Rac: operazione Barbecue a Parma, sequestrati 14 t di salumi per mancanza di indicazioni sull’origine. Sanzioni a un ristorante di Ragusa
Rac: operazione Barbecue a Parma, sequestrati 14 t di salumi per mancanza di indicazioni sull’origine. Sanzioni a un ristorante di Ragusa
Sara Rossi 19 Ottobre 2021I militari del Reparto tutela agroalimentare (Rac) di Parma, e i Nas continuano le ispezioni di salumifici e prosciuttifici, alla verifica delle corrette indicazioni sulle etichette dei prodotti. In particolare è stata verificata la presenza, in etichetta, dell’origine della carne suina utilizzata per la preparazione di salumi e insaccati, in ottemperanza a quanto disposto dal Decreto Ministeriale 6 agosto 2020.
I Rac hanno riscontrato irregolarità in alcuni salumifici delle provincie di Reggio Emilia, Parma, Pordenone e Bolzano e sequestrate complessivamente quasi 14 tonnellate di carne suina lavorata (salumi come culatelli, prosciutti crudi, speck, fiocchi di prosciutto, coppe, pancette, soppressa, salame, würstel e prosciutto cotto), del valore di 225.500 euro. Sono state inoltre elevate sanzioni per 14.000 euro.
I Nas di Ragusa, nell’ambito dei controlli disposti a livello nazionale dal comando Carabinieri per la tutela della salute presso attività e settori ritenuti a maggior livello di rischio per possibili inosservanze sul rispetto dell’obbligo del c.d. “Green Pass” , in collaborazione con personale tecnico del Dipartimento di prevenzione della locale ASP, ha eseguito un provvedimento di chiusura dei laboratori adibiti alla preparazione pizze ed alimenti affumicati annessi ad un noto bar-ristorante del capoluogo Ibleo.
La misura si è resa necessaria a seguito dell’accertamento di gravi violazioni in materia di igiene e sanità riscontrate nei luoghi di detenzione e lavorazione delle pietanze, destinate alla successiva somministrazione agli avventori. Al titolare dell’attività commerciale sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per di 5.000 euro.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Rilevo che ancora oggi non è riconosciuto al consumatore il diritto si avere certezza che la catena del freddo non abbia avuto interruzione o decadimento della temperatura