Sei anni fa il latte in polvere per neonati in farmacia costava circa 30 €/kg. Per questo motivo molte mamme che abitavano nelle zone di confine lo compravano in Svizzera, in Germania e lo pagavano tre volte di meno. Per contrastare questa politica di prezzi esagerati, qualche anno prima l’autorità Antitrust aveva sanzionato con una multa di 6 miliardi di lire le grandi imprese del settore come Nestlé, Heinz, Plada, Nutricia, Milupa, Humana e Milte. Nonostante la multa però i listini restano elevati.
La situazione si sblocca nel 2005 quando in Trentino scende in campo la società Unifarm, che propone in farmacia latte in polvere per bambini al prezzo di 10 €/kg con il marchio Neolatte. Dopo otto mesi l’esempio viene imitato dalle catene di supermercati Coop e Conad che inseriscono sugli scaffali latte in polvere allo stesso prezzo. Oggi a distanza di sei anni Neolatte senza fare pubblicità e senza una rete di informazioni per i pediatri assorbe il 30% delle vendite in farmacia.
Di fronte a questa invasione di campo anche le grandi marche hanno dovuto ridurre i listini, e adesso il loro latte costa 20 € e non più 30 come prima. Vi abbiamo raccontato questa storia perché non capita tutti i giorni di rilevare riduzioni così vistose a favore dei consumatori.
Nel settore alimentare c’è però un altro buon esempio. Stiamo parlando del latte fresco che fino a un anno e mezzo fa veniva venduto dalle grandi marche a 1,4-1,5 € al litro. Adesso chi sceglie quello con il marchio dei supermercati come Esselunga, Coop, Unes, Carrefour lo paga meno di 1 € e anche le grandi marche hanno ribassato i listini. Quando la libera concorrenza funziona qualche vantaggio c’è anche per i consumatori.
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