In Italia gli animali da compagnia sono sempre più importanti (ne abbiamo parlato qui) e ne ospitiamo 65 milioni: quasi 30 milioni di pesci, oltre 10 milioni gatti e 9 milioni cani. Nel 2022 abbiamo speso 2 miliardi e 750 milioni di euro in alimenti per cani e gatti, un valore che segna un +11,4% sull’anno precedente. L’aumento della spesa è dovuto in buona parte all’inflazione, infatti i volumi sono rimasti pressoché costanti, ma sono anche aumentate le vendite dei prodotti ‘premium’, che costano di più.
Come canali di vendita, hanno successo le catene specializzate, ma la maggior parte del fatturato si realizza nei supermercati, dove lo spazio dedicato al cibo per i nostri amici a quattro zampe è sempre più ampio. Aumentando l’interesse per il settore sono cresciuti anche i marchi, i formati e le tipologie di pet food ed è sempre più complicato capire cosa è meglio scegliere, per tenere in buona salute i nostri animali. Abbiamo chiesto un parere a Giacomo Biagi, docente dell’Università di Bologna già presidente della Società italiana alimentazione e nutrizione animale.
“Mentre le persone sono in grado di fare scelte alimentari che tengono conto dell’impatto sulla salute – spiega Biagi – i nostri amici a quattro zampe mangiano ciò che trovano appetibile e rifiutano gli alimenti che non gradiscono. Sta a noi trovare alimenti che piacciano ai nostri animali e al tempo stesso soddisfino le lor necessità nutrizionali.”
Abbiamo fatto un confronto fra alcuni tipi di cibo umido per cani, scelti fra ciò che si trova in alcuni supermercati. La scelta è abbastanza casuale visto che ci sono catene di supermercati che hanno in assortimento oltre 200 prodotti di cibo di vario tipo (secco, umido, paté, snack) per cani. La prima cosa che notiamo è la distinzione fra alimenti ‘completi’ e alimenti ‘complementari’.
“Un alimento completo – spiega Biagi – per legge, deve contenere tutti i nutrienti necessari, in base alle linee guida per la nutrizione dei cani. Il nostro amico a quattro zampe potrà mantenersi in salute mangiando anche solo questo prodotto, nelle giuste quantità. Per questo motivo gli alimenti completi sono sempre addizionati di minerali e vitamine. Un cibo che invece riporta sull’etichetta la scritta ‘complementare’, o comunque un alimento privo di queste integrazioni, deve essere usato saltuariamente, aggiungendo alla dieta alimenti completi.”
Alcuni prodotti che si presentano al pubblico con slogan che lasciano intendere il concetto di ‘naturale’, come ad esempio la scatoletta Almo Nature HFC Natural vista da noi (vedi tabella), che ha come ingredienti solo vitello, prosciutto e riso, è indicata come ‘alimento complementare’. A volte i cani preferiscono questi alimenti perché l’aggiunta di vitamine li rende meno appetibili; quindi, va bene utilizzarli, ma solo alternandoli ad altri ‘completi’.
Per noi, abituati a leggere le etichette degli alimenti che acquistiamo, quelle del pet food sono un po’ sconcertanti perché di solito molto generiche. Spesso troviamo l’indicazione ‘Carne e derivati’, oppure ‘oli e grassi’, ‘sostanze minerali’, senza specifiche sul tipo di carne e di grasso. “Queste indicazioni generiche sono ammesse dalla legge, – dice Biagi – e a volte sono adottate dai produttori perché in questo modo non sono legati a un ingrediente preciso, quindi possono produrre l’alimento con la materia prima che hanno a disposizione, senza dover modificare le etichette. È vero però che si tratta di indicazioni molto vaghe e, in linea generale, mi pare preferibile un alimento in cui gli ingredienti siano indicati in modo più preciso, per cui possiamo capire la tipologia e la quantità di carne.”
Tenendo presente che le etichette spesso non ci aiutano, che cosa dobbiamo valutare quando scegliamo un alimento per i nostri cani? “Come criterio generale per l’alimentazione dei cani – spiega Biagi – sono preferibili alimenti di origine animale. Inoltre, un ingrediente fresco è preferibile ai ‘derivati della carne’ di solito farine che si ricavano dai sottoprodotti della macellazione: questi vengono cotti, essiccati e ridotti in farina. Rispetto a un ingrediente fresco, la seconda cottura che subiscono le farine di carne dopo l’inscatolamento, tende a ridurne leggermente il valore nutrizionale. Non tutte le farine di carne hanno la stessa qualità, molto dipende dalla materia prima di partenza. In generale, le farine povere di ossa sono più nutrienti di quelle nelle quali la componente rappresentata dalle ossa è più abbondante.”
Vediamo un paio di esempi. La scatoletta firmata Esselunga Bao, bocconcini in salsa con tacchino e pollo, riporta questi ingredienti: Carni e derivati (di cui pollo 4% e tacchino 4%), cereali, estratti di proteine vegetali, sostanze minerali, oli e grassi, zuccheri, sottoprodotti di origine vegetale. Per l’alimento con manzo e verdure, dello stesso marchio, leggiamo invece: Carni e derivati (di cui manzo 15%), ortaggi (carote e piselli 4%), pesci e sottoprodotti dei pesci, sostanze minerali, zuccheri. Innanzitutto, notiamo che viene indicata solamente la percentuale degli ingredienti citati in etichetta, aspetto obbligatorio per legge. Mentre non si specifica quale sia l’altra componente proteica di carne. La seconda etichetta sembra migliore della prima, perché gli alimenti di origine vegetale non sono necessari ai nostri cani. Anche in questo caso però non si specifica il tipo di pesce.
“Considerando gli aspetti nutrizionali, – continua Biagi – gli alimenti per cani devono garantire un adeguato apporto proteico. Il contenuto proteico minimo in questo cibo è pari al 18% sulla sostanza secca. Siccome gli alimenti umidi contengono in media l’80% di umidità, per calcolare le proteine sulla sostanza secca dobbiamo moltiplicare per cinque il valore di ‘proteina grezza’ riportato nell’etichetta nutrizionale. Un altro aspetto da considerare è il rapporto fra proteine e ceneri, cioè la componente inorganica. Il valore delle ceneri aumenta con la presenza di ossa e indica un prodotto meno nutriente e meno digeribile. Un rapporto ottimale fra proteine e ceneri non è mai stato chiaramente definito, ma quando è superiore a 4:1 è sicuramente buono, mentre se scende a 2,5 indica una presenza di ossa piuttosto importante. Ricordiamo infine che in etichetta, alla voce ‘additivi nutrizionali’, è possibile controllare le quantità di vitamine e minerali che sono stati aggiunti, quando si tratta di un alimento completo.”
Facciamo un esempio con i bocconcini di manzo in salsa, visti prima:
In questo caso la quota di proteine sulla sostanza è secca è pari al 35% (7 x 5 = 35), e il rapporto fra proteine e ceneri è pari a 7:2 = 3,5. È un buon prodotto, ma l’alimento con manzo e verdure, la cui tabella è riportata sotto, risulta più apprezzabile.
Un contenuto di proteine del 10%, corrisponde al 50% sulla sostanza secca, ed è un ottimo valore, come pure il rapporto fra proteine e ceneri, pari a 10:2 = 5.
Cosa possiamo dire degli alimenti per cane vegani? “Esistono studi che dimostrano che con gli opportuni additivi è possibile produrre alimenti completi per cani – dice Biagi – anche senza utilizzare ingredienti di origine animale. Questi hanno un discreto successo, perché l’approccio vegano è sempre più diffuso nella nostra società ed è naturale trasferire sui nostri animali le filosofie della società umana. Forse non sono molto appetibili, inoltre può suscitare qualche perplessità l’opportunità di forzare un animale carnivoro verso questo tipo di dieta.”
Abbiamo notato poi che, come per i prodotti destinati all’alimentazione umana, anche il cibo per cani a volte punta sugli ingredienti ‘naturali’, a volte specificati in etichetta. Bisogna ricordare però che questo termine non è definito da una normativa e quindi ci sembra una scelta di marketing piuttosto che un indice di una differenza sostanziale. Gli ingredienti del cibo per cani, a parte gli additivi nutrizionali, per la maggior parte sono ‘naturali’ in quanto ricavati da materia prima naturale.
Come dobbiamo regolarci con le quantità? “Le confezioni di cibo per cani riportano indicazioni relative alla porzione adatta in relazione al peso dell’animale. – Dice Biagi – Alcuni marchi propongono alimenti diversi per cani di taglia diversa, in ogni caso va posta particolare attenzione agli animali in fase di crescita, per i quali è sempre opportuno seguire le indicazioni del veterinario. Per evitare problemi legati all’obesità, dato che gli alimenti per cani di solito non riportano il contenuto calorico, è opportuno controllare la percentuale di grassi, aspetto che dipende sia dalla materia prima utilizzata che da eventuali aggiunte di grassi o oli.”
Sugli scaffali del supermercato troviamo anche alimenti ‘dietetici’ destinati a cani con disturbi come la malattia renale cronica, diabete, patologie del fegato o disturbi intestinali. Questi alimenti non contengono farmaci, ma sono studiati appositamente per prevenire specifici disturbi, o per aiutare a gestire alcune malattie. Devono essere utilizzati solo dietro consiglio del veterinario.
Veniamo ora ai prezzi. Per i prodotti visti da noi, sui siti delle principali catene, si spendono da 2,5 a 15 €/kg. Chi però sceglie la confezione da 1,250 kg di bocconi con pollo a marchio Smart (la linea economica della catena Esselunga) spende meno di 1 €/kg. In questo caso la convenienza è legata anche al formato (le confezioni più grandi sono sempre più convenienti), ma in generale le differenze di prezzo sono dovute a tanti aspetti e non è facile valutare la differenza qualitativa.
“La materia prima di partenza incide notevolmente sul costo finale. – fa notare Biagi. – Quindi difficilmente un alimento molto economico sarà prodotto con materia prima di ottima qualità. È vero che un prezzo elevato non garantisce la qualità, però bisogna notare che molti di questi prodotti sono messi sul mercato da poche grandi aziende ed è nel loro interesse differenziare il prezzo finale per le diverse fasce di pubblico, in base al costo, e quindi alla qualità, della materia prima.” Così, per esempio, nei bocconi con pollo a marchio Smart (nella tabella sotto), il rapporto fra proteine e ceneri è pari a 7:3 = 2,33 e ciò può far pensare che il basso prezzo sia correlato a una qualità della materia prima non eccelsa.
Un’ultima domanda all’esperto: che cosa non dobbiamo mai proporre ai nostri cani? “Gli unici alimenti da evitare in modo assoluto – dice Biagi – sono cipolle, aglio e cioccolato. Lo zucchero, come per noi umani, non è un ‘veleno’, ma ha diverse controindicazioni e il suo consumo deve essere molto limitato.”
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.