Il 12 novembre è iniziata la raccolta di adesioni a una proposta di iniziativa popolare europea dal titolo “Etichettatura obbligatoria degli alimenti come non vegetariani/vegetariani/vegani”. I promotori dell’iniziativa, che sono singole persone, sottolineano che “in tutta l’Unione europea i vegetariani e i vegani fanno fatica a individuare gli alimenti adeguati. Per decidere se acquistare un prodotto alimentare, sono costretti a studiare la lista degli ingredienti, facendo particolare attenzione agli ingredienti ambigui che potrebbero essere di origine animale o vegetale”. Per questo viene chiesto alla Commissione europea di proporre l’apposizione obbligatoria su tutti gli alimenti di simboli grafici indicanti se si tratta di prodotti non-vegetariani, vegetariani o vegani.
La Commissione europea ha dato parere favorevole all’ammissibilità giuridica della proposta, che è stata registrata come “Iniziativa dei cittadini europei” (Ice). Se entro un anno la proposta sarà sottoscritta, anche online, da almeno un milione di cittadini appartenenti ad almeno sette Paesi dell’Ue, la Commissione europea dovrà esaminarla e comunicare entro tre mesi le sue conclusioni giuridiche e politiche, l’eventuale azione che intende intraprendere e i motivi che la inducono ad agire o meno nel senso richiesto dai sottoscrittori.
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Pretesa illogica, perché il vegetarianesimo ed il veganesimo non sono patologie da proteggere, ma libere scelte alimentari, da realizzare scegliendo gli alimenti preferiti tra tutti quelli disponibili sul mercato, eventualmente contrassegnati con un simbolo che li identifica.
Questi simboli dedicati sono da normare, eventualmente e non il contrario.
Etichettare al contrario è un non senso, in quanto gli ingredienti di origine animale non sono generalmente allergeni, salvo casi molto specifici come il latte.
Tutti dobbiamo imparare a leggere le etichette, gli ingredienti ed anche le tabelle nutrizionali, per essere consapevoli e ben informati su quello che acquistiamo e di cui ci alimentiamo.
Altro che .
Perché un alimento con molti zuccheri e margarina, non è una scelta positiva per nessuno, anche se totalmente vegetale.
Il problema sono gli ingredienti “ambigui”, tipo “TRACCE DI” che l’alimento può contenere e che in genere sono di origine animale.
Ritengo che l’etichettatura proposta sia sensata e molto utile.
Gentile Anna ribadisco e spero che saremo d’accordo, che il veganesimo ed il vegetarianesimo non sono patologie ma scelte alimentari e di vita, quindi la “traccia” involontaria ed occasionale non dovrebbe rappresentare un problema per nessuno di voi/loro.
Altrimenti nessuno di questi potrebbe frequentare pizzerie, ristoranti, panetterie, negozi di alimenti ed anche abitazioni di non aderenti, perché sicuramente “inquinati” da tracce di sostanze animali.
Perché il mondo è pieno di tracce animali in ogni luogo che tutti frequentiamo e dovrebbe bastare la scelta volontaria a soddisfare i principi ideologici degli aderenti.
Solitamente le tracce di origine animale incriminate più frequenti sono quelle di latte, raramente di uova e miele (solo per i vegani), mentre le più frequenti ed onnipresenti sono quelle del glutine per i celiaci (patologia e non libera scelta).
Io sono d’accordo con l’etichetattura x vegani e vegetariani! Si fa prima a fare la spesa, perchè attualmente è impegnativo leggwere tutti gli ingredienti,il più delle volte scritti in piccolo e con poco inchiostro…. si guadagna tempo e non ci vedo nulla di sbagliato, anzi!