Sifoni per panna: in Francia è allerta generalizzata per tutti quelli con la testa di plastica. Più di 20 incidenti solo negli ultimi quattro anni
Sifoni per panna: in Francia è allerta generalizzata per tutti quelli con la testa di plastica. Più di 20 incidenti solo negli ultimi quattro anni
Redazione 26 Luglio 2017Le grandi catene di importatori e distributori francesi hanno lanciato un’allerta generalizzata sul pericolo dei sifoni da cucina, con testa di plastica, usati per montare la panna (vedi sotto). Lo scorso giugno il problema era balzato agli onori della cronaca per la morte della blogger Rebecca Burger, in seguito all’esplosione di un sifone a marchio Ard’time. Questi utensili in Francia sono molto diffusi per produrre delle spume leggere, sono costituiti da un contenitore in acciaio o alluminio, in cui vengono versati gli ingredienti, e una testa, in plastica o metallo, con il beccuccio erogatore e una valvola a cui si collega la cartuccia di gas. Secondo il magazine francese 60 Millions des Consommateurs, in sette anni il numero di incidenti provocati da sifoni con la testa in plastica supera la sessantina.
La criticità risiede in una caratteristica di fabbricazione piuttosto diffusa: se la testa è prodotta in plastica, potrebbe non essere in grado di resistere alla pressione generata dal gas ed esplodere. Nel corso degli anni, 60 Millions ha diffuso 21 campagne di richiamo di sifoni di diverse marche, ma tutti con testa in plastica. Nonostante ciò il numero di utensili potenzialmente pericolosi in circolazione è ancora altissimo, basta ricordare che dei 160 mila sifoni Ard’time venduti in Francia tra il 2010 e il 2012, solo 25 mila sono stati recuperati.
Per questo motivo la Confederazione generale degli importatori (CGI) e una ventina di fornitori e rivenditori membri della Federazione di Commercio e Distribuzione (FCD) hanno diffuso un avviso di allerta generale sollecitando i consumatori a non usare sifoni per panna costruiti con la testa in plastica.
La cosa importante a questo punto è far girare il più possibile l’informazione, perché spesso gli avvisi di allerta vengono ignorati oppure ricevono poca diffusione mediatica.
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