Ogni anno il sistema agroalimentare spreca tonnellate di frutta e verdura commestibili per un semplice motivo: sono troppo grandi, troppo piccole o troppo ‘brutte’. Insomma, i canoni estetici della grande distribuzione sono un’importante causa di spreco alimentare . Per questo l’associazione Terra! ha lanciato una campagna di mobilitazione nazionale e la petizione Oltre la buccia che chiede ai supermercati di dare più spazio a frutta e verdura di II categoria. Il tema è caro all’associazione, che già nel 2021 aveva presentato il report Siamo alla frutta. Perché un cibo bello non è sempre buono per l’ambiente e l’agricoltura di Fabio Ciconte e Stefano Liberti.
I canoni estetici per frutta e verdura
Nell’Unione Europea non sono solo le richieste della grande distribuzione a stabilire rigidi canoni estetici per frutta e verdura, ma anche la normativa, tra cui il recente Regolamento Delegato (UE) 2023/2429, entrato in vigore lo scorso gennaio 2025, che ne definisce dimensioni, colore e aspetto. A causa di queste regole, nei banchi ortofrutta dei supermercati arrivano soltanto prodotti di categoria extra o prima categoria, mentre quelli di seconda categoria nel migliore dei casi vengono destinati alla trasformazione in succhi, puree e confetture, spesso a prezzi non remunerativi per i produttori. Proprio per questo, alcuni produttori scelgono di non raccogliere nemmeno la frutta e la verdura fuori standard: i costi di raccolta e trasporto infatti supererebbero i ricavi.
Per cercare di ridurre lo spreco alimentare, il nuovo regolamento consente ai produttori di vendere frutta e verdura di II categoria direttamente al consumatore in azienda, con consegna diretta o in mercati riservati ai produttori. Si tratta però di misure limitate, che non modificano l’impianto del mercato agroalimentare, che penalizza la frutta e la verdura imperfetta o fuori calibro.
Gli eventi estremi aumentano lo spreco
Con l’aumento della frequenza degli eventi estremi che possono compromettere l’estetica di frutta e verdura – dalle grandinate distruttive alle gelate tardive, dalle alluvioni alla siccità prolungata – a causa della crisi climatica, è chiaro che questo modello non è più sostenibile. In questo contesto, infatti, continuare a escludere dalla grande distribuzione i prodotti che non rispettano gli standard estetici e di calibro ha la sola conseguenza di aumentare lo spreco alimentare e spingere il comparto agricolo verso modelli sempre più intensivi.
Terra! chiede regole più flessibili, mercati più inclusivi e una valorizzazione di qualità e sostenibilità, e non solo dell’estetica. Nel concreto, l’associazione si rivolge ai supermercati chiedendo di destinare spazio a frutta e verdura di seconda categoria, rendendola visibile, accessibile e valorizzata, a un prezzo giusto sia per i produttori che per i consumatori. Perché ogni frutto fuori misura può nutrire qualcuno e dare reddito al produttore.
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Come aderire alla petizione?
Può sottoscrivere alla petizione qui: https://www.associazioneterra.it/oltrelabuccia
Noni interessa la bellezza della frutta ,mi interessa il suo sapore nonché l origine italiana .E così che scelgo la mia..Poi dopo averla consumata, raccolgo le buccie di mela ,di banana e via dicendo.le trituro in un frullatore e le miscelo con fondi di caffè creando un composti naturale per nutrire le mie piante ..
Da dove nasce questa idea che la frutta e la verdura devono essere “belle” invece che buone. Sono regole assurde senza alcuna giustificazione e peraltro la bellezza richiede l’uso di materiali altamente tossici. Già negli anni 70-8o un biologo alimentarista italiano in un suo libro definì la mela bella come la mela di Biancaneve ossia velenosa.
Si sceglie la mela “bella” del supermercato sapendo già che in genere non sanno di niente ma, e chissà per quale sciocco pregiudizio (da demolire), si evitano i frutti “buoni” con qualche imperfezione.
Perfetta la proposta dell’associazione Terra!