È sempre più frequente vedere cani che accompagnano i padroni all’interno di ristoranti e negozi, anche di generi alimentari. Le cose però potrebbero cambiare, se gli esercizi pubblici dovessero adeguarsi a quanto indicato nella Nota emanata il 27 marzo dal Ministero della Salute (Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione – Ufficio 2 Igiene degli alimenti ed esportazione). Secondo questa comunicazione, diffusa in risposta a una richiesta di chiarimenti inviata dalla regione Lombardia, la legge vieta l’accesso degli animali domestici negli esercizi di alimentari, a meno che non siano predisposti locali specifici per accoglierli.
Il documento ministeriale fa riferimento al Regolamento europeo 852 del 2004 che riguarda l’igiene dei prodotti alimentari, e recita: «Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti e per impedire agli animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati (ovvero, qualora l’autorità competente autorizzi tale accesso in circostanze speciali, impedire che esso sia fonte di contaminazioni).» Secondo Alessandro Fazzi, dell’ufficio legale della Lega anti vivisezione (LAV), la nota del Ministero contiene diverse imprecisioni: “Il documento ignora che il Regolamento europeo 852 del 2004 si applica alle fasi di lavorazione e conservazione degli alimenti che precedono la vendita al dettaglio, e non a questo passaggio finale.” All’articolo 1, comma 2 infatti si legge: “Il presente regolamento non si applica: […] alla fornitura diretta di piccoli quantitativi di prodotti primari dal produttore al consumatore finale o dettaglianti locali che forniscono direttamente il consumatore finale”
«Il Regolamento europeo – continua Fazzi – mira a tutelare la salute dei consumatori, e in questo senso vieta l’accesso agli ambienti e agli stabilimenti in cui si producono e conservano alimenti, a soggetti terzi, così come ad animali di qualsiasi genere. Il problema di contaminazione al momento della vendita in realtà non esiste: non risulta alcun caso di zoonosi trasmessa in questo modo. In ogni caso poi un cane che entra con il proprietario deve essere sotto il controllo di quest’ultimo che è sempre responsabile di eventuali disagi provocati dall’animale.»
Il Regolamento europeo fra l’altro rimanda alla normativa nazionale e nel nostro caso bisogna fare riferimento al DPR 320 del 1954 (Regolamento di polizia veterinaria) che autorizza l’ingresso degli animali domestici, sempre tenuti sotto controllo, a tutti i luoghi pubblici. La normativa nazionale quindi consente l’ingresso nei luoghi pubblici. Ci sono poi regolamenti comunali, per quanto riguarda per esempio la lunghezza del guinzaglio o la necessità della museruola. Resta il fatto che negozi e supermercati sono proprietà privata e il responsabile dell’attività può decidere se ammettere oppure no gli animali domestici nei propri locali.
«Il Regolamento consente l’ingresso degli animali, e il privato può decidere di non permetterlo, – fa notare Fazzi – nessuno ha mai fatto causa a un supermercato perché non permetteva l’ingresso ai cani. Non abbiamo dunque precedenti sulla prevalenza del diritto legato alla proprietà privata rispetto al DPR 320 del 1954. La LAV ha chiesto al ministro Beatrice Lorenzin di rettificare la nota.» La norma necessita quindi un chiarimento perché questa interpretazione rappresenta una brusca inversione di marcia rispetto a quanto è stato fatto finora per rendere sempre più armonico il rapporto fra cittadini e animali domestici. «Io personalmente non porto il cane al supermercato – dice Fazzi – perché mi sembra un ambiente poco adatto alle sue necessità, ma ci sono casi in cui può capitare. Non vedo motivo sanitario per proibirlo: esistono maggiori probabilità che il cibo in vendita sia già contaminato durante la produzione e conservazione piuttosto che tale contaminazione derivi dall’ingresso di un cane in un supermercato».
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Il motivo per proibirlo è esattamente dimostrato nella seconda foto dell’articolo: non mancheranno padroni e padroncine che metteranno i loro beneamati all’interno dei carrelli o dei cesti della spesa.
Non gradirei sapere che io potrei mettere il mio pane o le mie verdure da mangiare crude in un carrello dove potrebbe essere stato posto e trasportato un animale; e non mi basta il fatto che l’eventuale sdolcinato padrone – ma maleducato verso la comunità – possa essere stato richiamato dal personale del negozio a levare i suo beneamato: il carrello o il contenitore saranno ormai contaminati; e non vedo nemmeno perché dovrebbe essere fatta una legge (tali siamo noi italiani: dobbiamo fare leggi/regolamenti anche su quanti strappi di carta igienica devono essere presenti nel corredo di un militare in missione) per stabilire cosa fare del carrello/contenitore una volta contaminato da un Pet (“mio cuoricino”) di qualcuno abbastanza maleducato da averlo fatto. E non mi fido nemmeno che tutti siano così intelligenti da non farlo!
No grazie, gli animali domestici che camminano a terra (anche i genitori che mettono i bambini all’interno dei carrelli e non nell’apposito seggiolino, se è per questo) non devono avere accesso ai negozi che trattano generi alimentari se esiste un sistema a self service con carrelli o contenitori di raccolta della spesa.
In un negozio dove si viene serviti, la cosa non rappresenta un problema!
Hai mai pensato che nello stesso carrello dove tu appoggi il pane o le verdure da mangiare crude sono stati trasportati sacchi di detersivi in polvere che ne lasciano traccia? bottiglie o cassette che prima erano a terra o sui pallet non esattamente sterili? inoltre sulle tue verdure crude raccolte nell’orto sei sicuro che nessun uccellino abbia defecato, io il pane e le verdure le metto prima nella borsa poi nel carrello onde evitare terribili contaminazioni animali o chimiche.
Condivido con te Luca.
Proprio l’altro giorno al supermercato che frequento abitualmente un cane era seduto dentro il carrello della spesa.
Contraria anche all’USO DI COPERTINE poiché non si conosce quando quelle copertine sono state lavate e sterilizzate. Amo gli animali ma all’interno dei supermercati e dei ristoranti devono essere banditi.
senta caro Luca i carrelli rimangono al esterno e sono molto contaminati di tutto e di più senza parlare dei bambini con le scarpe dentro che pestano le stesse cose che possono pestare i cani !!!!!! la spesa in ogni caso non deve essere MAI appoggiata direttamente sul carrello e in sacchetti ben chiusi.
ci stiamo dimenticando della moda di metterci i ragazzini e non parlo dei bambini sotto i tre anni,sul seggiolino, che è ok, ma di ragazzini anche di 10 ficcati nei carrelli della spesa, con tanto di scarpe , nello stesso carrello dove tu, domani, poggerai lo sfilatino di pane, la mozzarella, il pesce fresco, la frutta… o non li vedete? fateci caso ..
Secondo me ci possono stare i cani nel carrello o nel cesto , l importante che i padroni mettono un panno o una copertina ecc…e che il personale vedono che ci sia e se non ce, fargli notare al cliente …
caro luca e tu daresti la colpa di una contaminazione alimentare al fatto che degli animali entrano al supermercato? qualche animale domestico è molto più pulito di qualche persona.
sai quanti germi e batteri vivono nelle mani degli esseri umani?
e non mi pare che tutti gli alimenti che vengono ritirati siano stati contaminati da animali domestici.
io non ci porto il mio cane al supermercato perchè non penso sia un ambiente adatto alle sue esigenze con aria condizionata e tanta gente che corre e fugge, però delle volte è capitato che il mio cane fosse con me in giro e che avrei voluto fermarmi a comprare almeno la cena e non ho potuto farlo….
la soluzione per i supermercati che non vogliono animali dovrebbe essere l’installazione di gabbiette di varie misure e in un luogo fresco e asciutto con la propria chiave con acqua a disposizione…..
anche perchè non lascerei mai il mio cane in macchina o legato fuori ad un palo….
la catena di supermercati Tosano di Legnago (Verona) che gestisce una decina du ipermercati nelle province di Verona, Vicenza, Padova, Mantova e Ferrara mette a disposizione dei clienti con cane al seguito dei carrelli appositi con uno scomparto separato per il cane ed uno scomparto separato per la spesa. In effetti gli altri supermercati alimentari vietano l’accesso ad animali. PER QUEL CHE RIGUARDA LE possibili CONTAMINAZIONI DEGLI ALIMENTI, I MEDESIMI IPERMERCATI TOSANO prevedono il confezionamento chiuso e prezzato direttamente dall’addetto anche di frutta e verdura, carni, pesce, pane, ecc. venduti sfusi secondo la scelta del cliente
Voglio ricordare che limitare l’accesso dei cani negli esercizi pubblici si ripercuote sulla limitazione della libertà personale,in quanto in taluni casi non è sempre possibile o desiderabile lasciare l’animale da qualche parte Personalmente io evito quasi sempre quegli esercizi che vietano l’ingresso ai cani in generale,come evito quegli alberghi,camping ecc. a favore di chi non fa le guerre al “diverso”
Se vogliamo considerare l’igiene allora dovremmo porre limitazioni all’accesso anche a persone affette da patologie, maleodoranti e magari troppo alte o troppo basse ecc. Torniamo con i piedi per terra. Il proprietario per legge é tenuto alla responsabilità verso il proprio animale,così come il genitore é tenuto ad evitare che i propri figli,insozzino, rompano o sporchino i locali pubblici. Usiamo le leggi che ci sono ed impariamo a convivere adeguatamente con ciò che ci circonda rispettando il più possibile le esigenze di tutti, anche se non sempre le condividiamo.
Ciao Franca,
solo un appunto: la tua libertà personale finisce dove inizia la mia.
Viviamo in una società in cui non tutti la pensano come te e tale considerazione va fatta.
Condivido che ci sono anche persone poco pulite, ma comparare un bambino ad un animale mi sembra, direi, un po’ troppo!
C’è anche da dire che non trovo corretto che un cane di media/piccola taglia venga fatto sedere in una sedia presso un esercizio pubblico. Questo cane prima ha camminato per strada e ahimè le nostre città non mi sembrano così tanto pulite e poi fatto sedere sulla sedia dove io metto il mio pantalone bianco. (senza considerare i microbi).
Ritorno alla frase di partenza: cercate anche voi di comprendere che non a tutti piacciono gli animali “trattati come bambini” e che comunque ricordarti che la tua libertà non può andare a scapito della mia!
Saluti
Siamo alle solite. Come per ogni cosa in Italia si trasforma in battaglia qualcosa che dovrebbe essere legata al buonsenso e all’educazione. A chi dice che dovrebbe essere vietato portare animali in negozio o ristorante, dico solo che è sbagliato: l’importante che il padrone (si il padrone, il cane si comporta da cane, la colpa non è mai sua) si comporti in maniera rispettosa ed educata verso il prossimo. Se il cane viene posto nel cestello o nel carrello dove vado a riporre il cibo, mi spiace ma non va bene. Anche se dite che gli animali sono spesso più puliti, sorry ma non ci siamo. I cani camminano per strada, e con le loro zampette possono raccogliere germi. Cani e gatti usano lingua e bocca per pulirsi/grattarsi. Diciamo che anche il panno, come suggerito, non va bene. Io, mio figlio, nel carrello non ce l’ho mai messo, proprio per questo. Ma, se l’animale viene tenuto in braccio o al guinzaglio, quindi sotto controllo, che male c’è? Cammina per terra come qualsiasi essere vivente, e se sotto controllo, che male può fare? Certo, magari nella confusione si può spaventare, quindi, magari, se un animale è di stazza particolare, o di razza particolare, si potrebbe usare la museruola, ma non capisco i divieti totali. Ovvio, se il padrone non controlla l’animale, andrebbe redarguito: il padrone, ripeto, non l’animale…
Tutti gli animali, cani compresi non possono stare in un negozio di generi alimentari, per una semplicissima questione di igiene pubblica.
CONDIVIDO!!!
La scelta del titolare di una attività alimentare al dettaglio di vietare l’ingresso agli animali, non dipende dalla possibilità di una contaminazione di qualche tipo agli alimenti. Da consulente non ho mai avuto da un dettagliante indicazioni di timori in merito. Chi lo vieta lo fa per una questione d’igiene: c’è la cagna in calore che perde gocce di sangue, c’è il cane con le zampe sporche, c’è quello che ficca il naso ovunque tra confezioni e scaffali, c’è quello che abbaia spaventando un bambino, c’è quello con un pelo da pecora che puzza anche come una pecora, e ci sono i clienti che, infastiditi da queste cose, protestano o non prendono dagli scaffali alimenti a cui l’animale si è avvicinato, o minacciano di non tornare più valutando negativamente da queste cose la qualità e l’igiene del negozio in cui sono.
Questo solo per fare alcuni esempi che mi vengono al volo.
Purtroppo l’animale è un animale non un gentleman, e il suo livello di “educazione” è diretta emanazione di quello del padrone che non gli insegna a comportarsi, non lo sorveglia e non lo tiene a freno. Il cane non spende, l’uomo si, quindi il dettagliante si comporta di conseguenza per evitare di perdere i clienti senza animali al seguito, infinitamente più numerosi degli altri.
Di contrari agli animali a prescindere, io non ne ho mai conosciuti.
Ciao Massimiliano,
condivido appieno la tua email.
D’accordo al 100%!
Ciao
salve, adoro gli animali e soprattutto i cani ma sono contraria alla loro presenza nei supmk, solo x igiene.
assolutamente non nel carrello, mi fa schifo x le ragioni suesposte da altri ed al guinzaglio x la maleducazione padronale, l’estate scorsa ho visto all’ikea di Casalecchio il ricordone abbandonato senza remore e calpestato con indifferenza dal pubblico da un adorabile cucciolone stupendo, ma dalla padrona cafona. risultato: una povera crista di ikea ha dovuto pulire X FORZA un porcile di diversi mq!
anche in bus ho trovato ricordini abbandonati e calpestati!
quindi: x me cani fuori! anche se sarebbe meglio lasciar fuori tanti loro padroni!
Carissimo Jogger,
anche con te sono d’accordo! I cani vanno trattati con rispetto ma ricordiamoci che rimangono animali come tutti gli altri! Altrimenti inizio portare in giro la capra, lo scimpanzè, il pitone. Qualcuno mi deve spiegare perché il cane deve avere tutti questi privilegi che nemmeno il gatto ha.
Mah… che popolo strano che siamo noi italiani: si preferisce i cani ai bambini!!!
Adoro i cani, ma avendo assistito ad episodi nei quali queste povere bestie vengono lasciate dai loro MALEDUCATISSIMI padroni libere di annusare e leccare tutto ciò che è alla portata dei loro simpatici musetti e pensando che di schifo in giro ce n’è già abbastanza senza aver bisogno di aggiungerci peli, zecche, pulci, sporcizia calpestata e spesso anche pipì e pupù animale, penso che gli animali NON dovrebbero entrare nei supermercati e/o negozi di alimentari in genere. Proprio quest’inverno in una località di montagna molto conosciuta in un bel negozio che vendeva funghi secchi un bel cagnolone incuriosito e (lo capisco povera bestia) affamato si era aperto una confezione di funghi secchi a terra su un cestino di vimini e se li mordicchiava con gusto mentre la proprietaria se ne infischiava altamente finché non l’ho richiamata io stesso, causando la sua fuga precipitosa dal negozio nel timore che le fosse chiesto di pagare i funghi. Tenere un animale non significa costringere gli altri ad abbandonare le proprie convinzioni sull’igiene.
CONDIVIDO ANDREA!!!!
MA POSSIBILE CHE UNA PERSONA CHE HA PAURA DEI CANI DEVE SOPPORTARE LA LORO VICINANZA ANCHE NEI CORRIDOI DEI SUPERMERCATI ?
E’ MAI POSSIBILE CHE UNA PERSONA ALLERGICA AL PELO DEL CANE DEVE SOPPORTARE LA LORO VICINANZA ANCHE ALL’INTERNO DEI SUPERMERCATI E/O LOCALI PUBBLICI ?
IN TUTTI I LOCALI IN CUI SI DETENGONO ALIMENTI, A QUALSIASI TITOLO, COMPRESO GLI ALIMENTI DESTINATI ALL’ALIMENTAZIONE ANIMALE, VOGLIO DIRE MANGIMI PER ANIMALI, SECONDO I NUOVI REGOLAMENTI COMUNITARI, EMANATI A SEGUITO DELLA B.S.E. E DELL’AVIARIA, E’ OBBLIGATORIA LA LOTTA GLI ANIMALI INDESIDERATI!!!!!!!
A PRESCINDERE DALLA VOLONTA’ POSITIVA O NEGATIVA DEL TITOLARE.
SE POI L’ANIMALE ” UOMO ” DEVE ESSERE DI SECONDO GRADO, LASCIO A OGNUNO LIBERI PENSIERI.
Fino a ‘ieri’ i cani venivano lasciati a casa. Adesso sembra che non si possa vivere senza neanche un istante. Hanno più diritti degli uomini. Io sono allergica ai cani e se vado in un negozio o al ristorante devo patire le pene dell’inferno perché al tavolo vicino uno deve tenere un cane alto quasi come me a 10 cm dalla mia sedia, e lo fanno pure mangiare dal tavolo! Mi sembra assurdo. All’ikea non ci vado neanche più perché ci sono più cani che uomini e vado in crisi istantaneamente. La mia libertà chi la rispetta? I cani possono andare ovunque, io no.
Se penso al senso di civiltà dei proprietari di cani… quando andavo al parco con mia figlia, con tanto di divieto di accesso per i cani, non si contano le volte in cui ho dovuto litigare con chi ce li portava comunque e li faceva pisciare ecc. sulle panchine (e sottolineo ‘sulle’) e sulla sabbia e l’erba dove i bambini giocavano. Non sono una maniaca dell’igiene ma se scelgo di andare in un posto dove è vietato entrare con i cani (e spero che ne rimanga ancora qualcuno) vorrei che anche il mio diritto fosse rispettato. Gli escrementi spesso contengono vermi (ossiuri) e infatti mia figlia li ha presi. Non è facile vederli e non danno sempre sintomi per cui molte persone li hanno senza saperlo, noi li abbiamo scoperti solo grazie alla dentista che ha attribuito il fatto che digrignasse i denti di notte a questa possibilità. Il pediatra ha detto che sono diffusissimi ma per lo più la gente non se ne accorge. Pensateci quando i vostri cani strisciano il sedere per terra o si leccano e poi vi dimostrano il loro affetto…
CONDIVIDO APPIENO MARINA!!!
ANCH’IO CONTROLLO SEMPRE ALBERGHI E RISTORANTI IN CUI I CANI NON SONO AMMESSI.
SALUTI
N.B.: A TUTTI GLI ALTRI SMETTETELA DI GIUSTIFICARVI CON NORMATIVE E REGOLAMENTI DI QUALSIASI PROVENIENZA. QUI SI PARLA DI RISPETTO ED EDUCAZIONE. QUELLO CHE UNO FA A CASA PROPRIA NON E’ DI MIO INTERESSE: VOLETE FAR MANGIARE IL CANE NEL PIATTO? FARLO SDRAIARE A LETTO? FATE CIO’ CHE VOLETE MA NON IN LUOGHI PUBBLICI IN CUI NOI, “PERSONE A CUI VOGLIAMO BENE AGLI ANIMALI MA CHE NON LI TRATTIAMO COME ESSERI UMANI”, DOBBIAMO CONDIVIDERE GLI SPAZI CON VOI E CON IL VOSTRO CANE-BAMBINO!
PER CHI CI PROVASSE: HO AVUTO CANI, GATTI E TANTI ALTRI ANIMALI DA QUANDO SONO NATA AVENDO AVUTO LA FORTUNA DI VIVERE AL MARE E IN CAMPAGNA MA I NOSTRI ANIMALI RIMANEVANO ALL’INTERNO DELLE NOSTRE PROPRIETA’ E NON ANDAVANO A DISTURBARE NESSUNO.
Scusate, ma chi di voi appoggia il cibo, che si tratti di verdura, frutta, carne ecc. direttamente nel carrello o cestello del supermercato?!! Volete dirmi che prendete la verdura o la frutta dai contenitori, e la mettete direttamente nel carrello??? Non la mettete negli appositi sacchetti e la pesate e prezzate prima di riporla nel carrello? Se appoggio il sacchetto nel carrello si contamina il cibo contenuto all’interno? Credete che, indipendentemente da chi può salire sopra (cani o bambini o chi altro vogliamo) i carrelli siano sterili? Solo dopo appoggiate le mani per prenderli, non avete idea di quale carica batterica e virale ci sia, quindi direi che un cane o un bambino (con le scarpe che toccano) nel carrello non fanno molta differenza. Allora i carreli e i cestelli dovrebbero essere igienizzati ad ogni uso! Cosa impossibile per evidenti ragioni pratiche. Nessuno di noi vive in camera sterile, dai.
BRAVA DENNIS !!!!! ALLORA AGGIUNGIAMO BENZINA AL FUOCO.
CON LA SPERANZA CHE IL LORO CONTATTO , LA LORO VICINANZA, IL LORO TRSMETTERE VIRUS, BATTERI E PARASSITI AUMENTI LA NOSTRA RESISTENZA DEL SISTEMA IMMUNITARIO.
io ho un cane e al supermercato non lo porterei perché la conosco e non mi fiderei. Perde un sacco di pelo, si spaventa per il minimo rumore, è curiosa e vorrebbe annusare dappertutto… Mi capita di vedere cagnolini di piccola taglia, tranquilli nel carrello, correttamente posizionati in borse o cestini dei proprietari. In quel caso sinceramente non mi infastidiscono perché non recano nessun fastidio. Se c’è il rispetto dei proprietari nei confronti di chi non ama i cani non vedo il problema… certo anche io questa esigenza non la capisco, il cane può anche essere lasciato a casa da solo in alcuni momenti, e se vuoi portarlo a fare una passeggiata ci sono posti più adatti di un supermercato. Capisco che in alcuni casi possa esserci la necessità di un acquisto veloce quando si è fuori con il proprio cane e per questo credo sia giusto consentirne l’accesso. Preferirei sinceramente trovare un locale apposito con le gabbiette a disposizione dell’animale anche perchè credo che verrebbero usate solo per reali necessità e non per far sgranchire le zampette al cagnolino in un giorno piovoso come spesso accade.
Per i ristoranti se posso evitare lascio a casa il cane, ma se sono in gita o in vacanza non è sempre possibile e certo non posso lasciare il cane in macchina! Se posso chiedo di mangiare fuori per recare meno disturbo alle altre persone, la lego alla sedia e faccio in modo che stia tranquilla sotto al mio tavolo, certo non la faccio andare in giro a fare amicizia con le persone sedute ai tavoli vicini come mi capita di vedere e SICURAMENTE NON MANGIA AL TAVOLO CON ME E NON SI SIEDE SULLA SEDIA, ma quello non succede neppure a casa ovviamente.
Grazie Lucia della tua risposta. Capisco le tue preoccupazioni. Voglio solo ricordare che tutta la legislazione sanitaria si basa non sul garantire l’assenza dei pericoli,bensì sul concetto della valutazione del rischio effettivo che si sviluppi un evento morboso. Come giustamente fatto notare dalla Lav la vendita al dettaglio é esclusa, ma giustamente la fase invece di manipolazione e trasformazione degli alimenti da parte dell’uomo no,perché è l’uomo stesso con pratiche scorrette e l’ambiente circostante che possono contaminare. In tali situazioni infatti è espressamente vietata la presenza di animali.
Quindi il rischio che si può correre con un cane nel supermercato non è diverso,anzi é molto inferiore a quello che si corre ad esempio ad acquistare in un mercatino o alle fiere.o se è presente chi tossisce o stabilisce o fuma ecc. o acquista alimenti che possono essere inquinati da parassiti intestinali trasmessi dall’uomo. Giustamente non viviamo in una camera stagna.Il numero di animali che accompagna i proprietari nei negozi é inoltre irrisorio,proprio perché é scomodo già per il proprietario stesso. Usiamo il buon senso e come dici tu limitiamo un po’ ciascuno la propria libertà e aggiungerei io anche la propria aggressività. Grazie Dennis
Ciao Franca,
grazie della tua risposata contestualizzata con normative e quant’altro. Manca solo il passaggio del buon senso. Ripeto non è solo una questione di microbi, batteri e quant’altro ma il fatto che voi, padroni di cani, obbligate noi, non padroni di cani, ad accettare incondizionatamente la presenza dei vostri animali. Qui non si tratta di aggressività che non mi sembra trapeli dalle mie parole e non capisco il tuo appunto, ma dal fatto che la voce del “non proprietario di cani” dovrebbe avere la stessa importanza. Come potrai evincere dai numerosi commenti non sono l’unica a stabilire questo principio di non rispetto verso la nostra contraria posizione. Dico solo che i cani al giorno d’oggi vengono trattati come bambini e in generale reputo che non si possa assolutamente paragonarli a dei “cristiani”.
Grazie ad Alberto, Massimiliano, Andrea, Jogger, Giorgia e a tutti gli altri che hanno motivato con buon senso la loro contrarietà assieme alla mia.
Dopo questo giro di commenti di cui molti apprezzabili soprattutto tra coloro che hanno animali (io ho solo 18 gatti fuori casa e un cane che mi è morto 4 anni fa) e che approvano la prudenza, posso solo aggiungere che la polemica di alcuni che nel mio non essere a favore di una cosa cercano di posizionarmi all’esatto opposto (e non le vie di mezzo, se no come possono sperare di dimostrare di avere ragione! 🙂 ) sta il mio timore per l’igiene: spesso chi non é d’accordo sulle regole del vivere civile, specie in Italia, sfida il sistema e afferma una libertà individuale che, come rilevato da alcuni, è solo un egoismo portato all’estrema conseguenza: “io individuo libero, so cosa devo fare (per me) e so cosa è meglio per me”. Questa minoranza è quella che obbliga a prendere misure legislative, non certo coloro che si accorgono dei diritti degli altri e agiscono preventivamente per non recare disturbo.
Mi piace l’idea della copertina! Ma è per caso bicolore? si può distinguere il sopra dal sotto? viene ripiegata ogni volta con il pelo all’interno? No?! be’, allora è solo un tappeto sotto cui nascondere la polvere!
Ho vissuto per un paio di anni in un’azienda che produceva impiantistica per il settore lattiero caseario e impianti per la sanitizzazione. Lì ho imparato, anche parlando con esperti in biomi caseari, cosa è il rischio contaminazione, cosa è un ambiente biologicamente bilanciato da uno in cui la contaminazione può avere luogo. Un animale come il cane ha comportamenti che sono più correlati con gli escrementi di quanto non sia quello umano, specie dell’uomo moderno che vive di prodotti monoclonali, di prodotti assolutamente igienizzati/sterili e privi di cariche batteriche libere (come ad esempio quelle di alcuni taleggi stagionati). La sua vulnerabilità è alta (il caso dell’Escherichia colli in Germania nel 2011 di cui ho scritto).
Perché aumentare il rischio per colpa di un padrone con sindrome iperprotettiva proiettiva verso un animale che cammina per terra e che lui ritiene così umano da attribuirgli prerogative che dovrebbero essere destinate (con le debite limitazioni di cui in molti abbiamo fatto cenno) solo ai bambini?
No grazie, gli animali vanno bene fuori dalla zona degli alimenti (Esselunga permette di tenerli dentro ma nell’atrio, assieme a tutti i prodotti vivi di agricoltura quali ad esempio le piantine, i concimi naturali etc. corretto e non vessatorio!)
Facciamo mettere i berretti ai lavoratori e poi lasciamo scorazzare cani che perdono peli dappertutto. Inoltre nei ssupermercati si manipolano i cibi come in norcineria, pescheria e banchi carni, e poi si dovrà anche rispettare a chi fa schifo vedere gente che prima accarezza il cane e poi prende la frutta. Non si hanno solo diritti ma anche doveri…..in primis rispetare anche chi è contrario.
Il Reg.CE n.852 all’art.1.1 dopo la lettera g) precisa: Il presente regolamento si applica a TUTTE LE FASI della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti ….
Per DISTRIBUZIONE si intende compresa anche la vendita al dettaglio al consumatore finale.
In particolare l’ALLEGATO II al sopracitato Reg.CE 852/2004 al cap 1 prevede requisiti generali per tutte le strutture destinate agli alimenti prevedendo alla lettera c) la protezione da contaminazione e in particolare la lotta contro gli animali infestanti.
Obbligando l’Operatore del Settore Alimentare OSA ad adottare azioni preventive per impedirne l’ingresso e diffusione nei locali con alimenti.
Al Cap. 9 Requisiti applicabili ai prod.Alimentari al p.to 4 viene richiesto all’ OSA di impedire agli animali domestici l’accesso ai locali ove si preparano, trattano o si conservano alimenti.
Quanto eccepito sulla non applicabilità del Reg.CE 852/2004 dal Dott. Fazi della LAV ovvero: ” All’articolo 1, comma 2 infatti si legge: “Il presente regolamento non si applica: […] alla fornitura diretta di piccoli quantitativi di prodotti primari dal produttore al consumatore finale o dettaglianti locali che forniscono direttamente il consumatore finale”
in realtà non riguarda la Grande Distribuzione Organizzata ma si riferisce a piccole quantità di prodotti PRIMARI ( art.2 frutta,verdura, carne,latte, pesce) acquistati dal consumatore finale direttamente dal produttore primario contadino/agricoltore/pescatore.
Non è una questione di buon senso ne di % ma riguarda la prevenzione ovvero anticipare un rischio prima che si verifichi
BRAVO ROBERTO, CONDIVIDO APPIENO.
Ho notato, che molti proprietari di cani (quindi, non tutti), sembra che portino il loro “amore” nei confronti dei loro beniamini, in modo troppo marcato. Ad esempio, vestendoli come fossero degli umani, con cappottini, scarpette, ecc. Credevo, che non fosse una forma di status symbol, ma di “vera” dimostrazione di affetto. Difatti, quando ho detto ad una signora di allontanarsi dal posto in cui stavo, perchè il guinzaglio era troppo lungo e avevo il TERRORE che mi potesse mordere… La signora, non ha richiamato il cane, che mi passava quasi vicino. Mi sono spostata, e la signora si è allontanata, allungando il guinzaglio. Mi ha detto, con fare insolente e acido, che non aveva mai morso nessuno… Anche, quello che mi ha sbranato la gamba, non aveva mai morso nessuno, gli ho risposto… Credevo che così dicendo, si allontanasse… Morale. Mi sono dovuta allontanare io, perchè il suo animale aveva più diritto di me, a stare lì. E, non sono l’unica fortunatamente, a stare in questo dramma, dove NON possiamo più andare in certi supermercati e/o centri commerciali. Si evitano, perchè le bestiole, circolano senza museruola… Chi ha più intelligenza, la metta…