Firenze è una delle città dove con più tenacia le due principali catene di supermercati italiane, Esselunga e Coop, si danno battaglia sui listini. La guerra sui prezzi, avviata ormai da tempo, continua a tutto vantaggio dei consumatori che grazie a questa concorrenza trovano prezzi decisamente convenienti. Anche quest’anno, secondo la classifica pubblicata in questi giorni da Altroconsumo, la battaglia dei listini vede in testa Coop con ben otto punti vendita rispetto ai due supermercati di Esselunga. Alla fine però la differenza è poca, visto che tra i concorrenti lo scarto è solo di uno-due punti percentuali.
La classifica di Altroconsumo
A Firenze sono interessanti anche le altre insegne come Panorama, Carrefour e Conad, con un indice di convenienza sempre inferiore a 110. In fondo alla classifica della città troviamo Sisa di via Lanzi e il supermercato Billa di via Pietrapiana decisamente più cari.
In città la spesa media per famiglia non raggiunge i 6.000 euro l’anno e questo è un buon risultato visto che si tratta di quasi 400 euro in meno rispetto alla media nazionale stimata dall’Istat. Inoltre, proprio grazie alla forte concorrenza tra le insegne, orientandosi verso i punti vendita indicati, il risparmio può superare i 1.500 euro.
A riprova di quanto la competizione tra supermercati sia importante in riefierimento all’abbassamento dei prezzi, salta agli occhi il caso di Trento. In questa città, contrariamente a quanto accade a Firenze, la mancata concorrenza fa sì che i prezzi siano più alti della media, con un allineamento verso prezzi elevati dei diversi punti vendita. Per i consumatori che vogliono risparmiare la soluzione è quella dei primi prezzi o degli hard discount, che secondo le stime di Altroconsumo, consentono di dimezzare i costi.
(*) Altroconsumo assegna il valore 100 al supermercato più conveniente tra i 950 visitati, tutti gli altri hanno valori superiori. A Firenze l’indice 101 attribuito a SuperCoop di via Erbosa, vuol dire che i prezzi sono più cari del 1% rispetto al punto vendita più economico in Italia, (rilevato quest’anno ad Arezzo) ma in città questo supermercato risulta il più conveniente.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
E speriamo che questa gara al ribasso non venga fatta sulla pelle dei lavoratori dei supermercati…
Sulla ricerca di Altroconsumo c’è tuttavia da fare qualche precisazione senza che la foga giornalistica del titolo metta in secondo piano aspetti fondamentali per una ricerca che possa chiamarsi realmente così. Ad esempio un limite della metodologia utilizzata da Altroconsumo sono i tempi impiegati per rilevare i prezzi. E’ noto che i prezzi variano continuamente. Quindi per essere confrontabili, devono essere riferiti allo stesso momento, possibilmente meno di una settimana all’interno di una zona geografica omogenea. Nel caso in cui venga impiegato un tempo superiore (addirittura 2 mesi nel caso Altroconsumo), il confronto perde di significatività . L’effetto distorto di questo fatto risulta evidente dagli indici molto differenti tra alcuni negozi della stessa insegna all’interno della stessa area. Ma il fatto più grave compiuto da questa ben finanziata Associazione sta in un altro aspetto e cioè che qualsiasi metodologia venga scelta per la produzione di un indicatore, andrebbe messa a disposizione di chiunque abbia interesse ad approfondire o verificare il calcolo; questo non avviene nel caso Altroconsumo: lo scarno documento pubblicato sul loro sito internet non entra nei dettagli delle metodologie di calcolo degli indici. In questa carenza informativa non c’è affatto da escludere che, oltre alle limitazioni già individuate, ne possano esistere altre. Insomma come spesso accade l’informazione nazionale non ama sdoganarsi dall’aurea di provincialismo che la contraddistingue da tempo e mantiene la superficialità che intontisce chi legge senza spirito critico.