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Sulla proposta di regolamento in materia di nuovi alimenti  è in corso un vero e proprio braccio di ferro tra il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dell’UE. La difficoltà nel trovare un accordo su questo dossier – che ora si trova nella fase della “conciliazione legislativa” – e’ dovuta ai contrasti sulla posizione da assumere in merito all’utilizzo per finalità alimentari degli animali clonati e la loro progenie.

Molti Stati membri – il governo Cameron (GB) in testa, con il sostegno del parere  positivo espresso dalla “Food Standard Agency”  – sono favorevoli ad aprire le porte ai prodotti alimentari ottenuti da questi animali.
Il Parlamento reputa invece inaccettabile questa ipotesi e la restituisce al mittente, chiedendo  alla Commissione europea di presentare  una proposta di regolamento. Una posizione che appare in linea con il principio della “better regulation” (il “legiferare meglio”), cui l’attività legislativa europea dovrebbe sempre ispirarsi:
– secondo i parlamentari non si può mettere sullo stesso piano, e sottoporre a identiche procedure, l’approvazione di alimenti la cui novità sia legata all’impiego di nuovi microrganismi ed enzimi, con quella di cibi derivati dalla manipolazione genetica dei “nipoti della pecora Dolly”.

Il conto alla rovescia per definire il nuovo regolamento é già iniziato. Secondo la procedura di conciliazione legislativa, se entro il 29 marzo Parlamento e Consiglio non troveranno un accordo, si dovrà ripartire da capo. E la disciplina dei nuovi alimenti rimarrà ancorata al vecchio regolamento (CE) n. 258/97, la cui complessità ha di fatto ostacolato la ricerca e lo sviluppo di prodotti potenzialmente utili a una popolazione che, come risulta dal recente rapporto OECD, tende a invecchiare e aumentar di peso oltre misura.

Gianni Pittella, primo vice-presidente del Parlamento europeo e responsabile di questo negoziato ritiene necessario trovare un punto di equilibrio. “Non vogliamo latte e carni degli animali clonati sulle nostre tavole – spiega Gianni Pittella – quello della clonazione a fini alimentari costituisce il principale nodo politico da sciogliere e l’Europarlamento vuole chiarezza. Per questo continueremo a chiedere un quadro legislativo vincolante in grado di coprire tutti i principali aspetti relativi alla clonazione. Fino a quando questo quadro di norme non sarà in vigore riteniamo necessario prevedere una moratoria nei confronti di tutti i cibi derivanti da animali clonati e dalla loro discendenza”.

Circa le sorti del negoziato e le probabilità che si raggiunga un accordo entro fine marzo, Pittella ha le idee chiare: “Ci sono buone possibilità di trovare una soluzione condivisa a condizione che il Consiglio dimostri maggiore ragionevolezza. Le scelte in una materia tanto delicata – la salute dei cittadini – non possono essere condizionate dagli interessi economici e dalle relazioni commerciali con i principali Paesi d’oltreoceano, USA e Paesi latinoamericani, dove la clonazione a fini alimentari e’ prassi corrente. Un buon segnale pare arrivare da Italia e Francia che sembrano volersi schierare contro l’ingresso di animali clonati nel mercato  spaccando così l’unità in seno al Consiglio”.

Foto: Photos.com

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