I veterinari non possono negare che i polli marchiati Amadori, Fileni e Aia, così come quelli venduti con il marchio di Esselunga, Coop, Conad, Aldi, Lidl, Eurospin e Md, sono malati. Si tratta di animali che per le procedure ufficiali hanno superato tutte le prove igienico-sanitarie, per cui si possono mangiare tranquillamente, ma restano malati. Si tratta di una verità scomoda supportata da decine di studi firmati da docenti universitari e istituti di ricerca, e persino riconosciuta dalle aziende che vendono i pulcini destinati a diventare polli dopo 35-40 giorni. I polli che mangiamo tutti i giorni mostrano gravi patologie muscolari e lesioni alle zampe e al tallone. Nessuno può negare l’evidenza e smentire questa tesi. Riportiamo una rassegna documentata della situazione attuale.
I problemi dei polli a crescita rapida
Negli ultimi 15-20 anni, la domanda di carne di pollo è stata soddisfatta selezionando animali a crescita rapida che in 35-45 giorni raggiungono 2-2,5 kg e hanno un petto enorme. La crescita rapida del petto comporta la formazione di strisce bianche ben visibili a occhio nudo (white striping in inglese) che i veterinari classificano come miopatie (Kuttappan et al., 2016; Boerboom et al., 2018). “La miopatia – scrivono i ricercatori – è una malattia del tessuto muscolare tipica dei polli da carne a crescita rapida, caratterizzata macroscopicamente da striature bianche dei muscoli pettorali e delle cosce parallele alle fibre muscolari” (Kuttappan et al., 2017). Le strisce bianche sono anche un difetto estetico che riduce il valore commerciale dei petti di pollo (Zanetti et al., 2018).
C’è un altro aspetto da considerare. Le strisce bianche nel 2012 erano presenti nel 5% degli animali (Huang e Ahn, 2018), mentre adesso la percentuale ha raggiunto il 90% (Kuttappan et al., 2017;Malila et al., 2018). Secondo altri lavori, l’incidenza delle strisce nei polli broiler a crescita rapida (che rappresentano la quasi totalità di quelli presenti al supermercato) varia dal 75,5% al 97,8% in relazione all’età di macellazione (Huang e Ahn, 2018; Malila et al., 2018). La variazione dei dati potrebbe dipendere da fattori come: genotipo, età, sesso, mangime ecc. (Kuttappan et al., 2016).
Il white striping raddoppiano i grassi nel petto di pollo
Le strisce bianche sono causate dalla sostituzione del tessuto muscolare con tessuto fibroso e adiposo, tant’è che la presenza di grasso nei petti di pollo in 10 anni è raddoppiata all’1 al 2%. C’è di più, secondo la definizione dell’OIE di benessere degli animali (OIE – Organizzazione mondiale per la salute animale), questa patologia può rappresentare un serio problema per la qualità della vita dei polli. (Kuttappan et al., 2016; Petracci et al., 2019).
Altri autori parlano di distrofia, sindrome e di alterazioni del metabolismo. “I polli a crescita lenta hanno una distrofia del muscolo che si manifesta con le strisce bianche” (Poligneri). “La striatura bianca si manifesta con un progressivo deterioramento della struttura muscolare a seguito di alterazioni del metabolismo” (Cenci Goga).
Meno categorici i pareri di UnaItalia che a proposito delle strisce bianche ci scrive: “sono una caratteristica visiva presente sulla superficie dei filetti di pollo che origina dall’accumulo di grasso intra-muscolare fra i fasci di fibre muscolari”. Meno sfumato il parere di Aviagen (principale venditori di pulcini nel mondo) che ci scrive “Il white striping può essere classificato come una miopatia, ma non ci sono prove scientifiche che sia associata ad alcuna condizione patologica o malattia”.
Nove polli su dieci hanno le strisce bianche
Il più recente studio è datato luglio 2021 ed è firmato da Francesco Prisco, Davide De Biase, Giuseppe Piegari e Ilaria D’Acquino (del dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale, Unità di Patologia, Università di Napoli Federico II di Napoli). Il lavoro, condotto su 50 polli da carne Ross 308 macellati dopo 55 giorni quando pesavano 3,5 kg, spiega perché sono animali malati. Le strisce bianche sono state osservate nel 90% dei muscoli pettorali esaminati. Gli autori le considerano “una miopatia cronica necrotizzante e infiammatoria”, e fanno una correlazione fra lo spessore delle striature visibili ad occhio nudo e la gravità della malattia. “La necrosi ischemica del petto è causata dalla mancanza di afflusso di sangue alle fibre muscolari che causa la morte delle fibre e la loro necrosi. Le strisce bianche sono causate dalla sostituzione del tessuto muscolare con tessuto fibroso e adiposo”.
Cosa fare?
Le strisce bianche rappresentano anche un problema per gli allevatori. Quando in fase di macellazione si riscontra una presenza eccessiva di strisce bianche o altri problemi, come ad esempio la carne legnosa, le carcasse vengono declassate e utilizzate nell’industria alimentare per preparare crocchette, hamburger, salsicce…
Certo, ammettere che il 90% dei polli in commercio ha una sindrome o una malattia è complicato, ma non dirlo è un’ipocrisia, come pure considerare la situazione regolare solo perché non ci sono problemi per la salute delle persone. A molti consumatori interessa sapere che il petto di pollo del supermercato proviene da un animale sofferente, che ha vissuto la sua breve esistenza in modo disgraziato, in un allevamento dove il benessere animale è solo uno slogan. Attenzione, non stiamo parlando dei polli maltrattati, dei polli che muoiono tutti i giorni per vari motivi, stiamo parlando dei polli adulti che dopo la visita veterinaria pur finiscono sugli scaffali. Alle persone interessa sapere che un’alternativa esiste: comprare animali a lenta crescita che però costano un po’ di più.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
grazie, continuate a denunciare questo schifo
schifo perchè bisogna ingozzarsi di tutto, consumare il più possibile, fregarsene del prossimo e dell’ambiente di cui facciamo parte
con l’avidità dei produttori/distributori e la foglia di fico dei controllori (pubblici e privati es. certificatori) che ci assicurano : “va tutto bene”
speriamo cambi qualcosa, come consumatori abbiamo il coltello dalla parte del manico, “questi” se vengono toccati nelle finanze cambiano non per convinzione/ravvedimento ma per avidità
Queste notizie sono una realtà inconfutabile! ma gradiremmo conoscere da Voi giornalisti d’inchiesta, di cui abbiamo grande stima, una valida alternativa ai polli di allevamento intensivi proposti dai supermercati, “indipendentemente dal fattore costi”. Attualmente acquistiamo il pollo denominato Top, a 24 € al kg, che riteniamo di buona qualità! Comparandolo ad altri polli. Il tema è: chi più spende meno spende! Sic et simpliciter.
Grazie e buon lavoro d’inchiesta.
I polli a lenta crescita ci sono ma sono pochi e i supermercati li fanno pagare troppo. Sull’etichetta viene riportato la scritta. Nessuno ha interesse a proporre questi polli non ce l’hanno Aia e Fileni e neanche le catene. Secondo uno studio verrebbero a costare 0,30 € in più al kg.
24 euro al kilo è ridicolo il prezzo ci speculano sopra, se vai da un contadino il pollo allevato da loro lo paghi la metà, all estero i polli a lenta crescita costano al max 14 al kilo. 24 è ridicolo
È una vergogna. Non più polli così nelle nostre case!!!
Cosce di pollo acquistate al Conad Pistoia quasi non mangiabili causa White striping molto spesso e ben presente in quantità. Non le acquisto più. Saluti
Dove si trovano in polli a lenta crescita? In quali catene? E chi li produce?
Esselunga, Coop e Carrefour hanno i polli a lenta crescita é indicato in etichetta. Sono poche le referenze. I polli bio NaturaSi) dovrebbero essere tendenzialmente a lenta crescita .
Vogliamo carne sintetica. Punto! Ne parlavano i romanzi di fantascienza sociale nel secolo scorso, sarebbe ora di farne una realtà quotidiana.
Sono malati x forza vengono allevati esclusivamente x guadagnare, chi produce alimenti da carni animali allevati intensivamente sono tutti animali ammalati e ‘ la sacrosanta verità . Se poi il cittadino guarda solo la pubblicità da media televisivi e non chiaro che le informazioni utili che ogni governo dovrebbe dare sono tutte camuffate dal prodotto made in Italy da consumare , poi quello che si introduce nella pancia non conta importante è mangia made in Italy.