Latte di riso, yogurt di soia, burger a base di ceci: sono sempre più numerosi, sugli scaffali dei supermercati, i prodotti alternativi ad alimenti di origine animale come il latte o gli hamburger. Sono pensati per i consumatori vegetariani o vegani, ma in realtà tante persone li acquistano per ridurre il proprio impatto ambientale, o anche solo per curiosità. Fra questi prodotti troviamo anche alimenti sostitutivi dei formaggi che, senza utilizzare latte, promettono di rimpiazzare mozzarella, stracchino e grana. Gli alimenti vegetali hanno un impatto ambientale ridotto rispetto a quelli di origine animale, inoltre permettono di evitare sfruttamento e sofferenza agli animali, è giusto chiedersi però se siano preferibili dal punto di vista della salute (ne abbiamo parlato anche in questo articolo).
Il settore è variegato, e gli ingredienti con cui si preparano questi alimenti vanno dalla frutta secca (mandorle e anacardi) al riso, passando per il latte di soia e l’olio di cocco. Vi sono marchi specializzati, come Valsoia, Kioene o IoVeg, ma troviamo anche prodotti con i marchi delle catene di supermercati, per esempio nella linea Veggie Style di Coop. Abbiamo fatto un confronto fra alcuni di questi prodotti e con gli analoghi formaggi, individuando quattro sottocategorie: spalmabili, analoghi della mozzarella, dello stracchino e del formaggio tipo grana. In questo articolo ci concentriamo sui formaggi vegani spalmabili e sulle alternative allo stracchino.
Formaggi vegani spalmabili
Gli spalmabili, fra cui troviamo anche il Philadelphia vegetale, in diversi casi vedono fra i primi ingredienti l’olio di cocco. Il prodotto a marchio Kioene ha invece una preparazione a base di anacardi, quello Valsoia vede in cima all’elenco latte di soia e lo spalmabile Coop è prodotto con BioSuRice® (prodotto ideato dalla ditta Frescolat di Treviso, preparato con acqua e riso integrale germogliato). L’olio di cocco, poco apprezzabile perché ricco di grassi saturi, è presente in tutte le formulazioni, probabilmente per conferire l’adeguata cremosità. Per lo stesso motivo si utilizzano addensanti e stabilizzanti come pectina, gomma di guar, carragenine o fosfati di calcio. Diversi prodotti contengono aromi e alcuni sono addizionati di vitamine, per integrare le carenze collegate a un’alimentazione di tipo vegano.
I grassi variano dal 17 a 24% e in tutti i casi sono prevalentemente saturi. Le proteine, assenti nel prodotto a marchio Violife, arrivano al 6% nello spalmabile a base di anacardi Kioene. Il sale, elemento piuttosto critico nei formaggi, si attesta fra 0,7 e 1,2 g per 100 g.
La valutazione dell’app Yuka, che elabora un punteggio tenendo conto sia delle caratteristiche nutrizionali che della presenza di additivi, si ferma a 13/100 nel prodotto Valsoia, per la presenza di diversi additivi (fra cui fosfato di calcio) e una quantità elevata di grassi (24%), mentre arriva a 32 per il prodotto Violife.
Il confronto con Philadelphia Original
Per rendersi conto del punteggio facciamo un confronto con Philadelphia Original preparato con latte che contiene il 25% di grassi e 0,74 g di sale. Yuka attribuisce a questo formaggio uno scarso 5/100 per la presenza di alcuni additivi e l’eccesso di grassi. Possiamo quindi dire che gli spalmabili vegani sono piuttosto diversi fra loro e che in molti casi sono più apprezzabili del Philadelphia Original, utilizzato per confronto. In generale però si tratta di alimenti ultra processati, ricchi di additivi.
L’ultimo aspetto da considerare è il costo di questi prodotti vegani che è sempre superiore ai ‘veri’ formaggi. Per gli spalmabili varia da 17 a 22 €/kg, contro i 12,4 €/kg del Philadelphia Original.
Alternative allo stracchino
Per quanto riguarda gli analoghi dello stracchino, abbiamo visto lo Strachicco a marchio Verys, a base di riso integrale germogliato e un prodotto firmato Io Veg preparato con bevanda di soia. Entrambi contengono olio di cocco e diversi addensanti. Il prodotto tipo ‘stracciatella’ a marchio Dreamfarm, invece, è preparato con mandorle e anacardi e pochi altri ingredienti. I primi due contengono entrambi il 20% di grassi, quasi completamente saturi, circa l’1% di proteine e diversi additivi; il punteggio di Yuka per il prodotto Verys è 17/100 e per l’analogo Io Veg è 27/100. La stracciatella Dreamfarm contiene il 14% di grassi (di cui solo l’1,3% saturi), il 5,8% di proteine e lo 0,8% di sale e riceve un ottimo 90/100.
Per confronto, lo stracchino Nonno Nanni (valutato 39/100 da Yuka) contiene 27 g di grassi su 100 g, 14 g di proteine e nessun additivo. Il costo dei prodotti vegetali va da 19 a 25 €/kg, contro i 16 €/kg dello stracchino Nonno Nanni.
Come scegliere i formaggi vegani?
In generale, quindi, i formaggi vegani, dal punto di vista nutrizionale, non sono equivalenti ai formaggi preparati con il latte, sono più apprezzabili quando preparati con frutta secca, meno quando prevale l’olio di cocco. Calcio e iodio, minerali presenti nel latte e nei formaggi, sono spesso scarsi negli analoghi vegani. In ogni caso, come abbiamo visto, le alternative vegetali ai formaggi sono numerose e in genere hanno un prezzo sensibilmente più alto. Sono più sostenibili dei prodotti animali, ma non sono tutte uguali e dobbiamo leggere con attenzione le etichette per evitare i prodotti ricchi di grassi, di sale e di additivi.
*Prezzi ricavati dalle principali piattaforme di vendita online.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Cosa bisogna fare per campare…