Il pane con cui Subway realizza i suoi famosi panini… non è pane. O almeno è quanto ha stabilito lo scorso 29 settembre la Corte Suprema irlandese. Secondo la corte il pane utilizzato dalla catena americana di fast food contiene così tanto zucchero da non poter essere definito “pane”, ma piuttosto dovrebbe essere equiparato a un dolce. La curiosa notizia è stata subito ripresa dai media di tutto il mondo, come il Guardian, che ha ricostruito come si sia arrivati a questo punto.
Tutto è nato da un ricorso presentato da Bookfinder Ltd, titolare del franchise di Subway in Irlanda, riguardante l’Iva pagata tra il 2004 e il 2005, pari al 9,2%. Secondo l’azienda, invece, i panini Subway dovrebbero essere considerati alimenti base, e quindi, secondo la legge irlandese sull’Iva del 1972, non dovrebbero essere soggetti al pagamento dell’Iva.
Ma c’è un cavillo: affinché il pane sia considerato tale la quantità di zucchero contenuta non deve superare il 2% del peso della farina presente nell’impasto. Ma, come riporta il Guardian, secondo la Corte Suprema irlandese “In questo caso, non c’è alcuna controversia sul fatto che il pane usato da Subway nei sui panini caldi abbia un contenuto di zucchero pari al 10% del peso della farina presente nell’impasto”. Insomma, il pane dei sandwich Subway contiene una quantità di zucchero cinque volte superiore al limite stabilito per poter essere definito tale, e deve quindi essere considerato un dolce. Per lo meno nel calcolo dell’Iva.
Un rappresentante della catena di fast food, contattato dal Guardian, si è limitato ad affermare che “il pane di Subway è, ovviamente, pane”. Tuttavia, la curiosa vicenda riporta i riflettori su una questione mai veramente risolta: il cibo offerto dai fast food o realizzato dall’industria, anche quando appare semplice e sano, spesso contiene grandi quantità zucchero, sale o grassi nascosti.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Oggi i fornai sono in lutto. 10% di zucchero. In pratica salame con biscotti. E forse persino troppo dolci.
Ovviamente il quantitativo di zucchero era riportato nella composizione della preparazione e quindi i consumatori ne erano a conoscenza, e se a qualcuno piace il pane dolce col ripieno salato saranno poi gusti suoi… o magari anche nostri, mai sentito “il formaggio con le pere” o col miele o con la confettura di melacotogna?
Ovviamente lo Stato non ha perso l’occasione di ribadire che formalmente è un dolce e come tale va tassato, visto che la tassazione è superiore e porta più introiti in cassa, dubito molto che in caso contrario si sarebbero preoccupati di quanto zucchero mangiasse l’acquirente.