Nel pieno della pandemia di Covid-19 e con le mascherine spesso difficili da reperire, ci si ritrova di frequente a dover riutilizzare anche quelle monouso. È naturale quindi che le persone si chiedano se sia possibile disinfettarle in qualche modo e come farlo. Su internet, naturalmente, hanno subito cominciato a comparire consigli di igienizzazione più o meno efficaci. Per questo, la rivista francese Que Choisir ha cercato di mettere ordine tra i metodi proposti.
Dato che il coronavirus Sars-CoV-2 è vulnerabile alle alte temperature, potrebbe venire la tentazione di sterilizzare le mascherine in forno. La scuola di medicina di Stanford ha spiegato che, affinché la sterilizzazione sia efficace, la mascherina deve essere messa in forno a 70°C per 30 minuti, senza alcun contatto con le superfici metalliche dell’elettrodomestico. Non si tratta di un metodo di facile applicazione in un forno domestico, perché sarebbe necessario appendere la mascherina a un supporto di legno. Se invece vengono appoggiate, ad esempio, su una teglia metallica (che conduce il calore), le mascherine chirurgiche sono destinate a rovinarsi o addirittura a sciogliersi.
È sconsigliato anche l’uso del microonde. Questo perché nella maggior parte delle mascherine è presente una componente metallica a livello del naso, che potrebbe produrre scintille durante il funzionamento dell’elettrodomestico. Il rischio è che invece di sterilizzarsi, la mascherina prenda fuoco.
Da evitare anche l’uso di alcol e candeggina, che alcuni suggeriscono di spruzzare. Entrambi i prodotti riducono la capacità filtrante. Inoltre, la candeggina persiste a lungo e anche dopo diversi risciacqui i vapori possono irritare le vie aree di chi indossa la maschera.
Un altro metodo prevede di tenere sospesa la mascherina sopra una pentola di acqua in ebollizione per 10 minuti. Sicuramente è un metodo semplice, ma attenzione al rischio scottature a cui si va incontro se non si riesce a trovare un modo per tenere appesa la maschera mantenendo le distanze. Inoltre, è bene ricordare che la disinfezione a vapore può essere ripetuta solo cinque volte, oltre le quali l’efficacia della mascherina non è più garantita.
Il metodo migliore per sanificare le mascherine monouso resta quello di lasciarle appese all’aria per qualche giorno. In questo periodo il virus si inattiva spontaneamente. Il coronavirus non è in grado di sopravvivere fuori dall’organismo umano oltre a un tempo variabile tra qualche ora e qualche giorno, in relazione ala superficie e alle condizioni ambientali.
Il discorso è diverso per le mascherine lavabili, che possono essere sottoposte a trattamenti diversi a seconda del materiale. Quelle in tessuto non tessuto (Tnt), per esempio, possono essere lavate in lavatrice, seguendo le istruzioni del produttore sulla temperatura (anche 90°C) e sul numero massimo di lavaggi, ma non possono essere stirate. Le mascherine in cotone, invece, oltre ad essere lavabili in lavatrice ad alte temperature, possono essere stirate, magari usando anche la funzione vapore, assicurando un ulteriore livello di sanificazione.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Io lascio in ammollo con acqua e candeggina le mascherine tessuto non tessuto per delle ore.
Poi le strofino, le sciacquo e le stendo all’aria aperta.
Faccio bene?
Quelle chirurgiche, invece, le spruzzo con alcol a 90° e le stendo all’aria aperta.
Faccio bene?
Ma non leggete i commenti di chi ha scritto prima? 🙁 Allora a cosa serve condividere le notizie sul web? Mah…