In Germania quasi un migliaio di allevamenti di polli, tacchini e maiali è stato sopposto a sorveglianza speciale, mentre 8000 galline ovaiole sono state abbattute per una contaminazione causata d diossina presente nei mangimi. Secondo le ultime notizie si tratterebbe di 3000 tonnellate di mangime contaminato distribito in diversi allevamenti di polli e maiali ( sei volte di più di quanto stimato nel corso delle prime indagini)
La Germania ha informato i Paesi membri il 27 dicembre attraverso il sistema europeo di allerta rapida (Rasff). L’origine della contaminazione è una partita di circa 25 tonnellate di oli provenienti da una fabbrica di bio-diesel, utilizzati nella produzione di mangimi.
La società di alimenti per animali Harles & Jentzsch ha prodotto il mangime utilizzando olio che non dovrebbe essere impiegato nella filiera agroalimentare”, riporta lo Spiegel. Il mangimista avrebbe provato a scaricare la responsabilità sul suo fornitore, Petrotec, il quale ha però replicato che“ in tutti i contratti di fornitura, nelle bolle di consegna e nelle fatture è specificato che i grassi sono unicamente destinati ad usi tecnici e mai all’uso alimentare”.
Gli oli in questione, secondo le analisi, hanno un tenore medio di diossina pari a 123 nano-grammi per chilo, mentre le uova delle galline nutrite col mangime incriminato contengono 16 nano-grammi di diossina per chilo, quattro volte il limite ammesso dall’ Unione europea. Le autorità tedesco hanno deciso di sottoporre ad analisi tutti gli allevamenti che hanno acquistato mangimi dal fornitore sotto inchiesta, ordinando l’abbattimento di tutti i capi in caso di superamento dei livelli massimi di diossine. Le associazioni agricole tedesche lamentano anni per diversi milioni di euro.
Le autorità sanitarie dovranno anche affrontare il problema della rintracciabilità delle uova a rischio immesse sul mercato. E’ bene ricordare che la diossina non presenta rischi immediati per la salute dei consumatori (es. avvelenamento, intossicazione): essendo una sostanza molto pericolosa e tossica che tende a depositarsi nell’organismo ed è sospettata di cancerogenicità nel caso di consumo ripetuto e prolungato.
La questione della diossina non riguarda l’Italia perchè gli animali coinvolti e le uova come pure il mangime contaminato non sono stati esportati nel nostro paese. Sembra invece che una parte delle uova (136 mila) sia finita come ingrediente in prodotti olandesi.
Secondo le ultime indagini sembra che la quantità di mangime contenente diossina sia di 3000 tonnellate ovvero 6 volte di più rispetto alle stime iniziali .
Dario Dongo