“La mafia si siede a tavola” non può essere un marchio europeo della ristorazione. Il Tribunale dell’Ue dà ragione all’Italia: è contrario all’ordine pubblico
“La mafia si siede a tavola” non può essere un marchio europeo della ristorazione. Il Tribunale dell’Ue dà ragione all’Italia: è contrario all’ordine pubblico
Beniamino Bonardi 22 Marzo 2018L’Italia ha ottenuto dal Tribunale dell’Unione europea l’annullamento del marchio La Mafia se sienta a la mesa (La Mafia si siede a tavola) come marchio dell’Ue riconosciuto dall’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo). Secondo il Tribunale dell’Ue, il marchio “rinvia ad un’organizzazione criminale, trasmette un’immagine complessivamente positiva di tale organizzazione e banalizza i gravi attacchi sferrati da detta organizzazione ai valori fondamentali dell’Unione. Tale marchio è pertanto di natura tale da scioccare o offendere non solo le vittime di detta organizzazione criminale e le loro famiglie, ma anche chiunque, nel territorio dell’Unione, si trovi di fronte il marchio e abbia un normale grado di sensibilità e tolleranza, motivo per cui deve essere dichiarato nullo”.
La registrazione de La Mafia se sienta a la mesa come marchio dell’Ue, in particolare per i servizi di ristorazione, era stato richiesto nel 2006 all’Euipo dalla società spagnola La Honorable Hermandad, alla quale è poi succeduta La Mafia Franchises. Nel 2015 l’Italia aveva chiesto all’Euipo di dichiarare nullo il marchio, perché contrario all’ordine pubblico e al buon costume. La domanda era stata accolta, perché secondo l’Ufficio Ue per la proprietà intellettuale il marchio promuove palesemente l’organizzazione criminale e l’insieme degli elementi verbali trasmette un messaggio di convivialità e banalizzazione.
La Mafia Franchises ha fatto ricorso al Tribunale dell’Ue, sostenendo che l’obiettivo del marchio è quello di evocare la saga cinematografica Il Padrino e non di scioccare o di offendere. Il Tribunale ha però confermato la decisione dell’Euipo, ritenendo che “la notorietà acquisita dal marchio della società spagnola nonché la sua idea di ristoranti a tema legati ai film della saga Il Padrino sono privi di pertinenza al fine di valutare se il marchio sia contrario all’ordine pubblico” e non hanno alcuna incidenza sulla percezione negativa di tale marchio da parte del pubblico
Il Tribunale sottolinea che l’elemento verbale “la mafia” – percepito in modo profondamente negativo in Italia, a causa dei gravi attacchi perpetrati nei confronti della sicurezza dello Stato – domina il marchio della società spagnola ed “è globalmente inteso come facente riferimento ad un’organizzazione criminale che, in particolare, ha fatto ricorso all’intimidazione, alla violenza fisica e all’omicidio per svolgere le sue attività, che comprendono il traffico illecito di droghe e di armi, il riciclaggio di denaro e la corruzione”. Secondo il Tribunale, “simili attività criminali violano i valori stessi sui quali si fonda l’Unione, in particolare, i valori del rispetto della dignità umana e della libertà, che sono indivisibili e costituiscono il patrimonio spirituale e morale dell’Unione”.
Fonte immagine: © Associated Press
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