10 domande a Paolo Barilla sull’olio di palma: impatto ambientale, risvolti per la salute e la scelta delle aziende di togliere il grasso tropicale
10 domande a Paolo Barilla sull’olio di palma: impatto ambientale, risvolti per la salute e la scelta delle aziende di togliere il grasso tropicale
Roberto La Pira 26 Ottobre 2015Paolo Barilla presidente di Aidepi (associazione che raggruppa le aziende produttrici di biscotti, merendine, dolci, cracker, gelati…), in una recente conferenza stampa tenuta alla Camera dei deputati ha ribadito il concetto che l’olio di palma è una materia prima di ottima qualità, con caratteristiche migliori del burro e un prezzo molto basso. Ha precisato che il grasso tropicale utilizzato dalle aziende rispetta l’ambiente, non fa male alla salute e permette di prolungare la durata dei prodotti confezionati. Trattandosi di un ingrediente che fino a pochi anni fa veniva tenuto nascosto dalle industrie e sconsigliato da tutti i nutrizionisti perché aterogeno e di mediocre qualità, è lecito chiedersi i motivi di questa improvvisa rivalutazione.
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade come promotori di una petizione contro l’invasione dell’olio di palma, che finora ha raccolto 163 mila firme, chiedono a Paolo Barilla di chiarire la posizione delle aziende e di rispondere a queste 10 domande.
- Se l’olio di palma è un ingrediente di pregio come sostiene l’industria, come mai fino a 10 mesi fa non compariva nell’elenco degli ingredienti riportato sulle etichette, ed era abilmente occultato dietro la dicitura “oli vegetali”?
- Perché l’olio di palma non viene venduto nei supermercati come gli altri oli di semi?
- Perché, pur avendo caratteristiche simili al burro non viene usato in casa per preparare torte e biscotti? Non compare nei ricettari di cucina e non figura tra gli ingredienti dei grandi chef?
- Secondo Aidepi l’olio di palma utilizzato nelle aziende alimentari “rispetta l’ambiente” perché è in parte certificato RSPO (un sistema criticato dagli ambientalisti per grosse lacune nei controlli). Ma per arrivare in Italia l’olio viene trasportato in nave per oltre oltre 10 mila km e poi bisogna considerare che la distruzione delle foreste pluviali in Indonesia e in Malesia continua, come dimostrano i gravissimi incendi e la morte degli oranghi che le cronache di questi mesi continuano a registrare. Come conciliare questi elementi? (Leggi approfondimento sull’Indonesia)
- Secondo Aidepi il consumo di acido palmitico derivante dall’olio di palma presente nei dolci è circa 2,8 g al giorno. Ma i dati più recenti del Crea Nut ritengono che un adolescente ne assume una quantità più che doppia. Lei sa che le statistiche da voi utilizzate sono superate?
- Perché a livello scientifico Aidepi presenta i dati di una ricerca finanziata dall’industria e realizzata dell’Istituto Mario Negri di Milano e non considera i pareri dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses) e del Consiglio superiore della sanità del Belgio che sconsigliano l’uso del palma?
- Perché sostiene che l’olio tropicale è difficilmente sostituibile? In commercio ci sono 225 biscotti, 95 snack e grissini, 50 creme alla nocciola e 40 merendine senza palma e anche nell’assortimento di Mulino Bianco ci sono 24 prodotti palma free.
- È vero che sostituire l’olio di palma nei biscotti e nei prodotti da forno con altri grassi vegetali come mais o girasole ha un costo poco rilevante rispetto al prezzo di vendita al dettaglio?
- Perché in 14 ottobre 2015 in una conferenza stampa alla Camera dei deputati lei ha dichiarato che le aziende “leveranno l’olio di palma” e il giorno dopo ha smentito questa sua dichiarazione?
- È vero che i soldi per finanziare la recente campagna pubblicitaria sui giornali (costata oltre un milione di euro) sono stati offerti da associazioni o gruppi di produttori-esportatori di olio di palma di Paesi del sud-est asiatico?
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
lo evito… anche se è difficile. C’è anche nei cracker… pensa un po’
Carissimi amici, come scritto alla redazione del fatto alimentare, che ringrazio per le battaglie che promuovono e che diffondono, dico :
Olio di palma vattene (non comprare prodotti con oli di palma!)
ma anche , perchè non battersi anche per far togliere dagli alimenti gli AROMI , che sono nel 90% dei casi prodotti di sintesi chimici, e come tali, spesso poco salutari (vedasi allergie,disfunzioni fisiologiche varie), e promuovere a gran voce gli AROMI NATURALI?! Le scorze degli agrumi, la vaniglia naturale, le spezie e tutto ciò che può migliorare il sapore di prodotti industriali dovrebbe essere naturale. Perchè nessuno lo dice ma la chimica non fa bene, e poi i prodotti con aromi naturali sono spesso più gustosi e “simili” quelli che potremmo preparare noi in casa. Meditate gente…meditate.
ma se al posto della malsana nutellina, i ragazzi o chi ne fa comunque uso per sentire il palato dolce, assaggiasse del buon miele, vi sono decine di sapori naturali del miele, al quale basta aggiungere qualche cucchiaio di cacao e polvere di nocciole …….ed ecco il miracolo! Avete una nutellina fresca tutti i giorni e con una fetta di pane di segale va benissimo.
abolire olio di palma da tutti i prodotti usare olio di girasole o di mais. la Nestlè. la barilla.e la ferrero ecc. state facendo una campagna x vostro tornaconto .A voi interessa solo il guadagno …………..e i bambini????????????????????????????????????????????????????????????????
Olio di palma anche nelle grandi marche di latte per “neonati”….. Ciò è scandaloso!!!! Vergognatevi grandi aziende multinazionali
il mercato lo può muovere il consumatore, con le proprie scelte! ma il consumatore medio italiano, questo non lo sa…
Io ho abolito tutto quello che contiene questo olio ma quanta gente continua a contribuire ad arricchire chi della salute non se ne importa nulla . Noi siamo quello che mangiamo!!
penso che sia l’informazione che non arriva a tutti ,avvolte e’ anche ingannevole stando dalla parte di chi nasconde la verita’ .
ma perchè dobbiamo chiedere all’oste se è buono il suo vino? chi si arricchisce usando da decenni l’olio di palma, cosa volete che risponda?
Io da quando ricevo informazioni da voi non utilizzo più alimenti con olio di palma controllavo anche il latte fresco che identificava quante volte era stato bolllito e avevo fatto un passa parola, probabilmente ritornavano indietro quelli ribolliti più volte praticamente ora non lo identificano più, poi acquisto olio extra vergine non proveniente da oli comunitari ne uso meno ma buono. Continuate ad informarci . Grazie
La vicenda del latte ribollito è una leggenda metropolitana
Quoto il sig. Luigi ma aggiungerei anche che il consumatore medio italiano non sempre non lo sa; spesso se ne frega e il più delle volte non è in grado di operare collegamenti logici, perché – ricordiamolo – le schifezze che mangiamo influiscono e non poco sulle capacità cerebrali e sulla volontà. “Tanto, non mi riguarda” è l’atteggiamento tipico: “Non mi riguarda se gli oranghi perdono il proprio habitat… tanto, sono solo animali”; “Non mi riguarda se ci sono popolazioni e famiglie che perdono il diritto di vivere nelle proprie case e nel proprio territorio perché deve essere disboscato per piantarci le palme, tanto glielo danno un altro posto dove stare e poi finché disboscano le “loro” di foreste…”; “Non mi riguarda se mio figlio assume un po’ più della razione consigliata giornaliera di olio di palma, tanto con tutte le schifezze che respira per l’inquinamento atmosferico non sarà certo l’olio di palma il suo problema!” ecc. ecc…
Non ho mai acquistato prodotti Ferrero, nestle ne Barilla (salvo la pasta) perché non mi sono mai fidata …. Troppa pubblicità. Ora per fare la spesa ci vuole più tempo perché bisogna leggere tanto. Gli italiani sono i consumatori più attenti in Europa! Leggono! In nord Europa continua a comparire solo la dicitura vaga…oli vegetali….! Ci vogliono leggi severe a livello UE.
Vorrei sapere se Barillabarilla ha risposto oppure no.
Barilla verosimilmente cercherà di non rispondere e se mai lo farà aspettiamoci un monte di fandonie..
Ah! Per la pasta Barilla guarda sempre il valore delle proteine contenute: è un buon parametro di qualità e Barilla le ha piuttosto basse rispetto a Rummo, Molisana, Garofalo e altre che si trovano assai facilmente.
Chissà quanti soldi ha preso Pierfrancesco Gavino per quell’inutile spot?
Barilla verosimilmente cercherà di non rispondere e se mai lo farà aspettiamoci un monte di fandonie..
Ah! Evita anche la pasta Barilla..è una mezza schifezza. Guarda sempre il valore delle proteine contenute: è un buon parametro di qualità e Barilla le ha piuttosto basse rispetto a Rummo, Molisana, Garofalo e altre che si trovano assai facilmente.
Chissà quanti soldi ha preso Pierfrancesco Favino per quell’inutile spot?
Barilla produce pasta della stessa qualità di tutti gli altri prodotti.. le proteine non contano NIENTE sulla qualità della pasta, per valutare la pasta dovete assaggiarla e guardarla. Se (senza sugo) sentite un buon sapore allora è buona. Se il colore è di un bel giallo vitreo, allora è buona, altrimenti non lo è, semplice.
Noi cittadini abbiamo una grande forza ma non la mettiamo in atto. Se tutti non comprassimo più prodotti che contengono olio di palma penso che basterebbe una settimana e vedremmo che le industrie cambierebbero l’olio di palma immediatamente. L’unione fa la forza.
Io vorrei sapere perché i prodotti palm oil free costano dalle due alle tre volte più degli altri…costano così tanto gli altri oli di semi??? O anche le aziende ci marciano alla grande????
Io sono piu’ di 5 anni che sono Vegan e da allora leggo attentamente le etichette per capire cosa mangio, l’olio di palma va bandito per una serie di motivi in primis etici ma anche salutistici e soprattutto per un discorso di informazione !!!
La cioccolata spalmabile la faccio da solo con cioccolato fondente, zucchero di canna, latte di soia, olio di oliva e di girasole, nocciole tostate e tritate e cacao amaro. E’ di gran lunga migliore della *utella ed è certamente molto piu’ salutare !!!
Tutti i prodotti alimentari dovrebbero essere senza olio di palma perchè oltre a far male è una delle peggiori disgrazie per il mondo per innumerevoli ragioni !!!
Dacci ls ricetta precisa della tua cioccolata!!!! Grazie!!!! E mettila per favore anche su facebook!!!!! Grazie
Su facebook è un po’ difficile non ho piu’ l’account da circa 5 anni !!!
Ecco il link
https://drive.google.com/open?id=0B9NoovPXBVMSWTIwUUxIQlduc1E
Falla girare non ci sono problemi è Creative Commons ahahaha anzi di piu’ è Open Source !!!
Quanto ha parlato bene il Signor Barilla.
Perche´no lo mandiamo per 1 mese a Singapur…
Bruciano superfici inimmaginabili i Índonesia, e il fumo denso, VELENOSO,
invade anche il Borneo, Brunei, Singapur e altri Stati. Muoiono gli Orango Utan e
Bambini che inalano questo fumo velenoso.
FACCIAMO UN APPELLO AL SIGNOR BARILLA che predica tanto bene dell´olio di palma
Vivo in Puglia terra di ulivi e quando ho scoperto che molte ditte alimentari locali usavano l’olio di palma per biscotti, taralli ecc. preferendolo all’ottimo olio di oliva ho messo al bando queste ditte e i loro prodotti inviando mail e lettere di protesta. Siamo noi che muoviamo il mercato, ribelliamoci e dico 1000 volte grazie a chi come Voi sostiene queste iniziative.
l’olio di palma si trova anche nel latte per i bambini!!!
oltre ad essere sempre latte vaccino ci aggiungono anche queste schifezze!
E’ il consumatore che decide, ma….purtroppo c’è consumatore consapevole e consumatore menefreghista.
E’ da ANNI che sono in trincea e faccio la mia piccola battaglia quotidiana e non demordo: non compro prodotti cinesi, mi spiace per loro, ma voglio fare lavorare il mio paese Italia e la mia Europa, non compro merendine e schifezze varie perché sono cresciuta senza, semplice, non acquisto pasti precotti e/o pronti in padella in 4 (quanti?) minuti… preferisco ancora la mia pasta aglio olio e peperoncino ed il piacere di stare ai fornelli. Fintanto che i consumatori non fanno un passo indietro la mia (nostra) battaglia sarà dura, ma le guerre una volta duravano anni. Un saluto a tutta la combriccola
Sig.ra Raffaella con poche righe ed esempi pratici lei ha proprio centrato il punto: c’è consumatore consapevole, consumatore menefreghista e consumatore ignorante, ovvero che ignora, che vive con il naso fra le nuvole. Purtroppo mi è capitato più di una volta, parlando con amici e/o conoscenti, di rendermi conto che non conoscono nemmeno lontanamente quello che mangiano o comprano. Parlando di ingredienti e di qualità delle materie prime dei cibi che TUTTI i giorni mettiamo sulle nostre tavole, mi sono sentita dire che “leggere le etichette è da pignoli, oltre ad essere una gran perdita di tempo”. Parlando di olio di palma, sono stata addirittura corretta, “l’olio di palma??? ma va, hai sbagliato il nome, si chiama olio di semi”. Per quanto riguarda i cibi precotti, sono assolutamente d’accordo con lei, meglio due spaghetti con un filo d’olio d’oliva, ma la moda, la pubblicità, e tutto quello che le viene in mente, non fanno altro che incrementare la folla di caproni consumisti, 4 salti qui o li??? ma sanno quanti minuti ci vogliono a preparare due spaghetti??? NO, è troppo comodo non dover metter una pentola d’acqua sul fuoco… Infine, e poi concludo, per quanto riguarda i prodotti cinesi o di qualunque altra provenienza, assolutamente d’accordo a sostenere l’economia nazionale, facciamo lavorare i nostri artigiani e i nostri operai, mangiamo i prodotti dalla nostra terra: se gli italiani acquistassero italiano avremmo benefici economici, sociali (meno disoccupati) e salutari, i nostri cibi sono buoni e sani, perchè in Sicilia devono buttare via le arance mentre sulle nostre tavole arrivano arance spagnole o turche? perchè il latte italiano deve essere buttato mentre gli scaffali dei supermercati sono pieni di latte francese e tedesco? Un saluti a tutti voi.
Il latte italiano non viene buttato via
Mesi fa ho scritto al servizio di Assistenza clienti della Barilla su quest’argomento, e mi hanno risposto che usano l’olio di palma per proteggere l’ambiente evitando l’eccessivo sfruttamento che sarebbe provocato dalle coltivazioni dell’olio di girasole e mais!! Pensa un pò………………………!!!!!!!!
Trattano proprio da cretini! Ci prendono largamente e sfacciatamente in giro senza ritengno!
MAI NESSUNO PARLA DELLA SOFFERENZA E MORTE CAUSATA A MILARDI DI ANIMALI PER LE PIANTAGIONI DI OLIO DI PALMA – NO ALL’OLIO DI PALMA – NO AI PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE – GO VEGAN PER IL RISPETTO DELLA VITA DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI SENZIENTI – PER IL PIANETA E IL BENESSERE DI TUTTI QUELLI CHE LO ABITANO
se poi al posto del palma viene utilizzato un olio di girasole di origine industriale e che quindi ha subito raffinazione ad alte temperature ed altri processi invasivi non è che la situazione migliori tanto…se proprio nessun produttore se la sente di fare il salto di qualità (rinunciando ad un margine di guadagno sicuro) utilizzando ingredienti più pregiati e non scarti impoveriti di lavorazioni industriali, la soluzione migliore è sempre il fai da te…se nessuno comprasse certe merendine e snack non avrebbero una vita commerciale lunga e prosperosa!
Credo che manchi la cultura per decidere: io non compro cinese e se posso preferisco un prodotto Italiano a qualunque altra provenienza, meglio ancora se km 0 quindi mercatini locali etc. Questo comporta spendere “tempo” e soldi in più: il prodotto del contadino costa di più ed è giusto che sia così. Cerco sempre prodotti senza oli vegetali e quando non li trovo me li preparo da me: torte,biscotti, pane, Focaccia, pasta: lavoro tutto il giorno ed ho due bimbi….è faticoso certo , ma la soddisfazione che mi danno i miei figli quando mi dicono che le cose che preparo sono buonissime, mi ripaga. Credo sia una questione di volontà e di organizzazione.
Forse sono poco informato però penso che ci siano Enti preposti al controllo dei prodotti in vendita. Se è così questi Enti dovrebbero tutelare il consumatore soprattutto per quanto riguarda la salute. Se non lo fanno correttamente, impegniamoci perché lo facciano, altrimenti ne sosteniamo i costi inutilmente. Naturalmente dobbiamo vigilare e verificare le caratteristiche di ciò che compriamo, senza però dover diventare specialisti in materia. Ciascuno di noi è dedito alla propria attività e non può pretendere di svolgerne altre con altrettanta capacità. Se ad esempio svolgo l’attività di saldatore non posso svolgere anche l’attività di perito meccanico e tantomeno di perito chimico sia per mancanza della professionalità necessaria che per questioni di tempo. Diversamente potremmo trovarci nella condizione di non fare bene nessuna delle cose.