Romano Marabelli
Romano Marabelli, direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del Ministero della salute, si è autosospeso

Il segretario generale del Ministero della salute, Romano Marabelli (direttore generale del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria) ha presentato oggi richiesta di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio in seguito alle notizie stampa sull’inchiesta della Procura di Roma per la vicenda dei vaccini Aviaria e Bluetongue (chiamata anche Febbre catarrale e lingua blu). Nella lettera, trasmessa al ministro Beatrice Lorenzin,  Marabelli ha motivato la richiesta con l’esigenza “di sollevare il ministro e il Ministero della salute da qualsiasi imbarazzo conseguente agli attacchi mediatici“. Il Ministro – che  poche settimane ha promosso Marabelli al ruolo di direttore generale anche se risultava già indagato per il caso bluetongue – ha provveduto alla sospensione del segretario generale, manifestando apprezzamento per la sensibilità istituzionale mostrata e certa che Marabelli possa dimostrare la sua estraneità ai fatti.

 

La questione dei vaccini contro il virus della Lingua blu (BTV) che diffondevano la malattia anziché proteggere gli ovini si è discussa anche in Parlamento, dove è stata presentata un’interrogazione al ministro della Salute. Il documento dei senatori democratici sollecita un’inchiesta interna per accertare le responsabilità e chiede le dimissioni di Marabelli per la durata delle indagini e dell’eventuale processo.

 

pecore iStock_000001974360_SmallLa storia è stata riportata sul sito de il Tempo   in cui si parla di accuse rivolte dalla Procura di Roma a Romano Marabelli e Vincenzo Caporale, (direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise) per aver “causato la diffusione della bluetongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale“. Secondo Il Tempo online del 12 luglio gli indagati “con la scusa di salvare dal virus della «bluetongue», hanno causato la diffusione della malattia della «lingua blu» negli allevamenti di ruminanti di tutta Italia”.

 

I fatti risalgono alla campagna di vaccinazione del 2003-2004 quando Marabelli e Caporale hanno disposto l’impiego di un vaccino prodotto nella Repubblica del Sud Africa, senza una sperimentazione che potesse valutarne gli effetti indesiderati sugli animali. La seconda accusa per Marabelli e altri dirigenti del Ministero della salute e manager di aziende farmaceutiche è di avere imposto “attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell’emergenza “bluetongue” – si legge nel capo d’imputazione – la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale” senza un’effettiva emergenza sanitaria. Tutto ciò ha comportato l’acquisto in esubero da parte del ministero della Salute di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009″.

 

Sara Rossi

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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RIccardo
RIccardo
21 Luglio 2014 18:22

Beh che dire, speriamo davvero che si possa fare chiarezza sulla vicenda, perchè di personaggi chiacchierati entro il Ministero della Salute…. se ne sente parlare da tempo. Il Ministero dell’Agricoltura ha visto una maxi operazione qualche tempo fa, con arresti eccellenti.
Ora tocca al Ministero della salute, dove interessi profondi albergano… non sempre a vantaggio dei cittadini “che pagano le tasse”, a quanto pare.
Inutile dire che se fosse confermata la notizia sarebbe purtroppo scandalosa.

Poi una riflessione più generale: la rete (almeno in Italia) sta esprimendo ancora troppo poco potere di critica dei poteri forti. Basterebbe un pò più di coraggio per fare una vera rivoluzione culturale nel nostro paese e recuperare 10 anni di arretratezza. Bene che ci sia una voce come il Fatto per poter criticare in modo indipendente, insomma.

Maurizio
Maurizio
Reply to  RIccardo
23 Luglio 2014 12:31

Caro Riccardo, condivido la tua linea. Questo è un caso così eclatante che mina anzitutto la nostra società ignara e identifica di come sono potenti le multinazionali e di come condizionano la nostra vita a nostra insaputa.
Purtroppo oggi il denaro è diventato il nostro “dio” e questo è così presente nella nostra normale vita che siamo disposti a tutto per averne.
Siamo solo in balia della nostra autodistruzione, cultura e intelligenza non servono, siamo spietati come un virus, come il peggiore dei virus, che distrugge e dilania tutto ciò che incontra. il nostro problema risiede nel nostro cervello, così beffardamente complicato che sembra essere inutile per questo corpo mortale.
Sta di fatto che leggi e stato non servono a nulla. siamo così ammorbati e disillusi che ci impietosiamo per i topi da laboratorio e non ci curiamo delle cavie a cielo aperto quali siamo noi.
Non ho altro da dire.

Antonio
Antonio
23 Luglio 2014 15:07

Sicuramente se è vero che ..uomini onesti rendono oneste le istituzioni, è anche vero che istituzioni “ben strutturate” e oneste (quindi trasparenti e quindi, più facilmente indipendenti) rendono onesti i cittadini… E selezionano persone serie e oneste.
Non ridurrei tutto all'”uomo peccatore da Adamo in poi”, perché non lascia speranza E che dire poi dei paesi -esistono, esistono…- dove invece il rispetto delle istituzioni da parte dei cittadini è massimo, e a sua volte, dei cittadini – anche quelli qualunque- da parte delle istituzioni garantito? Perché bisogna sempre parlare della morale pubblica specchiata dei civil servants del Regno Unito?

I ministeri italiani poi sono la prova provata dell’incapacità della politica di ammodernare il paese. Capi di gabinetto e dirigenti inamovibili, che sopravvivono ere geologiche (i famosi burosauri) e non sono accountable verso nessuno. Che la corruzione nasca qui non è mistero: la corruzione è la cosa che olia meccanismi troppo complessi e li sburocratizza di colpo; e guarda caso, attecchisce proprio dove vi sono personaggi inamovibili e che hanno una rendita monopolistica su una posizione o ruolo.

Nelle associazioni di categoria forse è peggio… perché non vi è nemmeno un concorso in entrata per stabilire dei requisiti minimi di qualità del personale, che spesso entra per caratura “politica” in senso lato, o affiliazione. E i cui stipendi sono a volte coperti dal massimo mistero. Lo stesso giornalismo di inchiesta non ha mai bene indagato la realtà associativa o delle cooperative (se non in casi isolati).E’ qui, in questo sottobosco di ricatti e ricattati, che l’Italia affonda, incapace di far emergere il merito. E’ qui che si condannano alla disoccupazione milioni di giovani e alla fuga svariate decine di migliaia di altri.

Corrado
Corrado
23 Luglio 2014 15:11

Che dire… basta vedere come vengono inviate o rese note le circolari, o la genesi che hanno; così come il processo normativo (chi inizia? quali sono gli stakeholder che lo propulsano?)per farsi un’idea della cortina fumogena delle logiche ministeriali. Niente contro gli ottimi funzionari spesso presenti ma davvero serve tanta trasparenza in più.