La nuova legge sanitaria approvata dal Senato americano prevede che le catene di ristoranti con più di 20 locali dovranno informare i consumatori sul contenuto di calorie e nutrienti dei prodotti. La Food and Drug Administration redigerà lo schema al più presto e sarà esteso a tutti gli Stati. Il provvedimento interessa più o meno 200 mila fast-food. Molte catene in America forniscono già questo tipo di informazioni su manifesti esposti all’interno dei ristoranti o su siti web. In futuro le informazioni dovranno essere indicate a fianco del menù o in un pamphlet, in modo che i consumatori possano vedere bene i valori nutritivi di cosa ordinano.
Il progetto prevede l’esenzione per i cibi occasionali presenti nei locali per meno di 60 giorni, mentre estende l’etichettatura anche ai cibi esposti nei distributori automatici, quando i valori non sono ben visibili sul frontespizio della confezione. L’etichetta è importante soprattutto in un paese come gli Stati Uniti dove le calorie di un “caffè” oscillano da 20 a 800, e quelle di un hamburger da 250 a 1000.
I fast food in Italia
Da noi il problema non si pone perché catene di fast-food da tempo offrono nei siti internet tutte le informazioni. I siti di McDonald’s e Burger King sono molto chiari e permettono di calcolare in modo divertente i valori nutrizionali .
McDonald’s in questi giorni a Milano distribuisce anche un depliant dove riporta tutte queste informazioni (vedi foto). Il volantino esordisce con la frase “7 regole d’oro per uno stile di vita sano e attivo”. L’iniziativa è lodevole ma servirà poco a contenere l’obesità dei giovani.
Pochi giovani sanno che nei fast food si può consumare un pasto equilibrato composto da insalata e frutta allo stesso prezzo del classico hamburger, Coca-cola e patatine. I conti sono presto fatti: un hamburger piccolo insieme a insalata, yogurt, frutta e acqua minerale costa (5,90 €) e copre il 22% del fabbisogno calorico. Con lo stesso importo (5,90 €) si può mangiare un pasto completo composto da Big Mac, Coca-Cola e patatine medie (1100 kcal pari a 55% del fabbisogno giornaliero). Il problema è che la maggior parte dei clienti spende 1,30 € in più e sceglie il pasto pantagruelico da 1580 kcal, che copre quasi l’80% dell’apporto energetico giornaliero. La vera trappola è dare la possibilità ai clienti di comprare 500 calorie in più con solo 1,30 €.
Giornalista scientifica