Pappa reale la frode continua. Il prodotto cinese spacciato come nazionale dai nostri apicoltori per lucrare in modo illecito. Manca una legge
Pappa reale la frode continua. Il prodotto cinese spacciato come nazionale dai nostri apicoltori per lucrare in modo illecito. Manca una legge
Paola Emilia Cicerone 2 Luglio 2014È di pochi giorni fa la notizia del sequestro, da parte del Corpo Forestale dello Stato, di un grosso quantitativo di pappa reale, commercializzata da un apicultore pugliese come prodotto biologico di origine italiana. In realtà si trattava di merce proveniente dalla Cina e le analisi per individuare la provenienza hanno evidenziato problemi di conservazione, dovuti probabilmente all’interruzione della catena del freddo.
Un’operazione che mette in luce la gravità di un fenomeno già segnalato da Il Fatto Alimentare: «Il 90 % della pappa reale venduta in Italia – in erboristeria, nella Grande Distribuzione Organizzata e anche dagli apicultori – è di produzione cinese», sintetizza Raffaele Velardocchia, vice questore aggiunto del Corpo Forestale dello Stato. Una vera speculazione, visto che il prodotto cinese viene venduto allo stesso prezzo di quello italiano, anche se all’ingrosso costa poco più di 20 euro al chilo rispetto ai 600 della pappa reale di produzione nazionale, che però non supera il 7% del fabbisogno.
La Cina resta il massimo produttore mondiale di pappa reale, prodotta in Europa solo dal nostro paese e dalla Francia. Il problema è che la pappa reale arriva liofilizzata e congelata e le analisi effettuate sui campioni di prodotto sequestrato a Bari, necessarie per identificare la provenienza della merce e per individuare eventuali contaminazioni, hanno dati risultati che fanno pensare a una cattiva conservazione: «La stessa determinazione della origine geografica condotta mediante l’analisi dei pollini ha in vari casi riscontrato difficoltà, dovute alla presenza di una grande quantità di pollini danneggiati, probabilmente per interruzioni della catena del freddo», precisa Velardocchia.
Il problema è che non esistono normative specifiche a tutela della pappa reale (la definizione europea è Royal Jelly o Gelee royale, ma in Italia si usa la denominazione tradizionale). Si tratta di un alimento di origine animale, ricco di vitamine e oligoelementi e utilizzato come integratore soprattutto per anziani, bambini o malati. Siamo di fronte a un alimento delicato e pregiato, ma senza una normativa specifica.«La produzione di pappa reale richiede competenze diverse dalla semplice produzione di miele, una grande attenzione e molta mano d’opera» spiega Bruno Pasini di Copait, l’associazione che rappresenta i produttori di pappa reale». La realtà italiana è che molti apicultori produttori di miele, comprano la pappa reale cinese a prezzi bassissimi, per poi confezionarla e rivenderla come se fosse prodotta in Italia.
Come possono tutelarsi i consumatori da questo inganno? Al momento, solo i produttori biologici sono obbligati a specificare sull’etichetta se se si tratta di una produzione europea – italiana o francese- o extra UE. In questo caso, le autorità possono effettuare i necessari controlli, e intervenire in caso di truffa. Per questo motivo può essere opportuno preferire pappa reale bio o proposta da aziende agricole associate al Copait.
La pappa reale liofilizzata è quasi certamente di provenienza cinese, come pure i prodotti troppo economici venduti a meno di 10 euro per una confezione di 10 grammi. Siamo di fronte ad una truffa commerciale portata avanti da apicoltori italiani che non riguarda la qualità del prodotto cinese. La pappa reale importata in molti casi ha le carte in regola e se viene venduta a prezzi onesti ha una sua precisa collocazione sul mercato. Il problema non è colpevolizzare il prodotto cinese ma cercare di moralizzare il comportamento truffaldino di certi apicoltori italiani. Un’ultima nota riguarda i supermercati che dovrebbero prestare più attenzione alla tracciabilità della pappa reale in modo da fornire le necessarie garanzie ai propri clienti sull’origine.
Paola Emilia Cicerone
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Foto: iStockphoto.com
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giornalista scientifica