Sempre più tecnologici, ma al tempo stesso attenti all’ambiente e al risparmio. È il ritratto dei consumatori italiani che emerge da un’indagine qualitativa realizzata dalla piattaforma di cataloghi digitali Tiendeo. Basandosi sui dati di ricerche interne e sul geotracking (strumento per valutare l’efficacia delle campagne digitali), l’indagine ha definito sette diversi profili di acquisto. Ci sono i consumatori oculati, persone pratiche che non amano il superfluo, badano al risparmio e comprano soprattutto al discount; i comparatori omnichannel, che consultano siti e volantini a caccia dell’offerta migliore e si spostano dall’e-commerce agli outlet a seconda della convenienza e delle offerte; oppure i virtuali, che non si muovono da casa, comprano online e si fanno recapitare la spesa. L’indagine non riguarda solamente il comparto food e registra anche una folta presenza di fashion victim, attenti alle ultime tendenze e di compratori compulsivi, che acquistano per sentirsi bene. Per quanto riguarda invece le spese alimentari emergono poi i Km zero, attenti a scegliere e prodotti a basso impatto, con filiera certificata e imballaggi sostenibili e gli old school, tradizionalisti che non comprerebbero mai online e preferiscono mercati rionali e negozi di prossimità.
“Dati di questo tipo possono servire a elaborare strategie efficaci per agganciare la diverse tipologie di consumatori – spiega il sociologo Domenico Secondulfo, responsabile dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie del dipartimento di Scienze umane dell’Università degli studi di Verona –”. Secondulfo ha individuato a sua volta tre tendenze che si sono sviluppate durante la pandemia, ma che sembrano destinate a rimanere “anche se forse in forme meno estreme”. Tra queste si conferma l’abitudine ad acquistare online segnalata anche da Tiendeo. “In crescita gli acquisti digitali nel settore alimentare, dove c’erano maggiori resistenze, vinte dalla comodità di ricevere la spesa a casa – osserva Secondulfo –”.
Appare destinata a restare anche la preparazione domestica degli alimenti, specialmente per quanto riguarda il pane e i prodotti da forno, anche se il ritorno in ufficio limita il tempo disponibile. “Spesso queste ricette sono oggetto di condivisione, di scambio tra amici e vicini, con effetti positivi sul piano relazionale – chiarisce il sociologo –. Se il lockdown ha portato qualcosa di positivo, infatti, è una maggiore attenzione agli altri, senza contare che la produzione domestica è collegata al salutismo e all’attenzione alla qualità di ciò che si mangia”. L’ultimo tratto in crescita è la volontà di evitare, ove possibile, lo spreco. “Si tratta di un trend già presente – spiega il sociologo – che si è allargato in modo trasversale nei diversi comparti. Per quanto riguarda gli alimentari, questo sta facendo riemergere il concetto antico della sacralità del cibo, per esempio del pane, che ha un particolare valore simbolico”.
Secondo Tiendeo, tra i comportamenti in aumento ci sono quelli dei profili comparatore omnichannel e virtuale. “Queste tipologie di consumatori – sottolinea Jaume Molins, country manager di Tiendeo Italia – hanno fatto un grande salto in avanti con la pandemia. Sono sempre di più i consumatori che, prima di un acquisto, cercano in rete la soluzione più vantaggiosa, saltando senza difficoltà dall’acquisto online a quello presso il punto vendita. Così come sono in aumento coloro che consultano il proprio smartphone nel punto vendita stesso, al momento dell’acquisto”. Un’evoluzione cui il mondo del commercio cerca di rispondere. “Per i piccoli commercianti, però, è difficile fare fronte alle iniziative della grande distribuzione – osserva Secondulfo –”. Qualcuno comunque ci prova. “I retailer grandi e piccoli hanno provveduto a una digitalizzazione molto più rapida e consistente di quanto si sarebbe potuto immaginare – sottolinea Molins –. In meno di un anno è stato fatto un salto di oltre un decennio. Basti pensare a tutte le piccole aziende che durante i mesi di chiusura si sono reinventate con servizi di consegna a domicilio, anche con il semplice ausilio di whatsapp, e che poco a poco hanno implementato sistemi di ordini online e magari anche campagne pubblicitarie sui social”.
Resta poi stabile il profilo del consumatore oculato. “Dall’inizio del lockdown la ricerca di promo e offerte è una costante – sottolinea Molins –”. “In genere – aggiunge Secondulfo –, si tratta di consumatori di livello economico medio-basso, mentre per esempio i consumatori old school, quantitativamente minoritari, hanno tendenzialmente un livello socioeconomico medio-alto”. Importante, infine, la presenza di consumatori km zero”. La sensibilità riguardo all’ambiente e alla sostenibilità, alla qualità di ciò che si consuma, la tracciabilità e la filiera controllata acquistano sempre più importanza per i consumatori – conclude Molins –”. A conferma di ciò, un dato emerso dal Tiendeo summit mostra che il 20% del fatturato offline è trainato proprio da quei prodotti capaci di comunicare in modo chiaro principi di sostenibilità.
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giornalista scientifica