“Nel 2020 l’Italia ha segnato cambiamenti climatici e incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990, e continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale”. È uno dei dati contenuti nel dossier “Il cambiamento climatico in Italia: l’impatto sulla salute umana e i processi di adattamento. Lo scenario italiano alla luce del documento Climate Change Is A Healt Crisis”, realizzato dall’Italian Institute for Planetary Health (IIPH) insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, un Istituto dal respiro internazionale, nato nel 2019 dalla collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica, che ha lo scopo di salvaguardare la salute dell’uomo mantenendo in buona salute anche il nostro Pianeta. I risultati dello studio arrivano in un momento di grande emergenza tra ondate di calore estremo (con punte di oltre 40 gradi nelle principali metropoli europee), incendi e crisi idrica dovuta alla siccità. Si tratta di dati che, per gli esperti di sanità, rappresentano un campanello d’allarme rispetto all’impatto, troppo spesso sottovalutato, dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone.
La ricerca, presentata il 22 luglio, ha visto la partecipazione di Walter Ricciardi (docente d’Igiene e medicina preventiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e Giuseppe Remuzzi (direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS). L’obiettivo è descrivere e sintetizzare la situazione italiana al fine di fornire una risorsa utile per gli operatori sanitari, i professionisti e i decision maker interessati e attivi sulle tematiche del cambiamento climatico e della salute. Lo studio sottolinea come l’impatto dei cambiamenti climatici sia fortemente dannoso per la salute e il benessere umano, ed evidenzia come l’Italia, nel contesto europeo, sia al momento il Paese che sta pagando il prezzo più alto come confermano, ad esempio, i dati relativi agli incendi: nel 2021, infatti, l’Italia è stato il Paese in area Ocse con il maggiore numero di incendi registrati: 1.422. Dopo la Turchia, il nostro è stato il secondo Paese per superficie bruciata con ben 159.537 ettari. Si tratta numericamente del dato più alto registrato nell’ultimo decennio.
C’è poi un altro elemento da valutare e si tratta delle malattie sensibili al clima che mai comprendono circa il 70% dei decessi globali, di cui quelle cardiovascolari costituiscono la percentuale maggiore (il 32,8%). La ricerca sottolinea come l’impatto dei cambiamenti climatici sia fortemente dannoso per la salute e il benessere umano, ed evidenzia come l’Italia, nel contesto europeo, sia al momento il Paese che sta pagando il prezzo più alto. Questi numeri, confermati anche dal dato sempre più allarmante legato alle vittime per i disastri climatici, che in Europa ha superato il numero di 650mila casi negli ultimi 50 anni, hanno spinto gli esperti della sanità a lanciare un allarme alle Istituzioni.
“Il Rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico pubblicato due mesi fa – precisa Ricciardi – è stato silenziato. In Italia non ha avuto alcun ascolto, eppure è strano, lo stiamo vedendo in questi giorni, perché il nostro è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico e forse quello che necessita di più di interventi urgenti”. L’Italia – continua Ricciardi – è il Paese che ha avuto il maggior numero di incendi in Europa, il secondo al mondo, e che ha la più alta desertificazione, come stiamo vedendo dalla siccità del Po, dalla difficoltà di irrigare la Pianura Padana. È il Paese che sta vivendo più ondate di calore, quello che sta vedendo l’insorgenza di nuove malattie infettive da vettori, sono già 3 i morti per West Nile Fever, una malattia trasmessa dalle zanzare, che stanno ritornando a infestare parti importanti del nostro territorio. È importante combattere questo cambiamento climatico, abbiamo le soluzioni ma vengono largamente ignorate, anche perché questo ha un impatto enorme sulla salute mentale della popolazione e sul benessere”.
Quello dei cambiamenti climatici è un tema che tocca da vicino anche le abitudini alimentari dei cittadini, precisa Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri: “I comportamenti individuali sono importanti, il cibo è importante. Pensate che mangiare bene fa risparmiare molti morti. Tenete conto che cattive scelte alimentari fanno più morti che tabacco, droga, alcol e cattive abitudini sessuali messe insieme”. Tutto questo “ha anche una ricaduta sul clima. Un lavoro del Lancet di un paio d’anni fa faceva vedere l’impatto di ciascuna singola scelta alimentare sulla salute del pianeta. È un lavoro straordinario che fa vedere quanto è importante ciò che noi mangiamo ogni giorno sulla generazione di Co2, sul consumo di suolo e di energia, sul benessere degli altri abitanti della Terra. Siamo tutti nella stessa condizione, è molto importante realizzarlo. Il contributo che noi possiamo portare, dal punto di vista degli studi sull’alimentazione corretta, alla salute del pianeta, arriva al 25%”. Il report, presentato da Chiara Cadeddu, coordinatrice scientifica dell’IIPH, lancia un allarme rivolto ai decisori politici affinché si intervenga con urgenza, come fatto per affrontare il Covid: “Occorre costruire un sistema salute resiliente, implementando meccanismi di allerta e di risposta rapida e assicurando la disponibilità di risorse adeguate, con una governance dell’adattamento che sia coordinata a più livelli, in modo da creare sinergie tra il livello locale, regionale e nazionale”.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Il cambiamento climatico è un tema che tocca da vicino anche le abitudini alimentari dei cittadini, nell’articolo non si capisce bene quali siano queste abitudini.
Nel report dello studio IIPH viene affermato:
“Diete sane e ricche in vegetali contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, generando anche benefici collaterali per la salute, come la riduzione delle malattie legate al consumo eccessivo di prodotti di origine animale.
Il passaggio a diete in gran parte a base vegetale porta benefici ambientali e di salute.”
Toh, si sono accorti che il cambiamento climatico nuoce alla salute.
Quanti secoli di studi ci vorranno per dichiarare ufficialmente dannose anche le guerre, nocive pure per le prossime generazioni in quanto a contaminazioni di aria, terra, acqua?