Ilfattoalimentare.it si è occupato spesso della tracciabilità delle conserve ittiche: nell’articolo “Che razza di tonno è?” Giuseppe De Giovanni, esperto in etichettatura dei prodotti alimentari, auspicava che alla denominazione generica “tonno” venisse affiancata, nell’elenco degli ingredienti, la specifica specie di appartenenza come indicato dal decreto ministeriale 27 marzo 2002 e successive modifiche.
Abbiamo anche raccontato le campagne di Greenpeace sul tema, e in particolare la classifica dei Rompiscatole per distinguere i marchi di tonno prodotti secondo logiche di pesca sostenibile, in base alle dichiarazioni rese dalle stesse aziende sui metodi di cattura adottati e le qualità di tonno usate (anche se non tutte conoscono l’origine del tonno che inscatolano).
Da oggi Rio Mare (che dal 1992 fa anche parte del programma Dolphin Safe) offre, sul proprio sito internet, la possibilità di richiedere informazioni sull’origine del pesce utilizzato in qualsiasi confezione prodotta dal 1 gennaio 2010.
In particolare, l’azienda comunica che «Dal momento della pesca a quello della lavorazione e dell’inscatolamento, il tonno non viene mai “perso di vista“: si sa da quale mare proviene e su quale nave ha viaggiato, di quale lotto arrivato nello stabilimento facesse parte, in quale lattina si trovasse. E questa biografia è “codificata” su ogni lattina, in modo che il consumatore ne sia informato.
Il produttore, tenendo conto delle raccomandazioni dell’Issf (International Seafood Sustainability Foundation*), rende inoltre accessibili ai consumatori una serie di informazioni aggiuntive sui propri prodotti: il nome della nave che lo ha pescato, la zona geografica e la data in cui la pesca è avvenuta, quale tecnica di pesca sia stata utilizzata, quale sia la qualità di tonno inscatolato».
Per risalire alla provenienza del prodotto Rio Mare acquistato, basta visitare questa pagina e fare richiesta della “carta d’identità” della scatoletta. Nel giro di 48 ore, il consumatore riceverà tutte le informazioni.
In attesa che la specifica specie di appartenenza del tonno che finisce nel nostro piatto sia leggibile sull’etichetta al momento dell’acquisto, consentendoci una scelta immediatamente consapevole, ci sembra un passo avanti interessante.
Mariateresa Truncellito
foto: www.riomare.it
*Rio Mare è tra i fondatori di ISSF, International Seafood Sustainability Foundation, Fondazione Internazionale per la Sostenibilità della Pesca, organizzazione non-profit che raggruppa esponenti della comunità scientifica internazionale, aziende leader dell’industria del tonno e associazioni ambientaliste non governative come il WWF. Intraprende iniziative a favore della conservazione e della sostenibilità nel lungo periodo degli stock di tonno, riducendo il by catch (la pesca accidentale delle altre specie marine) e promuovendo la salute dell’ecosistema. (http://www.iss-foundation.org)
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Ritengo un gran passo in avanti questo tipo di iniziativa volta alla trasparenza ed all’informazione puntual edei consumatori. Temo, però, che più di così non si possa fare, visti i costi enormi che un’azienda dovrebbe sostenere per il packaging se queste indicazioni (come tante altre auspicate da varie fonti) dovessero essere presenti in etichetta. Bisogna pensare al fatto che un’azienda alimentare quasi mai si rifornisce da un unico fornitore e quand’anche fosse così, non credo capiti spesso che la materia prima sia di unica specie o origine (qui è il tonno, ma potrebbe essere grano, maiale, uova,… il discorso è il medesimo) per tutte le partite di prodotto finito realizzate. Cambiare spesso il pack per seguire questi cambiamenti è impensabile, rischieremmo di pagare di più il pack e le informazioni che il prodotto stesso. Oggi intenet dà la possibilità di avere queste informazioni in tempo reale o quasi-reale senza incidere sui costi "vivi" del prodotto, e chiunque o quasi di noi vi ha accesso, nonstante l’arretratezza telematica italiana.
Cordiali saluti