Il laser “anti-frode” per scovare i contaminanti negli alimenti fuori dai laboratori: lo sta sviluppando l’Enea. Primi risultati incoraggianti
Il laser “anti-frode” per scovare i contaminanti negli alimenti fuori dai laboratori: lo sta sviluppando l’Enea. Primi risultati incoraggianti
Redazione 30 Maggio 2017Uno strumento per individuare contaminanti e sostanze non dichiarate nel cibo velocemente e senza bisogno di trasportare i campioni in un laboratorio specializzato. Si tratta di un laser a infrarossi che permette di rilevare in tempi brevissimi la presenza di varie sostanze (molecole volatili, adulteranti e composti generati dalla degradazione) nei cibi. Lo sta mettendo a punto il laboratorio diagnostiche e metrologia dell’Enea di Frascati insieme a sei partner industriali, nell’ambito del progetto SAL@CQO del Ministero dello sviluppo economico, che ha finanziato il progetto con tre milioni di euro.
Lo strumento è stato messo alla prova su diversi prodotti come il pesce, dove il laser -ribattezzato da qualcuno “anti-frode”- ha correttamente individuato la presenza di istamina, (sostanza pericolosa che si forma quando tonni e sgombri sono in cattivo stato di conservazione e l’ingestione provoca la sindrome sgombroide – Il Fatto Alimentare ne ha già parlato in passato). Lo strumento è riuscito a rilevare anche cinque diversi zuccheri e dolcificanti (dal fruttosio all’aspartame) in succhi di frutta e bibite light.
La tecnologia utilizzata è la spettroscopia infrarossa, una tecnica che grazie alla luce del laser consente di identificare con precisione le sostanze presenti nel cibo. La novità sta nel rendere lo strumento portatile, in modo da effettuare le analisi lungo la filiera. La portabilità però non è completa a causa di limiti tecnologici, anche se si prevedere di riuscire a farlo entro i prossimi cinque anni abbinando lo strumento a un software in grado di interpretare i risultati delle analisi. In questo modo, potrà essere utilizzato anche da personale che non è esperto di spettroscopia.
Per effettuare i test basta un campione piccolissimo di alimento, come una goccia di latte. Per avere un risultato nel più breve tempo possibile, bisogna scegliere correttamente la sorgente e avere un’idea di cosa si sta cercando. Più è ampio è lo spettro di indagine, più tempo ci vuole per i risultati. Facciamo un esempio: se si mandano gli ispettori a fare i controlli al mercato del pesce per controllarne lo stato di conservazione, con lo strumento tarato sullo spettro dell’istamina si potranno controllare numerosi campioni in breve tempo.
Ma le ambizioni dell’Enea non si fermano qui. Mentre i lavori per perfezionare lo strumento vanno avanti, si sta già pensando a futuri evoluzioni della tecnologia. Si sta studiando la possibilità di sostituire il laser con un LED. Non si esclude la possibilità di creare sistemi miniaturizzati da usare in combinazione con applicazioni per lo smartphone, per permettere al consumatore di testare da sé il cibo, direttamente in cucina.
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[sostieni]
Progetto ottimo ed ottimistica l’ipotesi di un uso personale privato, che ritengo realizzabile solo per ricerche mirate a tema e non sicuramente allargate a molte sostanze ed alimenti.
Sarebbe già un grandioso risultato dotare di questi NIR portatili gli agenti dei NAS e gli ispettori delle ASL.
…sì, bello, ma una volta che sia diventato un metodo ufficiale CEN o AOAC per le divese matricii: il regolamento (CE) 882/2004 detta precisi requisiti per metodi di campionamento e di analisii, che devono basarsi su un protocollo riconosciuto internazionalmente.
E non mi pare saggio far usare uno strumento del genere a “personale che non è esperto di spettroscopia”: abbiamo già gli ausiliari del traffico, non è opportuno inventarsi anche la figura dell’ausiiliario dei controlli ufficiali…
Quando tarato su sostanze specifiche e gestito da un software, questi spettrometri sono molto affidabili, e possono dare esiti in pochissimo tempo.
Tempo utile per sospendere la consegna o la vendita di partite a rischio, che se introdotte in commercio farebbero molti danni, in tutti i sensi.
Non credo possibile un impiego a largo spettro, ma per ricerche di sostanze inquinanti e tossiche specifiche può essere molto utile e di semplice utilizzo.
Quindi impiego preventivo rapido ed in caso di positività, sospensione del lotto per ulteriori analisi approfondite di conferma.
Prevenire è meglio che rimediare a danno già fatto; poi gli utilizzatori privati o istituzionali che siano, dovranno sicuramente essere formati per l’impiego.
D’accordo con i commenti precedenti, ma attenzione a dare in mano questa strumentazione a personale non perfettamente competente ed istruita, anche dal punto di vista legale, e soprattutto esente da istanze di protagonismo. Ne abbiamo avuto di esempi di allerte arrivate ai media prima di verifiche consolidate secondo le previste procedure, che poi si sono rivelate inconsistenti od imprecise, ma che hanno procurato danni incalcolabili . Voglio dire che ben vengano strumenti di controllo atti ad un efficace screening preventivo lungo le filiere,(magari fosse in grado di monitorare ad esempio le micotossime nei mangimi e nelle farine !) ma forniti a chi è veramente in grado di farne un uso corretto.