I progenitori degli attuali polli domestici (Gallus gallus) popolavano le zone meridionali e centrali dell’India. Da qui, attorno al 1400-1500 a.C., i polli arrivano in Cina. Dal continente asiatico, si passa all’Europa e infine, nel XV secolo, nelle Americhe. Sino al 1800 l’allevamento degli avicoli ha un carattere prevalentemente familiare. Poi agli inizi del 1900 si trasforma in un’attività zootecnica in grado di fornire ottime carni a basso costo.

Ma non tutti i polli sono uguali e, soprattutto, c’è una grande diversità tra gli animali allevati per produrre carne e le galline ovaiole. L’errore che si commette sovente è pensare che la distinzione sia in funzione del sesso: in realtà non è così. Anche se apparentemente si comportano allo stesso modo, la differenza sostanziale è che il pollo in commercio deriva per la quasi totalità da broiler, animali ibridi selezionati per la produzione di carne. I pulcini destinati a diventare polli da carne appartengono a razze diverse rispetto a quelli destinati alla “linea uova”. La loro caratteristica è di avere una conformazione fisica robusta e un ottimo indice di conversione tra la quantità di cibo ingerito e l’incremento muscolare. In altre parole mangiano poco e crescono tanto. Il pollo che troviamo al supermercato viene suddiviso in tre categorie. C’è quello leggero da 1,650 kg utilizzato nelle rosticcerie, il pollo medio da 2,5/2,8 kg da vendere intero o sezionato e quello pesante (3,5-4,0 kg), commercializzato in parti.

Il pollo che mangiamo oggi non è lo stesso di 50 anni fa, ma abbiamo selezionato tre categorie di peso a seconda dell’uso in cucina

Detto ciò è doveroso sottolineare come la carne di pollo sia considerata un prodotto “anticrisi” a buon prezzo, con un discreto valore nutrizionale e un gusto adatto a ogni età. Nel 2016 il consumo pro-capite di carne bianca in Italia è salito a 21 kg, con una quota superiore al 70% derivante dai polli o in minor misura da carne di gallina, soprattutto in aree geografiche dove la tradizione culinaria è ancora viva.

Gli allevamenti di broiler sono strutturati in modo da separare i maschi dalle femmine, in modo tale da nutrire gli animali in modo ottimale, in base alle diverse esigenze alimentari e alla velocità crescita. Il pulcino maschio o femmina nato da genitori broiler cresce velocemente e sviluppa una muscolatura ottimale che lo rende una perfetta “macchina da carne”. Nel broiler, la distinzione del sesso si rileva soprattutto dalla dimensione delle penne situate vicino alle ali, mentre nei pulcini delle specie destinate  alla “linea uova” la distinzione avviene in base al colore delle piume.

Le aziende come Guidi allevano i pulcini di razze a crescita lenta macellati dopo almeno 70 giorni e i maschi delle galline ovaiole che diventano galli dopo 90 giorni o capponi dopo 140

La storia del pulcino maschio nato da specie di galline ovaiole è molto diversa, perché l’allevamento presenta caratteristiche poco vantaggiose da un punto di vista economico e per questo motivo viene eliminato. Il pulcino maschio cresce infatti lentamente rispetto ai broiler, questi pollastri impiegano da 3 a 6 mesi per arrivare a un peso simile a quello raggiunto da  un broiler dopo 35-40 giorni. Tenere i pulcini in vita per tanto tempo comporta un maggior rischio di malattie, un consumo di mangime doppio oltre che manodopera. Alla fine il prezzo di vendita lievita sino al doppio e i consumatori faticano a comprarli. A fronte di una spesa superiore nel piatto arriva un prodotto diverso (la crescita lenta determina un minor contenuto di acqua nei tessuti muscolari, e questo infonde alla carne un aspetto più sodo, un colore più scuro e un sapore abbastanza simile al pollo di volta).

È interessante rilevare come secondo un sondaggio Eurobarometro, il 57% dei consumatori europei si dichiari essere disponibile a sostenere un incremento di prezzo per prodotti avicoli ottenuti con sistemi maggiormente rispettosi del benessere animale. A fronte di questa disponibilità però poi al supermercato i polli ottenuti dei pulcini maschi delle ovaiole non si trovano spesso perché il prezzo lievita. Le aziende come Guidi che hanno investito nell’allevamento dei cosiddetti “controsessi” (pulcini maschi della “linea uova”) sono poche, anche se il risultato merita una certa attenzione in  termini di etica e gusto. Al riguardo esiste un regolamento europeo (CE 543/2008) che  riporta con precisione quali devono essere le caratteristiche dei  polli da carne e dei capponi e galli che in genere provengono dai pulcini maschi delle ovaiole.

Sia per i polli da carne che per le galline da uova è necessario svolgere la suddivisione in base al sesso dei pulcini

I produttori di tutto il mondo si stanno impegnando per individuare una soluzione valida per individuare il sesso dell’embrione all’interno dell’uovo prima della schiusa, evitando così di dover sopprimere i pulcini maschi delle ovaiole subito dopo la nascita. Le tecniche sono in fase sperimentale, si basano su analisi invasive che implicano l’applicazione di un foro sul guscio dell’uovo, il prelievo di una porzione di cellule e l’esame delle proteine. Questo metodo potrebbe e selezionare in maniera precoce i pulcini maschi dalle femmine già entro la prima settimana di incubazione, anche se ciò comporta alcuni pericoli per i nascituri (maggior rischio di contrarre infezioni, maggior mortalità in fase di schiusa). Negli Stati Uniti la United Egg Producers si è impegnata ad eliminare l’abbattimento di pulcini maschi di un giorno entro il 2020, o anche prima se saranno individuate soluzioni commercialmente praticabili.

Hy-line srl, primo gruppo italiano in termini di volumi per la schiusa di pulcini “linea uova”, sta collaborando con la casa madre americana per validare i progetti in corso d’opera, dai quali si spera di ottenere buoni risultati senza compromettere lo stato sanitario dei pulcini che nasceranno. Sta di fatto che, ad oggi, non è c’è ancora un adeguato metodo per l’individuazione del sesso dell’embrione.

Eleonora Fabbri

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Alberto
Alberto
14 Dicembre 2017 14:24

Una volta si diceva “chi va piano va sano e va lontano”.

Ma nel mondo moderno la lentezza è un difetto e questo non vale solo per gli uomini, costretti ad adeguarsi velocemente ai cambiamenti, pena la messa ai margini della società che conta, ma anche per i poveri pulcini maschi della gallina ovaiola che, non potendo deporre uova, sono soltanto un peso e rappresentano una perdita finanziaria nei bilanci degli allevamenti.

Speriamo almeno che la scienza consegni presto al mercato un metodo sicuro – e naturalmente economico! – per la selezione del sesso nell’embrione della galline.

Poi, presto o tardi, sarà la volta degli uomini…

Roberto Contestabile
26 Dicembre 2017 11:04

Perchè non dite che negli allevamenti i Pulcini maschi vengono scartati e quindi uccisi perchè non utili alla produzione di uova. Parliamo di milioni di Pulcini

Roberto La Pira
Reply to  Roberto Contestabile
26 Dicembre 2017 20:09

Nell’articolo è scritto