in Italia non esiste un’agenzia per la sicurezza alimentare come negli latri Paesi europei e il CNSA diretto dal Ministero non fa nulla. I controlli ci sono e li fanno bene le Asl e anche i veterinari ma stiamo parlando di un’altra cosa molto importante. Da noi nessuno informa i cittadini . Scusi se è poco
Ma di che sicurezza parliamo!!avete scritto bene “carrozzone”! Basterebbero 4 funzionari con il cervello… ma ora purtroppo, visti i tempi, preferiscono affidarsi all’intelligenza artificiale! Poveri noi!