Uova al fipronil: nuovi controlli anche per l’amitraz negli allevamenti. La Francia pubblica la lista dei prodotti ritirati. L’allerta partito il 20 luglio, troppi ritardi in Italia. Il problema riguarda anche frutta e verdura importata
Uova al fipronil: nuovi controlli anche per l’amitraz negli allevamenti. La Francia pubblica la lista dei prodotti ritirati. L’allerta partito il 20 luglio, troppi ritardi in Italia. Il problema riguarda anche frutta e verdura importata
Redazione 30 Agosto 2017Si estendono i controlli su uova e galline ovaiole dopo lo scandalo fipronil. Il Ministero della salute ha infatti comunicato il 28 agosto 2017 di avere disposto nuove indagini per individuare la presenza di fipronil direttamente negli allevamenti di galline ovaiole, dopo quelle sulle uova prelevate dai centri di imballaggio e sugli ovoprodotti. Controlli che, dopo i dubbi sollevati dalla Francia, si allargano a un altro insetticida proibito, l’amitraz e i suoi metaboliti, usato contro le mosche e ritenuto “moderatamente tossico”.
I campioni di uova saranno prelevati in 845 allevamenti di galline ovaiole e verranno analizzate dagli Istituti zooprofilattici sperimentali dell’Abruzzo e del Molise. Durante le ispezioni, le autorità sanitarie regionali vigileranno anche sull’eventuale uso di insetticidi non autorizzati e la presenza di altre pratiche illecite. I controlli dovranno essere completati entro il 15 settembre.
Qualora i campioni analizzati dovessero risultare positivi alla presenza di fipronil (livello di contaminazione superiore o uguale a 0,005 mg/kg) o di amitraz (contaminazione superiore o uguale a 0,01 mg/kg), tutto l’allevamento sarà posto sotto sequestro. Nel caso in cui in uno stesso allevamento sono presenti più centri di produzione, oltre a quello risultato positivo, le uova degli altri siti potranno essere messi in commercio solo dopo avere accertato l’assenza di fipronil e amitraz e con il benestare delle autorità veterinarie.
Nel frattempo in Francia, il Ministero dell’agricoltura il 28 agosto ha aggiornato la lista dei prodotti ritirati dal mercato indicando i marchi e i lotti interessati. In totale si tratta di 31 nomi. Nella lista si trovano anche prodotti che hanno impiegato uova contaminate come muffin e cialde. I lotti sono stati in molti casi ritirati dagli scaffali dei supermercati e dei punti vendita senza informare i consumatori, perché la presenza di fipronil risultava al di sotto della soglia limite e in questi casi il rischio per la salute viene ritenuto dalle autorità sanitarie molto limitato (*) (quando invece i prodotti ritirati dal mercato presentano un livello di fipronil elevato e questo può rappresentare un problema per la salute dei consumatori, allora i ritiri sono affiancati da un richiamo ovvero da un avviso pubblico che deve essere diffuso ai consumatori). Anche in Inghilterra la Food standards agency ha diffuso la lista di circa 40 prodotti ritirati dagli scaffali dei supermercati.
Il secondo elemento importante della vicenda fipronil emerge dal documento diffuso dall’agenzia per la sicurezza alimentare belga (Afsca) secondo cui attraverso il sistema Rasff l’allerta a tutti i paesi europei è stato dato il 20 luglio 2017. A distanza di 40 giorni la pagina del Rasff riporta una lista con i nomi dei 34 Paesi coinvolti nella vicenda e un elenco di oltre 430 accertamenti in corso (6 italiani) su prodotti che in molti casi hanno portato a provvedimenti di ritiro o richiamo. C’è da chiedersi perché le prime notizie del nostro Ministero della salute siano arrivate dopo il 5 agosto, perché le analisi siano iniziate dopo altri 10 giorni e i risultati siano stati diffusi solo a metà agosto. Troppo per un sistema di allerta rapido.
Mentre lo scandalo fipronil sta travolgendo il settore avicolo, sono anni che l’Europa fa i conti con la contaminazione da parte di questo insetticida utilizzato anche per frutta, verdura e spezie importate da paesi extraeuropei. Lo sottolinea SIAL Veneto, evidenziando come il sistema di allerta europeo Rasff abbia registrato dal 2011, 45 casi alimenti di origine vegetale contaminati da fipronil prima dell’esplosione dell’emergenza uova.
Anche la presenza di amitraz non è una novità per il Rasff. Il primo carico di vegetali respinto per la presenza di questo insetticida risale addirittura al 2007, quando le autorità tedesche hanno bloccato una partita di pere turche. In totale sino a oggi si contano ben 67 le segnalazioni di positività all’amitraz.
A causare queste contaminazioni è l’uso senza criterio di cocktail di sostanze ad azione insetticida, antiparassitaria e antifungina, in cui spesso si combinano principi attivi di ultima generazione ad altri ormai vietati in Europa e in molti altri paesi. Un problema a cui bisognerà continuare a prestare molta attenzione in futuro.
(*) Il rischio per i consumatori resta comunque molto basso: secondo l’Agenzia per la salute pubblica tedesca, un bambino con un peso di 16,5 kg potrebbe mangiare 1,7 uova, mentre un adulto di 65 kg potrebbe mangiare fino 7 uova in un solo giorno, senza superare i valori di sicurezza.
Articolo aggiornato con i dati giunti in redazione il 31 agosto 2017.
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Ma se il fipronil arriva anche dal consumo di alimenti di origine vegetale, come si fa a sostenere che la contaminazione trovata in uova e ovoprodotti non rappresenta un rischio e fissare dei livelli di “tollerabilità” nelle uova senza tenere conto dei contributi degli altri alimenti e anche ambientali?
Trovo che sia una vergogna , sia per i ritardi sui controlli sia per la poca informazione in merito . Inoltre mi chiedo come mai la Francia pubblica i nomi delle aziende e noi no . Ho il diritto di sapere e poter scegliere cosa comprare.
Niente di nuovo il “sistema rapido di allerta europeo” non è rapido affatto almeno qui da noi: passano diversi giorni o settimane prima che la comunicazione arriva nell’ufficio della ASL competente. Insomma vanno bene solo per i rischi farlocchi, tipo il pesce al mercurio o il miele agli antibiotici, ma per le cose serie è inutile. In pratica non serve a niente.
per la nostra bambina che a 7 chili aveva prescrizioni pediatriche di un uovo la settimana siamo andati bene?
Il problema è probabilmente poco rilevante . Ogni anno in Italia si consumano 12,5 miliardi di uova e sono state ritirate dal mercato solo qualche decina di migliaia per la presenza di fipronil in quantità tali che però non rappresentano un pericolo per la salute tranne pochissimi altri casi dove il prodotto è stato richiamato e che riportiamo sul nostro sito .
Comprate, nel limite del possibile, prodotti biologici.