Le misure di contenimento del nuovo coronavirus Covid-19 hanno un forte impatto anche sulla spesa. I prodotti alimentari nei supermercati non mancano, e l’ansia dovuta alla diffusione del virus spinge molti di noi a fare acquisti compulsivi, adesso però è più importante che mai riflettere su ciò che mangiamo.
Le raccomandazioni del Ministero della Salute
Innanzitutto, come suggerisce il Ministero della Salute, bisogna fare attenzione a non ingrassare. Palestre e piscine sono chiuse e bisogna rimanere il più possibile in casa, quindi dobbiamo programmare un po’ di attività fisica fra le mura domestiche e fare attenzione all’alimentazione, riducendo prima di tutto il consumo di bevande zuccherate e di condimenti grassi. Questa scelta, oltre a evitare l’eccesso di peso, favorisce l’attività del microbiota intestinale, importante anche per avere un sistema immunitario efficiente.
I dati diffusi da Coop parlano di un aumento, nei carrelli degli italiani, di alimenti a lunga conservazione, come pasta, riso, tonno e carne in scatola, per fare scorta. Crescono però anche farina e passata di pomodoro, a segnalare la voglia di cucinare in casa. In effetti, adesso possiamo dedicare più tempo ai fornelli ed è l’occasione buona per preparare ricette nuove, meglio se scelte fra quelle più salutari.
Possiamo provare a fare il pane, utilizzando anche farine integrali o semi-integrali, ricche di fibre e di sapore. Le scuole sono chiuse e i bambini, a casa, sono disorientati: coinvolgendoli nella preparazione dei pasti possiamo condividere esperienze positive e dare loro l’occasione di imparare qualcosa che non dimenticheranno. Dedichiamo tempo alla tavola: apparecchiare e mangiare con calma, facendo attenzione a ciò che abbiamo nel piatto e a chi è a tavola con noi, consente di avere un’alimentazione più varia ed equilibrata, inoltre facilita la digestione.
È più che mai importante consumare frutta e verdura fresche: l’effetto saziante della fibra permette di mantenere sotto controllo il peso corporeo, inoltre questi alimenti sono ricchi di sostanze che stimolano l’attività del sistema immunitario e favoriscono la messa in atto di difese efficienti contro gli agenti patogeni.
I consigli di Enzo Spisni
Quando si parla di potenziare le delle difese dell’organismo, i consigli che troviamo sui media sono i più vari: ostriche, bacche di sambuco o di açai, cioccolato, zenzero, mirtilli, miso, melagrana… abbiamo chiesto un parere a Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione presso l’Università di Bologna. “Sappiamo che un’alimentazione in cui prevalgano i prodotti di origine vegetale è utile per prevenire le patologie più gravi e più diffuse. In questo momento, per potenziare il sistema immunitario, piuttosto che rivolgerci a cibi esotici, possiamo trovare validi alleati in alcuni ingredienti della nostra tradizione, insieme alla frutta e verdura di stagione. La vitamina C – prosegue Spisni – in questa stagione si trova negli agrumi, nei kiwi e nei cavoli, mentre la vitamina E soprattutto nella frutta secca, nei semi e negli oli da essi derivati. Queste vitamine svolgono un’azione antiossidante, contrastano la formazioni di radicali liberi e stimolano la risposta immunitaria.”
Contro il coronavirus cibi ricchi di vitamine
“Il ruolo più importante però è da attribuire alla vitamina D. – Sottolinea Spisni – Numerosi studi dimostrano un’attività specifica di questa sostanza nel favorire reazioni efficaci contro le infezioni da virus e in particolare per prevenire influenza e polmonite. È noto che la nostra pelle produce vitamina D per effetto dei raggi solari, questo però accade se viene esposta al sole una buona parte della superficie corporea. Ci sono diverse ragioni per cui le epidemie influenzali colpiscono in inverno: una di queste è che in inverno c’è meno sole, meno raggi ultravioletti e di conseguenza, anche i livelli di vitamina D della popolazione sono più bassi (come riporta questo lavoro).
Questa sostanza agisce a diversi livelli: è in grado di potenziare la nostra barriera intestinale di difesa, ma anche di aumentare la sintesi di sostanze antivirali endogene e infine di ridurre la produzione di citochine infiammatorie, sostanze che sono prodotte quando le patologie influenzali si aggravano.”
Anziani più esposti al coronavirus
“Certo, il nuovo Coronavirus non è una normale influenza – continua l’esperto – ma da questo punto di vista, la popolazione anziana è ancora più esposta perché in buona parte è in carenza di vitamina D, o ha livelli serici appena sufficienti; un aspetto che dovrebbe essere considerato con maggiore attenzione, anche consentendo la vendita di integratori a concentrazioni più elevate di quelle attualmente autorizzate in Italia, così come avviene in molti altri paesi occidentali.
Non bisogna dimenticare che ci sono alimenti ricchi di questa vitamina: oltre che nel famigerato olio di fegato di merluzzo, la vitamina D3 (la forma più attiva) si trova nei pesci, soprattutto in quelli grassi, sia freschi che conservati, come sgombro, sardine e salmone. Piuttosto che nel tonno in scatola al naturale, è più abbondante in quello sott’olio, ma ne va persa buona parte sgocciolandolo. Per questo l’ideale sarebbe tonno con poco olio. Fra i vegetali, i funghi, sono una buona fonte di questa vitamina, anche se la forma “vegetale”, detta D2 è meno attiva. I funghi, inoltre, sono ricchi di zinco, un altro nutriente che esercita un ruolo positivo sulle difese immunitarie.”
Noci e mandorle
“Secondo recenti ricerche epidemiologiche – aggiunge Spisni – anche il consumo regolare di noci e mandorle, contribuisce a ridurre il rischio complessivo di patologie respiratorie. Non dimentichiamo infine il ruolo delle erbe aromatiche: gli oli essenziali presenti nelle spezie della nostra tradizione, come origano, basilico e rosmarino, possono essere un valido aiuto al nostro sistema immunitario contro tutte le infezioni, anche quelle virali (leggi qui)”.
Per fare scorta di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti a tavola non dovrebbe mancare il pesce, accompagnato da verdure di stagione, insaporite con erbe aromatiche e arricchite con semi oleosi (come sesamo o girasole), noci e mandorle tritate.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
La rivista online dagli USA,The Post, spiega come i pazienti affetti da coronavirus gravemente malati, nel più grande sistema ospedaliero dello stato di New York, ricevano dosi massicce di vitamina C – sulla base di risultati promettenti delle somministrazioni sui malati cinesi, giapponesi, e coreani.
Andrew G. Weber, un pneumologo e specialista in terapia intensiva affiliato a due strutture della Northwell Health a Long Island, ha affermato che i suoi pazienti in terapia intensiva con il coronavirus ricevono immediatamente 1.500 milligrammi di vitamina C.
Per quello che riguarda la vitamina D di cui tutti siamo a corto alla fine dell’inverno ce la possiamo procurare anche mettendoci al sole , quando risplende , peccato che non si possa uscire facilmente ma per quelli come me che hanno un piccolo giardino è una bellezza prendere i raggi benefici che con le sue frequenze funge anche da disinfettante.