L’impiego di insetticidi neonicotinoidi costituisce un rischio per le api e, di conseguenza, per i sistemi agricoli e gli ecosistemi naturali. È questa la conclusione cui sono giunti gli esperti dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dopo aver condotto su incarico della Commissione europea un’accurata revisione dei dati disponibili. La conclusione è riportata in tre diversi report scientifici pubblicati pochi giorni fa.
I neonicotinoidi, che agiscono sul sistema nervoso degli insetti e sono in genere utilizzati come rivestimento di sementi, sono ormai da anni nell’occhio del ciclone perché, secondo numerosi studi, potrebbero essere collegati alla massiccia moria di api che si registrada una decina di anni in molti Paesi. I principali produttori di neonicotinoidi e alcune associazioni di agricoltori hanno sempre negato questo collegamento, e per questo motivo è scaturita la necessita di fare chiarezza.
Gli esperti dell’Efsa si sono concentrati sui tre sostanze, scelte tra quelle più utilizzate: clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam, valutando gli effetti acuti e cronici (anche a basse dosi) sulla vita dell’alveare e dei suoi abitanti. Il gruppo ha preso in esame tre possibili vie di esposizione: le polveri contenenti insetticida rilasciate durante le operazioni di semina; il contatto con residui presenti nel nettare o nel polline delle piante trattate; il contatto con il liquido di guttazione (goccioline emesse dalle foglie in particolari condizioni).
Sono stati analizzati i dati riportati in letteratura scientifica, quelli presentati dai produttori negli iter di approvazione degli insetticidi a livello europeo o di singoli stati membri e gli esiti di progetti di monitoraggio condotti in alcuni paesi (come il progetto Apenet per l’Italia).
I documenti pubblicati insistono più volte sul fatto che i dati disponibili sono parzialmente incompleti, ma la condanna dei neonicotenoidi sembra netta. Ecco le conclusioni per ciascun insetticida considerato:
– Clothianidin : elevato rischio acuto dovuto a esposizione a polveri contaminate durante la semina di mais, cereali e colza. Per quest’ultima, il rischio si pone anche per l’esposizione attraverso il nettare o il polline.
– Thiamethoxam: elevato rischio acuto nel caso di esposizione a polveri contaminate per cereali, cotone, colza, girasole e mais. Per quest’ultimo, il rischio si pone anche per esposizione attraverso il liquido di guttazione.
– Imidacloprid : elevato rischio acuto per esposizione a polveri contaminate per mais, cereali, cotone e colza. Per cotone, colza e girasole, il rischio si pone anche in seguito a esposizione attraverso nettare o polline.
Per gli esperti, queste tre sostanze non dovrebbero essere usate su colture considerate particolarmente attraenti per le api, come mais, colza e girasole. Insomma, il rischio c’è, eccome. L’annuncio ha sollevato risposte immediate da parte di Bayer CropsScience e Syngenta, le grandi aziende produttrici rispettivamente di clothianidin e imidacloprid (la prima) e thiamethoxam (la seconda).
Per Bayer CropScience, che si è dichiarata disponibile a collaborare con la Commissione europea e gli stati membri per colmare i dati mancanti, la moria di api sarebbe dovuta a molteplici fattori, a partire dai danni provocati dal parassita Varroa. Per questo, «ogni decisione politica relativa alla registrazione di neonicotenoidi dovrebbe essere basata su dati scientifici chiari e oggettivi raccolti in realistiche condizioni d’uso e non su un’interpretazione esasperata del principio di precauzione».
Molto più dura Syngenta, secondo la quale l’Efsa sarebbe stata sottoposta a una notevole pressione politica, che l’avrebbe portata a emettere un parere frettoloso, che non terrebbe conto di tutti gli studi che hanno preceduto il lancio sul mercato dei neonicotenoidi. Per Syngenta «il report appena pubblicato è indegno dell’Efsa e dei suoi scienziati».
Ovviamente, il timore dell’industria è che la Commissione europea, sulla base delle conclusioni dell’Efsa, possa decidere un bando totale degli insetticidi neonicotenoidi per buona parte degli usi attualmente autorizzati. In Italia è in vigore per il momento un bando temporaneo all’impiego di sementi trattate con clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid (e anche fipronil), che scade a fine gennaio. A questo punto la palla passa all’Europa, che deciderà il futuro di questi insetticidi nei nostri campi.
Valentina Murelli
giornalista scientifica
La cosa che fa pensare è che se EFSA si dice favorevole agli OGM è perché riceve pressioni dalle multinazionali, viceversa se si dice contraria a certi fitofarmaci diventa una Agenzia autorevolissima e addirittura sono le multinazionali che dicono che riceva pressioni esterne.
Il principio di precauzione in realtà, serve proprio in casi come questo, laddove l incertezza è alta, il danno atteso ampio. In altri ambiti puo maggiormente mostrare limiti epistemologici quando ad esempio vi è minore incertezza e danni meno evidenti. in ogni caso, le industrie che forniscono dati a efsa costruiscono studi che se fatti bene, le impongono di fatto i criteri di valutazione. Che syngenta dia risposta così forte perché Efsa esercita sua indipendenza è grave, sopprattutto se Si considera che ha sempre avuto autorizzazioni positive. Il vero cortocircuito riguarda la dinamica avvocatoriale della difesa di un interesse anche legittimo ma di parte, con conseguenze pero estese a tutta las comunità e cittadinanza. Dinamica oltretutto che non puo essere per sua natura ipso facto portatice di scienza. È un sistema semplificato, che serve scopi di mercato, ripeto, anche legittimi, salvo il fatto che i meccanismi di scrutinio devono essere forti e .credibili.
Quello che manca in questo articolo è il parere degli apicultori.
In altri termini la moria di api è cessata o si è ridotta dopo il bando?
Un altro aspetto riguarda i test con le api in laboratorio; sono stati fatti dei test e con quali risultati?
Mi sembra che i produttori non la raccontino giusta.